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Fino a 800 euro per tornare a casa: sit-in all'aeroporto di Palermo contro il caro voli

Sono 40mila i siciliani che ogni anno sono costretti a lasciare la propria terra e per tornare si trovano a pagare biglietti salatissimi: che è successo oggi all'aeroporto

Nicoletta Sanfratello
Studentessa di Lettere classiche
  • 22 dicembre 2025

Sit in in aeroporto contro il caro voli (foto di Balarm)

Sono 40mila i siciliani che ogni anno sono costretti a lasciare la propria terra per cercare futuro altrove. La maggior parte di questi lo fa per ragioni di studio o lavorative, trovandosi a pagare biglietti salatissimi ogni volta che, a ridosso delle feste, si vuole tornare a casa a riabbracciare i propri parenti.

Ogni anno si assiste a un aumento sempre crescente dei prezzi dei biglietti e si sfiorano cifre esorbitanti, come 700/800 euro, o a dover fare degli scali lunghissimi e poco pratici, sostando in luoghi lontani rispetto alla propria destinazione.

Per questo motivo è stato chiamato un sit-in davanti all’aeroporto proprio questa mattina (22 dicembre), animato dagli studenti dell’associazione Nun Si Parti e da Federconsumatori. I manifestanti chiedono interventi strutturali da parte delle istituzioni per calmierare i prezzi dei voli.

«Come associazione "Nun si Parti", che si occupa di contrastare il fenomeno dell’emigrazione forzata dalla Sicilia abbiamo deciso di lanciare il sit-in di oggi, per chiedere un intervento immediato e concreto da parte della politica - dichiara Antonino Graziano, dell’associazione "Nun Si Parti" -. Come ogni anno in questo periodo, a Natale, per le feste, le compagnie aeree scelgono di speculare sulla pelle degli emigrati che vorrebbero tornare a casa e aumentano i prezzi dei biglietti che arrivano a toccare nei casi estremi, rincari del 900%.

Un problema che impatta su chi vive fuori dalla Sicilia e sulle loro famiglie, per lo più giovani che studiano o lavorano al nord Italia e che già vivono in condizioni economiche poco stabili per via dell’elevato costo della vita.

Giovani che per tornare a casa durante le vacanze natalizie sono costretti a spendere 500\600 euro di biglietti aerei o ad affrontare viaggi della speranza con scali internazionali. Ci sono ragazzi che per raggiungere Catania da Torino hanno fatto scalo a Budapest».

Si pretende con forza la risoluzione del caro voli, senza ricorrere a soluzioni tampone: «La classe dirigente, la politica risponde che a decidere è l’algoritmo delle compagnie low cost, che sono società private e vigono le regole del libero mercato. Come se un deputato, un assessore o ministro, un presidente di Regione o il presidente del Consiglio, non avessero la minima possibilità di intervenire nel calmierare i prezzi.

E le uniche soluzioni in grado di proporre sono: il Sicilia express, un treno che due volte l’anno permette a 500 siciliani di tornare a casa in 22 ore, o degli sconti che rispetto ai rincari che subiscono i prezzi dei voli, rappresentano gocce nell’oceano», conclude Graziano.

Al sit-in presente anche Federconsumatori: «Siamo qui per protestare contro il caro voli -dichiara Alfio La Rosa, presidente dí Federconsumatori Sicilia -. Noi già fin dal dicembre 2022 abbiamo fatto una segnalazione all'Antitrust che ci ha risposto che non ci sono comportamenti scorretti da parte delle compagnie aeree. È stata fatta un’indagine sugli algoritmi, da cui si evince che non ci sono meccanismi scorretti dal punto di vista commerciale.

Noi lo diciamo da tempo: non serve né la continuità territoriale, perché questo significherebbe un bando che porterebbe a una sola compagnia aerea, probabilmente anche diminuendo il numero di voli rispetto a quelli attuali, né una battaglia di principio contro gli algoritmi».

La soluzione secondo Federconsumatori è che: «Serve aprire un tavolo istituzionale che comprenda le varie parti: Stato, Regione, compagnie aeree, società aeroportuali, sindacati, associazioni dei consumatori e dei cittadini che lottano contro il caro voli. Solo in questo modo, aprendo questo tavolo e proponendo dei piani stagionali nei periodi di vacanza, è possibile avere molti più voli e quindi garantire anche la possibilità di avere dei prezzi ridotti per i cittadini siciliani.

In Sicilia non c'è un vero mercato libero ed effettivo perché qui abbiamo una sola possibilità: quella dell'aereo. Non c'è la possibilità del treno, non c'è la possibilità di autobus, né di navi. L'unica soluzione è il volo - conclude Alfio La Rosa - se non si vogliono perdere almeno 48 ore. E quindi per garantire questo, bisogna garantire la possibilità a tutti i cittadini di muoversi all'interno del Paese».
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