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Decathlon a Palermo e il cavillo che non c'è: una (clamorosa) sentenza riapre la partita

Si torna a parlare della prima sede ipotizzata per il colosso francese di abbigliamento sportivo. Parliamo del vecchio stabilimento della Coca Cola a Tommaso Natale

Balarm
La redazione
  • 21 dicembre 2020

Si riaccende la speranza e l'ipotesi che Palermo possa avere il suo Decathlon torna concreta.

E si torna in quella che fu la prima sede ipotizzata per la realizzazione dell'insediamento commerciale del colosso francese di abbigliamento sportivo. Parliamo del vecchio stabilimento della Coca Cola a Tommaso Natale.

Vi rinfreschiamo la memoria.

Nell'aprile 2019, il Comune di Palermo (per un cavillo) aveva detto "no" alla riconversione dell'ex stabilimento di via Rosario Nicoletti. La motivazione? La zona in cui doveva sorgere la struttura - si era detto -«non è compatibile con la destinazione commerciale proposta». Per il Suap non potevano andarci attività che non fossero esclusivamente "industriali, artigianali e simili" (interpretazione suffragata anche da un parere dell'avvocatura comunale).

A cambiare le carte in tavola è adesso una clamorosa sentenza del Tribunale amministrativo regionale che - come riporta un articolo del Giornale di Sicilia - ha annullato quel diniego del Comune alla riconversione.
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Secondo i giudici del Tar Sicilia, infatti, c'è stata un'interpretazione sbagliata delle norme tecniche di attuazione da parte del Suap, lo Sportello unico delle attività produttive.

In particolare, gli uffici, prendendo questa decisione, si erano basati su un parere dell’avvocatura comunale, perché la destinazione urbanistica dell’area «non è compatibile con la destinazione commerciale proposta» secondo le norme tecniche di attuazione.

La zona è classificata D, ovvero "insediamento industriale", per cui – secondo il Suap – vi si possono installare attività «industriali, artigianali e simili». La risposta evidentemente non ha convinto la società immobiliare che si è rivolta al Tar.

I giudici ritengono il provvedimento comunale viziato da «illogicità manifesta e contraddittorietà ed eccesso di potere per carenza di motivazione».

Secondo il Comune non poteva essere riconvertito un immobile commerciale in un’area in cui è possibile costruirli, ma «ciò considerato – scrivono i giudici – sarebbe veramente inspiegabile e irragionevole prevedere che ciò che può essere fatto in edifici di nuova costruzione non possa essere svolto negli edifici già esistenti, originariamente destinati ad altra attività».

Insomma, si riapre la partita ma ancora non è dato sapere se il colosso francese sia ancora interessato all'offerta. Staremo a vedere (e sperare).

«L’amministrazione - spiega il sindaco Leoluca Orlando - ha sempre operato per la semplificazione delle procedure e della normativa, che sovente è di difficile interpretazione. Anche in questo caso, come emerge chiaramente dai verbali della commissione, la linea proposta era in questa direzione.

Come è noto però sono state espresse perplessità da parte di consiglieri comunali e il Suap, riscontrando incertezze interpretative e procedurali, ha operato, peraltro con un parere dell’avvocatura, per il diniego che il Tar sembra adesso aver chiarito».
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