SANITÀ
Fecondazione assistita gratuita in Sicilia: come funziona e cosa cambia per le coppie
Stop ai viaggi della speranza per le coppie che non riescono ad avere figli. Arriva la svolta: la fecondazione riconosciuta tra le prestazioni a carico del sistema sanitario
Una buona notizia per le tante coppie siciliane che, in cerca di un figlio, sono costrette ad andare oltre lo Stretto per curare la sterilità e sottoporsi alle prestazioni medicalmente assistite. La svolta è arrivata con la firma del ministro della Salute Orazio Schillaci al nuovo tarrifario dei Lea (livelli essenziali di assistenza, ossia tutte quelle prestazioni mediche erogate dal sistema sanitario nazionale.
Tra le novità previste nei Lea, da gennaio 2024, ci sono proprio le prestazioni di procreazione medicalmente assistita. Un passaggio che dovrebbe garantire un'assistenza omogenea su tutto il territorio nazionale, Sicilia compresa, senza più differenze di costi, ad oggi notevoli tra una Regione e l'altra. Si va infatti dai 37 euro di ticket che si pagano in lombardia ai 2.700 euro della Sicilia.
«Finalmente sono finiti i viaggi della speranza e la mobilità passiva. Certamente c’è ancora molto da fare, ma è fondamentale avere raggiunto il traguardo per cui ci siamo a lungo battuti, ossia l’attivazione del Livello Essenziale di Assistenza che, dal primo gennaio 2024, garantirà alle coppie di accedere alla riproduzione medicalmente assistita a carico del sistema sanitario nazionale, senza discriminazioni tra le varie Regioni» afferma il ginecologo Antonino Guglielmino, fondatore della Società Italiana di Riproduzione Umana (Siru) e membro del Consiglio di Presidenza, in occasione del congresso intitolato appunto “L’accesso e le controversie nei percorsi diagnostico-terapeutici delle coppie infertili”, che si è svolto a Siracusa.
«Abbiamo vinto una battaglia trentennale - prosegue -, condotta in prima linea dall’Associazione Hera, insieme ad altre associazioni come Cittadinanzattiva e con l’apporto della Corte costituzionale. Una grande conquista e una svolta storica.
Siamo convinti che questo decreto, sulla cui corretta attuazione la Siru continuerà a vigilare, contribuisca a ridurre il fenomeno del turismo procreativo ad oggi vede ancora migliaia di coppie costrette a spostarsi da Sud a Nord e dalle zone più periferiche verso i grandi centri, per accedere alle cure» conclude.
Risolto il problema dell'accesso, la Regione Siciliana dovrà adesso essere pronta a gestire questa opportunità per essere operativi entro il primo gennaio del 2024.
La Regione Siciliana ha il merito di avere da tempo costruito un network di centri accreditati e già pronti per applicare i Lea, sia nel pubblico che nel privato convenzionato. Occorre certamente contenere ancora di più il pagamento a carico delle coppie, mentre in questo momento sono in poche a potersi permettere cifre a tre zeri. E ciò per dare una chance sostenibile a tutti gli aspiranti genitori, con il solo limite di età di 46 anni per la donna.
«Ci aspettiamo un’esplosione di richieste - evidenzia Guglielmino - e la Regione dovrà essere in grado di accoglierle attraverso i centri di Pma. Il congresso siculo-calabro rappresenta dunque un'occasione di pianificazione, programmazione e razionalizzazione dell'assistenza alle coppie che non possono avere figli. Possiamo realmente contribuire ad ovviare all’emergenza demografica.
In Sicilia la procreazione apporta il due per cento alle nascite complessive, mentre Regioni come la Toscana e la Lombardia arrivano al 7-8 per cento, perché fino ad oggi l’accesso risultava agevolato. La Sicilia potrà raggiungere e superare queste percentuali. Si sta insomma aprendo un nuovo corso».
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