Dalla Polonia a Palermo, crea la prima Banca del Latte: Iwona, che cura i bimbi prematuri
Vi raccontiamo la storia della dirigente medico con incarico professionale per il sostegno dell'allattamento oltre ad essere un formatore regionale. Di che si tratta

Iwona Kazmierska
Iwona Kazmierska, classe '63, durante gli studi universitari, nel 1988, insieme ad una collega sceglie il Policlinico di Palermo come destinazione di una borsa di studio per il progetto "Erasmus" della durata di un mese.
Studentessa in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Szczecin al nord della Polonia, conclude gli studi con il massimo dei voti e lode ma l'amore la richiama in Sicilia. Infatti un anno dopo torna a Palermo e decide di fermarsi. Qui Iwona deve sostenere alcuni esami di comparazione per rendere valida la laurea polacca: «In Polonia avevo ottenuto un riconoscimento dal Ministero della Salute.
Ero stata classificata tra i primi dieci migliori studenti. Quando sono arrivata in Italia quella Laurea mi è stata valutata con 105/110. Non era un cattivo punteggio ma era distante da quello meritato in Polonia».
A Palermo, Iwona ha voglia di imparare l'italiano e iniziare a lavorare. Le viene offerta l'opportunità di frequentare come volontaria il reparto di Pediatria. «Non era la mia prima scelta, non ero innamorata di Pediatria ma avevo la possibilità di iniziare il tirocinio subito presso l'Ospedale dei Bambini di Palermo ed essere inserita nel gruppo del dottor Giuseppe Iacono », afferma la dottoressa polacca.
Quello è un gruppo di lavoro dove prevale lo spirito di studio, fare ricerca, sperimentare, e fare squadra. Nasce un vero amore e in poco tempo la gastroenterologia pediatrica diventa la sua passione.
Nel '93 inizia la sua prima esperienza lavorativa all'Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo in Neonatologia, «un campo della Pediatria che non conoscevo ma che era molto affascinante. Io però volevo ancora studiare e conseguire la specializzazione. Essere medico generico non mi bastava», racconta. Ambiziosa e desiderosa di conoscere, Iwona rifiuta un contratto a tempo indeterminato di Neonatologia per frequentare la specializzazione della durata di 4 anni in Pediatria presso l'Ospedale dei Bambini di Palermo diretta dal professore La Grutta.
«Volevo ancora inseguire il mio sogno, ho intrapreso e conseguito la specializzazione. Ho potuto frequentare diversi reparti di Pediatria ampliando le mie vedute e preparazione».
Quel posto in neonatologia al Buccheri La Ferla le viene conservato perchè quel professore, il responsabile Ubaldo Dimita, l'aspetta con un contratto definitivo.
Nel '98 la sua è una stuttura all'avanguardia con una Terapia Intensiva Neonatale ben organizzata. «Grazie a determinate cure molti neonati prematuri, fragili e delicati, sopravvivevano».
È il tempo in cui Iwona impara che il bambino prematuro non ha bisogno solo di cure mediche, antibiotici, ventilazione meccanica ma soprattutto del supporto familiare, e del contributo essenziale dell'allattamento materno.
«Visto che venivo dal reparto di gastroenterologia il professore Dimita mi affida l'area della "nutrizione" affinchè io possa specializzarmi nella nutrizione del bambino prematuro», racconta Iwona Kazmierska.
Quella di Dimita è un'equipe multiculturale, ricorda Iwona: «Avevo colleghi che venivano dal Belgio, dalla Spagna, da Malta, americani. Il dottor Dimita sosteneva che lì dove c'è un gruppo di persone provenienti da diversi paesi c'è maggiore fermento e cultura. Infatti in quel gruppo c'era molta forza - Ubaldo ci ripeteva "dovete essere primari di voi stessi"».
In quegli anni l'informazione sull'allattamento materno è carente. La Kazmierska racconta che negli anni '70 si era data molta importanza alla nutrizione artificiale considerandolo la formula a base di latte vaccino più ricca di nutrienti. Un'idea, purtoppo, promossa anche nell'ambito medico-scientifico che ha portato ad abbandonare l'allattamento al seno a favore di quello artificiale.
In Italia e a Palermo oggi sta crescendo il tasso di donne che allattano al seno perchè sostenute e formate da un gruppo di operatori sanitari che segue le indicazioni di OMS e di Unicef secondo il progetto che si chiama "Ospedale amico del bambino". Un esperimento sociale per sostenere la donna durante l'allattamento.
«Il personale deve essere entusiasta e possedere le basi scientifiche per sostenere la mamma soprattutto in modo pratico nelle prime settimane dopo il parto» ripercorre la dottoressa Kazmierska.
«Quasi tutte le donne vogliono allattare ma nel caso di iniziali difficoltà vanno aiutate e sostenute senza subito offrire le integrazioni di formule artificiali con biberon che possono confondere il neonato e diminuire la produzione del latte materno».
Nel 2005 Iwona Kazmierska fonda la "Banca del Latte", la prima banca siciliana per fornire il latte umano ai nati prematuramente. L'allattamento naturale può essere difficile a causa della distanza, perchè per esempio il bambino prematuro si trova in una struttura ospedaliera e la mamma in un'altra, oppure ancora nel caso di parti gemellari o problemi di salute materni.
Ecco allora che interviene la "Banca del Latte" dove viene conservato il latte donato dalle mamme che hanno una produzione abbondante. «Alcune donne sono particolarmente predisposte, altre stimolano altro latte oltre quello che serve al proprio bambino». All'Ospedale "Buccheri la Ferla" di Palermo il latte donato viene refrigerato, congelato e soprattutto pastorizzato per poterlo rendere utile ad un altro bambino che non è figlio della madre donatrice.
«Tutto il latte donato viene scrupolosamente controllato dal punto di vista microbiologico», spiega la Kazmierska. Grazie all'uso di latte della Banca del Latte Umano Donato il tasso di mortalità infantile si abbassa. Il latte donato offre al bambino prematuro un valido supporto immunologico, così da affrontare meglio eventuali infezioni e intolleranze alimentari. L'allattamento al seno è la naturale conseguenza del parto.
«Oggi - spiega - la fondatrice della Banca del Latte - anche nel caso di un parto cesareo che dura non più di venti minuti - con un consenso tra anestesisti, ginecologi e pediatri, in sala operatoria il bambino appena nato viene subito appoggiato sopra il petto materno. Il contatto "pelle a pelle" è il primo elemento fondamentale che consentirà al bambino di potersi attaccare al seno con maggiore facilità e assicura una maggiore durata dell'allattamento.
La separazione del bambino dalla mamma nelle prime ore dopo il parto è alla base di tante difficoltà che poi porteranno al mancato allattamento al seno» spiega con passione la Kazmierska.
Oggi Iwona Kazmierska è Dirigente medico con incarico professionale per il sostegno dell'allattamento oltre ad essere un formatore regionale in materia.
«La Medicina è un'Arte che si impara seguendo i maestri. Ho avuto la fortuna di incontrare tre grandi pediatri nel mio percorso siciliano, da cui ho imparato la prevenzione, e quindi la promozione dell'allattamento materno. Posso valutare positivamente la mia esperienza di diventare pediatra in quanto lascio alla mia città adottiva una mia creatura preziosa, la Banca del Latte Umano Donato, che in venti anni di attività ha aiutato a nutrire quasi mille bambini nati prematuramente».
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