ITINERARI E LUOGHI
È uno dei siti più affascinanti in Sicilia: la storia millenaria della Grotta dei Briganti
La grotta non è una singola caverna, ma un insieme di ambienti artificiali e naturali: piccole abitazioni, stalle, cunicoli, stanze scavate, scale incise nella roccia. Vi ci portiamo
									La Grotta dei Briganti
				I briganti la utilizzarono come rifugio, gli arabi per conciare le pelli, ma anche i siculi e i bizantini come dimora. E oggi? È uno dei siti più affascinanti dove natura, storia millenaria e leggende si mescolano. Il sito di Cavagrande del Cassibile, riserva e luogo amato per le escursioni naturalistiche, ha anche un luogo che conserva tracce di un passato lontano ancora visibili.
È la Grotta dei Briganti, scena di paesaggi spettacolari, di immersione nella natura selvaggia, di tracce del passato visibili nella roccia e nelle cavità. Se amate escursioni non troppo “facili”, ma ricche di fascino e storicità, è una tappa davvero degna di nota. La grotta fa parte di Cavagrande, una valle canyon imponente situata nella Sicilia sud-orientale, riserva naturale orientata, caratterizzata da gole profonde, laghetti naturali, pareti di roccia a strapiombo, vegetazione mediterranea e numerosi resti archeologici.
Tra i luoghi meno noti ma ricchi di fascino si trova questa grotta, un sito ricco di stratificazioni storiche, testimonianze archeologiche e ambientali, immerso nella natura selvaggia della riserva. Il sito è stato abitato sin dall’antichità: vi sono tracce di popolazione indigena della Sicilia, poi bizantina e araba. Infatti la grotta, come detto, durante il periodo arabo venne utilizzata per la conceria di pelli, grazie alla presenza di acqua sorgiva, necessario elemento per il processo di concia. Il nome “Grotta dei Briganti” deriva dal fatto che, nel XIX secolo era usata come rifugio da briganti locali.
Ciò le conferisce anche una dimensione di leggenda popolare, a volte mescolata alle tracce archeologiche. La grotta, dunque, è un abitato rupestre incassato in un’ampia grotta semicircolare naturale. Presenta circa venti ambienti artificiali accessibili mediante scalini incisi nella roccia. Oltre agli usi abitativi e artigianali, il sito presenta necropoli rupestri con tombe scavate nella roccia, villaggi trogloditici detti “Ddieri” distribuiti sui versanti della cava.
La grotta non è una singola caverna, ma un insieme di ambienti artificiali e naturali: piccole abitazioni, stalle, cunicoli, stanze scavate, scale incise nella roccia. Alcune parti mostrano incavi per i pali di strutture lignee, segni dei supporti usati per costruire coperture, tetti o elementi di impalcatura. E poi ha una vista straordinaria su un panorama unico in quanto è posta a picco sulla cava, con vista sui laghetti, sul canyon, offrendo scorci naturali molto suggestivi. Il sito è visitabile e alcune associazioni propongono itinerari alla scoperta di Cavagrande e di questa grotta.
Alcune escursioni guidate, infatti, la includono esplicitamente nel percorso, assieme ai laghetti e ad altri punti di interesse naturali e archeologici. Il percorso può prevedere tratti tecnici: passaggi con appigli, corde, ripidi, scalinate incise nella roccia. Non è semplicissimo per chi è poco allenato o non ha esperienza di trekking in ambienti naturali piuttosto impervi. Ma vale la pena di essere visitato, anche durante il periodo autunnale.
			
							È la Grotta dei Briganti, scena di paesaggi spettacolari, di immersione nella natura selvaggia, di tracce del passato visibili nella roccia e nelle cavità. Se amate escursioni non troppo “facili”, ma ricche di fascino e storicità, è una tappa davvero degna di nota. La grotta fa parte di Cavagrande, una valle canyon imponente situata nella Sicilia sud-orientale, riserva naturale orientata, caratterizzata da gole profonde, laghetti naturali, pareti di roccia a strapiombo, vegetazione mediterranea e numerosi resti archeologici.
Tra i luoghi meno noti ma ricchi di fascino si trova questa grotta, un sito ricco di stratificazioni storiche, testimonianze archeologiche e ambientali, immerso nella natura selvaggia della riserva. Il sito è stato abitato sin dall’antichità: vi sono tracce di popolazione indigena della Sicilia, poi bizantina e araba. Infatti la grotta, come detto, durante il periodo arabo venne utilizzata per la conceria di pelli, grazie alla presenza di acqua sorgiva, necessario elemento per il processo di concia. Il nome “Grotta dei Briganti” deriva dal fatto che, nel XIX secolo era usata come rifugio da briganti locali.
Ciò le conferisce anche una dimensione di leggenda popolare, a volte mescolata alle tracce archeologiche. La grotta, dunque, è un abitato rupestre incassato in un’ampia grotta semicircolare naturale. Presenta circa venti ambienti artificiali accessibili mediante scalini incisi nella roccia. Oltre agli usi abitativi e artigianali, il sito presenta necropoli rupestri con tombe scavate nella roccia, villaggi trogloditici detti “Ddieri” distribuiti sui versanti della cava.
La grotta non è una singola caverna, ma un insieme di ambienti artificiali e naturali: piccole abitazioni, stalle, cunicoli, stanze scavate, scale incise nella roccia. Alcune parti mostrano incavi per i pali di strutture lignee, segni dei supporti usati per costruire coperture, tetti o elementi di impalcatura. E poi ha una vista straordinaria su un panorama unico in quanto è posta a picco sulla cava, con vista sui laghetti, sul canyon, offrendo scorci naturali molto suggestivi. Il sito è visitabile e alcune associazioni propongono itinerari alla scoperta di Cavagrande e di questa grotta.
Alcune escursioni guidate, infatti, la includono esplicitamente nel percorso, assieme ai laghetti e ad altri punti di interesse naturali e archeologici. Il percorso può prevedere tratti tecnici: passaggi con appigli, corde, ripidi, scalinate incise nella roccia. Non è semplicissimo per chi è poco allenato o non ha esperienza di trekking in ambienti naturali piuttosto impervi. Ma vale la pena di essere visitato, anche durante il periodo autunnale.
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