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È la città più antica e non te l'aspetti: della "Porta della Sicilia" si parla (ancora) poco

Se gareggiare tra città sull’antichità non è costruttivo, serve però a insegnarci che le cose non sono quasi mai come sembrano. In vetta c'è un posto spesso dimenticato

Daniele Ferrara
Esperto di storia antica
  • 8 aprile 2023

Messina

Se gareggiare tra città sull’antichità non è costruttivo, serve però a insegnarci che le cose non sono mai come sembrano e che persino le città oggi meno importanti o più deturpate sono state in un tempo lontano le prime e le massime, monito per la gente odierna che le popola.

È un errore, in Sicilia, contare le date di fondazione delle colonie greche o puniche come date di nascita delle città, giacché molti abitati esistevano già da secoli, sicché quei coloni talvolta s’insediavano proprio in località già popolate; è il caso anche di Giardini [Naxos], che viene sempre additata come la città siciliana più antica per la sua “fondazione” greca (741 a.C.).

La storia siciliana è iniziata dal primo popolamento dell’isola!, ma purtroppo conosciamo pochi stralci d’epoche remote, talvolta imprecisi (ma non per questo falsi) e mitizzati, che vengono ingiustamente classificati come leggende.
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Se si vuole conoscere di più sulle origini della civiltà in Sicilia, bisogna riuscire a fidarsi di ciò che gli storici antichi hanno tramandato, confrontando le informazioni con i dati archeologici, che incantevolmente confermano quasi sempre le fonti.

In questa brevissima trattazione elenco le città siciliane la cui longeva esistenza è testimoniata sia da documenti che da ritrovamenti, sposandosi la dimostrata vetustà archeologica con le tradizioni riportate dagli antichi, testimoni tardi della fama e dell’importanza di quelle città arcaiche.

Sono state trovate tracce preistoriche in molti altri comuni siciliani e alcuni potrebbero avere origini comunque più antiche, pertanto questa “classifica” cronologica è fatta per comodità, non è da prendersi come valida al 100%! Nella cronologia tradizionale mi faccio aiutare dal "Temporum liber" di Eusebio Girolamo – ovvero San Girolamo – che ci ha tramandate molte date interessanti, da confrontarsi alle datazioni dei reperti rinvenuti.

Anno di riferimento importantissimo per la cronologia è il 1183 a.C. circa, individuato in antico già da Eratostene, in cui sarebbe stata distrutta da un incendio il livello di Ilio VII A, probabilmente la Troia omerica, una data considerata spartiacque dagli storici antichi. Cominciamo! Procediamo all’inverso, dall’epoca più recente alla più lontana.

Esistente da molto prima del 1204 a.C., capitale dei Sicani e sede del re Cocalo, era [Sant’Angelo] Muxaro: c’è sostanziale concordia nell’identificarla infatti con la leggendaria Camico! Girolamo afferma che fu in quell’anno che Minosse, inseguendo Dedalo a Camico, trovò la morte nelle mani delle figlie di Cocalo, come narra Diodoro Siculo.

I resti dell’insediamento arroccato del XIII secolo a.C., Età del Ferro, combaciano con questa fonte. Quando visse Ercole – attorno al 1212 a.C. – già esistevano un gruppo d’importanti città: Erice forse appena fondata dall’eroe omonimo Erice che affrontò Ercole e ne fu ucciso, Agira ove per la prima volta egli avrebbe ricevuti onori divini, Siracusa ove sacrificò in onore di Persefone.

La data è quella in cui Girolamo crede che il grande Eracle istituì le Olimpiadi, proprio in mezzo alle sue celebri Fatiche, una delle quali lo vide passare in Sicilia; gli Elimi, ai quali è collegata Erice, si dice sarebbero giunti dalla Troade sùbito dopo la Guerra (1183 a.C., ma che Girolamo fissa nel 1206), e i periodi coincidono.

