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Dalle nozze in grande stile alla (economica) "fuitina": com'era e com'è sposarsi in Sicilia

Dal lancio dei petali al riso, dai matrimoni nell'aia delle galline ai locali chic, dalla scelta della bomboniera al viaggio di nozze. Com'è cambiato il rito negli ultimi anni

Giovanna Caccialupi
Perito chimico industriale
  • 8 luglio 2023

Un lieto evento in famiglia mi ha fatto venire in contatto col mondo dei wedding planner ceremony, che in cambio di un cospicuo esborso di denaro ti dà la serenità e la certezza che tutto sarà perfetto, senza logorarti il sistema nervoso avventurandoti nella scelta di addobbi, menu, location.

Tutto questo mi ha ricordato i matrimoni ai quali ho partecipato durante la mia infanzia.

Spesso la location era una grande aia, ripulita per l’occasione e le galline momentaneamente trasferite in pollai di fortuna. Per ovvie ragioni di meteo erano prescelti i mesi estivi. L’aia è stata poi sostituita da locali che solitamente servivano da magazzini.

Nel mio paese un facoltoso commerciante di agrumi metteva volentieri a disposizione il suo deposito, appena conclusa la raccolta. Invitare lui e la sua famiglia era l’unico modo per ringraziarlo.

L’arredo della sala da pranzo era costituito da sedie e tavoli prese in prestito nel vicinato assieme alle stoviglie e tovagliato.
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Quando non c’erano abbastanza tavoli si ovviava con assi (sovente le assi dei letti) poggiate su sostegni improvvisati e precari. Il corteo si muoveva a piedi da casa della sposa fino in chiesa (anche quando la chiesa non fosse proprio vicinissima).

Dalla chiesa ai locali per l’intrattenimento sempre a piedi, fra le persone che auguravano felicità gettando sugli sposi petali di fiori, allora non si usava gettare il riso.

Il menu era costituito da dolci e liquori preparati in casa, di pronto si compravano solo i confetti che venivano distribuiti sfusi agli invitati dalla sposa, che a fine banchetto girava tra i tavoli e con un cucchiaio li prendeva da una ciotola sostenuta dallo sposo, non esisteva ancora la bomboniera e nemmeno la torta.

Non si addobbava neanche la chiesa, chi nel vicinato aveva fiori nel proprio giardino riempiva i vasi sull’altare. Le foto rare, al massimo tre o quattro. In una lenta evoluzione ho visto padri di spose girare per il paese e offrire porta a porta gelati di una nota industria e bottiglie di una altrettanto famosa bevanda.

Padri che all’uscita della chiesa lanciavano manciate di monetine e confetti sulla folla e gruppi di agguerriti ragazzini che sgomitavano prepotenti per appropriarsene.

Le prime location alla moda erano sale di bar dove venivano serviti torta e spumante e alla fine i camerieri distribuivano piccoli vassoi di paste di mandorla avvolti in carta colorata e legati con un nastrino dorato, uno per famiglia da portare a casa.

Ingaggiare un’orchestrina che proponeva i motivi in voga all’inizio era considerato un lusso, poi divenne pacchiano.

Nell’arco di pochi anni, in una lenta evoluzione, al matrimonio successivo si aggiungeva una novità a quella precedente e diventò così indispensabile addobbare la chiesa, noleggiare una macchina di grossa cilindrata per gli sposi, e fare il banchetto in locali consoni, anche se lontani, all’occorrenza si noleggiavano pullman per gli invitati che non avevano la macchina (la stragrande maggioranza).

Le foto tante, troppe, e un grosso album pregiato e il filmino. Gli inviti stampati ed inviati che dovevano essere rispediti (la busta già affrancata) per confermare la partecipazione e il numero dei partecipanti.

Invito e partecipazione, non sempre compresa la differenza che generava equivoci e livori. "Ma si non sugnu invitatu, chi mi scriviti a fari? - mi scriviti, picchi vuliti u rialu, senza invitarimi?".

Diventò necessario ingaggiare un buon organista in chiesa e poi anche un cantante lirico. "A me figghiu a maccia nuziali di mendessoni. Mi custau assaiuni …, ma cca mai nuddu l avia sintutu mai" e l'altra rispondeva: "Ma chi è a maccia nuziali? -“cummari è na musica ca ci voli pi maritarisi".

"A me figghiu l’Avi Maria di Sciubett, cettu….. non tutti a ponu capiri…." - “ pi me figghia i ciuri i fici purtari di San Remu….. sia pa chiesa ca pa sala…sia pu buche’…". E ancora “a machina pi sposi a ffittaiu unni sa ffittau l’onorevuli pi so figghia…".

Ovviamente anche i menù dei banchetti hanno subito grandi evoluzioni, ricordo che nel ’67 il pollo a forno con le patate era considerato un gran lusso e ancora più lusso era servine mezzo per ogni commensale. - “ io ci u dissi o metro du ristoranti, non è ca mi faciti ristari i genti motti di fami? Quantu custa custa, avi a essiri menzu pollu a testa...".

Poi, la scelta della bomboniera, sempre più pregiata e affiancata da quella più scarsa per gli ospiti di serie b -“ a mia a bomboniera scassa, ma chi ci pari cu semu? Nui pu rialu spinnemmu assai! E io ci a lassai supa u tavulino, pi spregiu…”

- “di suli fotografii spinniu assaiuni e l’album mi custau cchiòssai di tutti fotografii…”

Anche il viaggio di nozze divenne fondamentale, man mano le mete di moda sempre più distanti e più costose. Nell’organizzare un matrimonio si partiva da quello precendente come pietra di paragone e tutti gli sforzi erano volti a superarlo, in ogni suo dettaglio, anche tra parenti la competizione era spietata.

- U vistitu di me figghia mi custau cchiù caru di chiddu ca me frati ci ccattau a so figghia , e tutti si nni accuggenu….

Si esponevano il corredo della sposa e i regali ricevuti. Si apriva ad amici e parenti la casa appena allestita per gli sposi. Solitamente le suocere facevano da guida sottolineando i pregi dell’arredamento, come commesse di mobilifici elencavano anche caratteristiche e prezzi.

- Chistu è u salottu, di baloccu vinizianu, chi ciuri scolpiti a manu…. - No cummari, chistu non è u cantaranu, chistu è u comò ca specchiera dorata….. - Criditimi u spazzulinu du cessu, custau cchiò ssai da puttruna…. - i lampadari tutti di cristallu di buemia….

- A cucina è alla miricana e macari chista ni custau cchiù di du milioni…. - i mattunelli pu bagnu i ficimu fari apposta, na nfunnata sulu pi nui!!!! Comu a chisti cca no natu vistu mai… . Tutto era proporzionato alle capacità economiche della famiglia.

Ma quando le possibilità erano scarse si ricorreva alla fuitina, efficace pretesto per evitare spese. Ma della fuitina e delle varie modalità vi racconterò un’altra volta.
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