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Fu la casa di Palermo per Luchino Visconti: la storia della Tonnara di Vergine Maria

La tonnara "Bordonaro" e l'intera borgata presero il nome da una grotticella adattata a cappella in cui un tempo i marinai di Palermo veneravano un’immagine della Madonna

  • 30 maggio 2019

La Tonnara Bordonaro a Palermo

Nel 1583, l’architetto fiorentino Camillo Camilliani ebbe il compito di visionare tutte le torri costiere della Sicilia per prendere atto dello stato delle torri (fani) già esistenti, individuare il luogo per costruirne altre e per migliorare il collegamento dei segnali.

Le torri, o fani, servivano per evitare l’approdo clandestino dei pirati. Quando iniziò il suo percorso in direzione di Trapani, osservò la tonnara dell’Arenella, poco dopo si imbattè in un luogo "difficoltoso a camminarvi… più avanti esce una punta talmente acconcia, che diede occasione di costruirvi una torre, con suo baglio, siccome oggi si esercita ed è detta la tonnara di Nostra Signora del Ruotolo".

Era la tonnara di Vergine Maria. La tonnara di Nostra Signora del Ruotolo e la ridente località (Vergine Maria) presero il nome da una grotticella adattata a Cappella dove un tempo i marinai veneravano un’immagine della Madonna e dalla località limitrofa denominata Ruotolo a causa di "un alto sasso" che si trovava sul luogo.
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Nel corso dei secoli, l’uso delle tonnare fu regolato da leggi e concessioni che stabilivano la distanza tra esse e un determinato spazio marittimo per espletare la pesca del tonno. Tutte le tonnare, infatti, inizialmente erano proprietà della Reggia Corte e date in concessione dietro canone o privilegi.

Grazie ad un privilegio, nel 1320 il re Martino concesse al Cavaliere Giovanni Calvello, per meriti di guerra, la tonnara di Arenella col titolo di Baronia. Nel 1450 la tonnara era proprietà della famiglia Fazio, di Genova.

In tutta la Sicilia esistevano circa cinquanta tonnare oggi quasi tutte scomparse e, cosa insolita, la tonnara di Vergine Maria è molto vicina a quelle di Mondello e dell’Arenella.

Ciò è spiegato nel volume "Pesca, corso e cammino de’ tonni" di Francesco Carlo D’Amico (scritto nel XIX secolo): a suo dire, diverse tonanre furono concesse dal re Alfonso a Federico di Bononia dal mare di Monte Pellegrino fino al Capo Gallo.

Sempre il D’Amico scrisse che delle tre tonnare la migliore era quella di Vergine Maria "perché è calata assai fuori ed abbraccia il golfo di Palermo al di sopra di quella dell’Arenella anche se nel calarla li rais (il capopesca della tonnara) devono essere accorti per non incontrare alcuni scogli sotto mare e pietre che si trovano in detto mare".

La struttura ebbe diversi proprietari: all’inizio dell’Ottocento appartenne alla famiglia Oneto dei principi di San Bartolomeo, i cui discendenti esercitavano il possesso ad intervalli di tre anni approfittando del collegamento dela zona con Palermo attraverso un percorso che lambiva l’Arenella e l’Acquasanta.

In seguito passò ai Bordonaro: in questo periodo sul luogo c’erano null'altro che poche case di pescatori. La costruzione del cimitero dei Rotoli, avvenuta nel 1837 in seguito ad un’epidemia colerica che colpì la città di Palermo, diede un impulso demografico alla zona che sino ad allora contava poche case di pescatori.

La tonnara di Vergine Maria è ancora esistente, non svolge la sua attività da molti anni, tuttavia si possono ancora ammirare i locali adibiti a marfaraggio (abitazioni delle ciurme e magazzini per il deposito degli attrezzi).

Nell’immediato dopoguerra fu acquistata dalla famiglia Caputo La Vecchia, che preserva sia l’aspetto che l’organizzazione storica dell'edificio facendo piccoli interventi di manutenzione.

Qualche anno dopo Luchino Visconti prende in affitto l'intera tonnara e commissiona alcuni ritocchi e piccoli lavori: si trovava a Palermo per le riprese del celebre film "Il Gattopardo".

Da quel momento in poi fu completamente dimenticata: alla fine degli anni Ottanta, in seguito a una violenta mareggiata, crollano alcune parti esterne tra cui una scala sul lato nord-ovest e parte del corpo residenziale. Soltanto nei primi anni del Duemila, dopo occupazioni abusive, la Tonnara viene affidata a dei privati che la aprono per eventi di vario genere.
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