Attorno al 1225 a.C. (ipotizziamo) nacque Agatirno che oggi corrisponderebbe a Sant’Agata di Militello: l’assonanza fa impressione! Racconta Diodoro Siculo che i figli di Eolo sovrano di Lipari signoreggiarono in Sicilia. Agatirso fondò Agatirno, al tempo dell’enorme faida tra Sicani e Siculi, possibilmente attorno alla data della caduta di Troia (1183 a.C.), essendo il secondo popolo arrivato nell’isola alcune generazioni prima.

La storia degli Eoliani che dominano la Sicilia e il Bruzio è provata dai ritrovamenti nella costa tirrenica (Messina compresa) di reperti di cultura ausonia (eoliana), databili tra Tarda Età del Bronzo (1550-1200 a.C.) ed Età del Ferro I (1200-1000 a.C.); effettivamente Domenico Ryolo collegò ad Agatirno un insediamento fortificato sul Monte Scurzi facendolo risalire all’Ausonio I (XIII-XII secolo a.C., donde la data immaginaria sopra proposta, una media). Lentini dovrebbe essere la Xutia fondata da Xuto, altro figlio d’Eolo sempre nel racconto di Diodoro, anche in questo caso con la conferma d’un insediamento rinvenuto associabile alla cultura ausonia.

Nel 1397 a.C. doveva esistere Enna. Secondo Girolamo è in quella data che avvenne il famoso rapimento di Proserpina, la quale, secondo il siracusano Firmico Materno e altri autori, oltre a essere una dea, era vissuta storicamente come figlia d’una regina sicana della Sicilia, chiamata appunto Demetra, che risiedeva a Enna, ed era stata rapita da un ricco pretendente nomato Plutone.

Effettivamente c’era un insediamento fortificato risalente al XIV secolo a.C. sul Cozzo Matrice presso il Lago di Pergusa, sulle cui rive sarebbe avvenuto il celebre rapimento. Ma la città la cui più antica (e “provata”) data di fondazione possediamo, è Messina, in antico Zancle: essa, fondata nel 1757 a.C., si aggiudicherebbe il primo posto!

Diodoro nella “Bibliothēkē Historikē” narra di Zancle già esistente in epoca remota allorché, regnandovi Zanclo dal quale mutuò il nome in quel tempo, il gigante Orione ne costruì il porto e alcune fortificazioni;

Tucidide ammette che il nome di Zancle è siculo, dunque pregreco; ma è Sofronio Girolamo l’autore che colloca la fondazione di “Messana o Mamertina” precisamente nel 1757 a.C., un millennio prima delle città “greche” di Sicilia di cui pure parla, scrivendo nel 380 d.C. circa e certamente potendo attingere a un’ampia e solida tradizione di datazione degli eventi altrimenti perduta.

Giusto per intenderci sull’epoca: in quegli anni sedeva sul trono il grande re Hammurabi di Babilonia (morto nel 1750 a.C.), famosissimo legislatore e pietra miliare nella storia del diritto!

I numerosi ritrovamenti di manufatti ceramici e litici presso la penisola falcata e nel centro cittadino nonché di sepolcri nelle zone più esterne, effettuati dallo storico messinese Franz Riccobono e dai ricercatori del Gruppo Archeologico Codreanu e poi degli Amici del Museo di Messina nel corso dei lavori di sbancamento negli anni ’60 del secolo scorso, hanno provata l’esistenza d’un considerevole abitato zancleo almeno (!) dalla Tarda Età del Bronzo (1550-1200 a.C.), dando solidità a quella che prima era soltanto una traccia labile sopravvissuta alle nebbie della storiografia antica.

Queste città da me illustrate sono soltanto quelle rese famose dagli antichi eventi narrati, ma altre ce ne sono risalenti a remota epoca, alcune decisamente misteriose.

Un esempio è Aidone, la cui antenata Morgantina potrebbe risalire addirittura a prima del 1800 a.C., sebbene Strabone la faccia risultare fondata da Morgete sovrano dei Morgeti molto tempo dopo, quando questi arrivarono nell’isola assieme ai Siculi prima della Guerra di Troia; una tale sfuggente vetustà deve farci riflettere sull’assurdità d’un’agguerrita gara d’antichità tra le città. Questo non è che un punto d’inizio, la nostra “Preistoria”, tutt’altro che primitiva, è ancόra in gran parte da svelare!
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