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È ufficiale, un'altra siciliana ci crede: ecco chi si candida Capitale della Cultura 2028

Un’opportunità di rilievo, un ruolo rivestito quest'anno da Agrigento e nel 2018 da Palermo. Ora anche questa città non si sente da meno e ci prova. Di che si tratta

Balarm
La redazione
  • 26 giugno 2025

Il mercato "Fera o Luni" di Catania

È ufficiale. Il Comune di Catania avvia il percorso di candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028. Un’opportunità di rilievo, un ruolo rivestito quest'anno da Agrigento e nel 2018 da un'altra città siciliana, Palermo.

Un modo per valorizzare il patrimonio culturale e il potenziale creativo della città attraverso una progettazione solida e strategica.

A supportare l’Amministrazione comunale in questo processo saranno la Ptsclas, società di consulenza direzionale con comprovata esperienza nella definizione di strategie di sviluppo culturale e territoriale, e Melting Pro, realtà con lunga esperienza nella progettazione culturale e nella rigenerazione urbana.

Le due organizzazioni, individuate tramite manifestazione di interesse pubblico, affiancheranno il Comune offrendo competenze specialistiche maturate attraverso il coinvolgimento in precedenti candidature per il titolo di Capitale della Cultura, la partecipazione a commissioni di valutazione e la realizzazione di studi sugli impatti territoriali del riconoscimento.

Il 23 giugno scorso a Palazzo degli Elefanti si è svolto il primo incontro formale di affidamento dell’incarico, alla presenza del sindaco Enrico Trantino, che ha segnato l’avvio operativo delle attività e posto le basi per la definizione della strategia di candidatura.

Una decisione che prende le mosse dall'aprile scorso quando la Giunta, presieduta da Trantino, approva l’atto di indirizzo che avvia il percorso per la presentazione della candidatura secondo le modalità indicate dal decreto del Ministero.

Il sindaco allora aveva salutato così la decisione della candidatura della Città dell'Elefante al prestigioso riconoscimento: «Abbiamo voluto scommetterci, con largo anticipo, per costruire una candidatura forte, nella quale coinvolgere tutte le forze migliori di questa Città e non solo in ambito culturale.

La nostra idea di Catania Capitale della Cultura è certamente legata a quanto la storia, la cultura e la natura ci hanno generosamente donato, compresi uomini e donne che hanno onorato il loro essere catanesi, ma dovrà essere proiettata nel futuro, puntando su innovazione, rivoluzione digitale, mobilità sostenibile.

La nostra "Capitale" dovrà essere identitaria, inclusiva, aperta, moderna e dinamica: abbiamo tutti i requisiti per farcela. Tutto questo -ha aggiunto Trantino - è nel patrimonio genetico, millenario, della Città e della Sicilia, tanto quanto musei, teatri, segni e presenze del passato, voglia di guardare al futuro, dovremo solo dimostrare di esserne degni.

Sappiamo di avere la storia, le potenzialità e le risorse umane per attraversare gli ostacoli che si frappongono, compreso qualche tenace pregiudizio, ma dobbiamo avere la maturità e la lungimiranza per correre, sopravanzando un traguardo per volta».

A valutare le proposte una Giuria nazionale composta da sette esperti indipendenti, figure di rilievo nel campo delle arti, della cultura e della valorizzazione territoriale e turistica.
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