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Dal manicomio alla poesia: Palermo intitola un giardino all'indomabile Maria Fuxa

Nata nel 1913 e rinchiusa in manicomio: per quel giardino in cui passeggiava ora ci sono i pannelli con le poesie che Maria ha scritto tra le mura di via La Loggia

  • 22 novembre 2018

Maria Fuxa (1913 - 2004)

"Chiusi, sempri chiusi stannu li porti, ni stu locu di duluri ca si chiama manicomiu, e mi veni di scappari e di grirari. Mi dumannu parrannu sula sula, picchi tanta schiavitù e tantu abbannunu".

Sono i primi versi della poesia "Sta vita mia", scritta dalla poetessa Maria Ermegilda Fuxa durante la sua degenza al manicomio di Palermo.

La poetessa nata ad Alia nel 1913 ha attraversato tutto il Novecento per poi spegnersi a Palermo nel 2004: ebbe una vita intensa e virtuosa legata alla poesia e alla musica e a lei è stato adesso intitolato un giardino all'interno dell'ex ospedale psichiatrico di via La Loggia inaugurato durante la settimana in cui si celebra la Legge Basaglia, che portò alla chiusura dei manicomi.

Chi l'ha conosciuta racconta che la donna aveva un animo mite e schivo, un carattere timido, così da nascondere la sua personalità ricchissima.

Maria dopo qualche breve ricovero in varie cliniche psichiatriche, dopo il decesso dei suoi genitori, rimase come degente all’ospedale psichiatrico di Palermo.
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I trattamenti subiti: elettroshock, shock Insulinico ed il continuo bombardamento con psicofarmaci, sono riusciti ad oscurare e forse a scalfire, ma non a domare ed annullare la sua personalità che nella poesia stessa emerge netta e chiara.

Il giardino a lei dedicato si trova al padiglione 29 dell'ex manicomio di via Gaetano La Loggia ed è stato piantumato, sistemato, progettato, organizzato e realizzato grazie al progetto R.E.T.E (Rete Educativa Territoriale Ecosostenibile) nell'ambito del Piano di Azione Coesione "Giovani NO Profit" del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza dei Ministri.

Nato con l'intento di promuovere l'inclusione sociale di giovani in situazioni di svantaggio, attraverso lo sviluppo di competenze fondate sull'educazione ambientale e sulla cultura della legalità.

Il progetto ha visto coinvolte sei associazioni: Contaminando bios, Cooperativa officina 22, Cooperativa i sicaliani, Associazione interetnica shusha, Associazione di psicologia applicata Elianto e Consulenza e formazione labita, che durante un anno si sono viste settimanalmente per costruire il giardino. Oltre agli operatori delle varie associazioni sono stati coinvolti 22 ragazzi con disagio psichico provenienti dal dipartimento di salute mentale, i ragazzi della giustizia riparativa e alcuni segnalati dal Sert.

Il giardino è un percorso sensoriale, diviso per zone: dalle piante officinali con i loro aromi, un'altra con tutti i tipi di gelsomino, le rose colorate e profumate e alberi di agrumi (limoni, manderini e aranci), inoltre sparse per tutta l'area ci sono dei pannelli con alcune delle poesie che Maria Fuxa ha scritto durante il periodo trascorso in manicomio.

Lo spazio verde è aperto a tutti e in particolare sarà utilizzato da una delle associazioni che ha partecipato al progetto "Officina 22" che lo utilizzerà per svolgere attività con ragazzi disabili.
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