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Dalla storia di "Siso" nasce un museo: così un capodoglio insegna a rispettare il mare

Il MuMa è il Museo del Mare di Milazzo nato dalla commovente storia del Capodoglio "Siso", morto nell'estate 2017 dopo esser rimasto incastrato in una rete da pesca illegale

  • 3 febbraio 2020

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Un Museo diverso, atipico, che punta a far prendere coscienza del problema dell’impatto dell’uomo sul mare: è il MuMa, Museo del Mare di Milazzo, un viaggio spirituale per riscoprire l'armonia tra uomo e mare passando attraverso scienza e arte.

Sito nel Castello di Milazzo, il MuMa ha l’unicità di essere il primo museo nato per divulgare le problematiche legate agli impatti antropici: nasce dalla commovente e tragica storia di un Capodoglio, ribattezzato "Siso", che nell’estate del 2017 ha trovato la morte al largo delle Isole Eolie perchè rimasto intrappolato in una rete da pesca illegale.

Dopo lo straordinario recupero delle ossa e la ricostruzione dello scheletro grazie all'iniziativa del Biologo Carmelo Isgrò, ha preso vita l'idea di realizzare un museo che sensibilizzasse tutti sui temi della sostenibilità, della riduzione del consumo giornaliero della plastica a beneficio dei nostri mari e dei suoi abitanti.
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«Siso era un giovane maschio di 10 metri rimasto impigliato con la pinna caudale in una rete illegale a largo di delle Isole Eolie - dice Carmelo Isgrò - Nonostante gli intensi sforzi degli uomini della Guardia costiera, che lo hanno liberato parzialmente dalla rete, il Capodoglio purtroppo è morto, dopo una lenta e sofferente agonia».

«Il suo corpo è stato trasportato dalle correnti fino alle coste di Capo Milazzo dove, sotto l’egida del Museo della Fauna dell’Università degli Studi di Messina, ho scarnificato circa 10 tonnellate di carne, con la finalità di recuperarne le ossa e durante questa operazione ho estratto dalla pancia del cetaceo molta plastica, tra cui un vaso da giardinaggio nero e diverse buste ingerite in vita dall’animale».

Oggi, dopo un lungo processo di pulizia e trattamento, lo scheletro del Capodoglio “Siso” (così ribattezzato da Carmelo in nome di un suo caro amico coinvolto nelle operazioni di recupero venuto a mancare pochi giorni dopo) è esposto al pubblico all’interno del suggestivo “Bastione di Santa Maria” dell’antico Castello di Milazzo, meta di migliaia di turisti da tutto il mondo: sospeso in aria con dei cavi, è stata posizionata agli occhi dei visitatori anche la rete illegale che l’ha ucciso e la plastica che è stata trovata nella sua pancia.

Nasce così il Sisproject che ha portato alla creazione di un vero e proprio Museo del Mare nell’agosto 2019, in collaborazione con il Comune di Milazzo e l’Università degli Studi di Messina: ma il “MuMa Milazzo” non è il classico museo del mare con le teche e i pannelli statici, né un museo pieno di scheletri in cui regna il silenzio, ma è un museo interattivo soprattutto per i ragazzi dove l'interdisciplinarietà guida il desiderio di trovare nuove formule e soluzioni per la corretta relazione uomo ambiente.

«L’obiettivo è sensibilizzare la gente affinché la tragedia del capodoglio Siso possa condurre ad un momento di riflessione e crescita per tutti, adulti e bambini - continua.

Il MuMa è un luogo dove la Scienza incontra l'Arte intesa nelle sue sfaccettature più ampie, il visitatore vivrà al suo interno un'esperienza di conoscenza grazie a video didattici interattivi, esperienze di realtà virtuale, realtà aumentata e installazioni artistiche multimediali che lo porteranno a prendere coscienza degli impatti antropici per un necessario cambiamento del rapporto uomo-mare».

In vista dell’apertura del museo, oltre un anno fa, è stata aperta una campagna di crowfunding, che ad oggi ha portato a raccogliere oltre 33 mila euro, e che è sempre attiva sul sito del Museo il cui ricavato serve per far crescere sempre di più questo progetto.

«Il museo si basa sull’Ecosofia e cerca di fare evolvere il visitatore, chi entra aumenta la sensibilità per i temi ambientali e tra installazioni didattiche e scientifiche cui si alternano installazioni artistiche l’esperienza al suo interno mira a lasciare nel visitatore un più consapevole amore per la natura e il mare con una cresciuta voglia di rispettarlo e farlo rispettare».
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