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Fu la "Madame Tussauds" palermitana del 1600: Anna Fortino e la sua arte geniale

A causa del suo essere donna si temeva che si perdesse la memoria sul suo genio artistico, ma fortunatamente questo non è accaduto. Ecco la storia di Anna detta "La Fortina"

  • 8 maggio 2021

Giuseppe Di Marzo - Ritratto di Anna Fortino, sec. XIX (Palermo, Biblioteca Comunale)

Se ancora oggi, nel 2021 esistono delle forti discriminazioni verso le donne, immaginiamo quello che accadeva nel 1600. Aver ricevuto l'eredità artistica di Anna Fortino, una donna, è un fatto abbastanza raro.

Intanto chiariamo cos'è la ceroplastica.

«Sei un ceroplasta!» non è un'offesa, ma anzi sarebbe solo un complimento. Con questo termine poco conosciuto, a meno che tu non abbia frequentato l'Accademia di Belle Arti, si intende la nobilissima arte di modellare la cera, praticata sin dall'antichità tra le civiltà del Mediterraneo, per riprodurre scene di riti magici e religiosi.

La cera ricorda nell'aspetto l'epidermide umana. So che stai pensando ai film horror che hanno come protagonisti mostri di cera redivivi. Per rimanere in tema di horror, i Romani, oltre a realizzare con la cera le figure delle divinità, plasmavano anche le immagini di persone defunte per custodirne il ricordo.

Una statua di cera che ad un certo punto potrebbe prendere vita, in un fatale mix tra Toy Story e Frankenstein, non è il massimo da tenere in casa. Su questo siamo tutti d'accordo? Bene.
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Dal XIV secolo si trovano, tra Francia e Inghilterra, esempi di statue in cera a grandezza naturale, abbigliate con paramenti sacri o con abiti sontuosi, più o meno come quando noi andiamo a un matrimonio e sembriamo usciti dalla tomba di un faraone.

Ricordate sempre che dalla cera a un cerone mal riuscito è un attimo, una svista, un po' di fondotinta in più ed è fatta, siamo mummie. I modelli estetici cambiano sempre, è vero, e le mummie hanno un grande fascino, questo è indiscutibile, ma si tratta di un fascino secolare e non esattamente fresco e smagliante.

Ad ogni modo, è bene fare attenzione, in nome delle statue di cera che hanno una certa dignità artistica da rispettare. In Sicilia, l'arte della ceroplastica arriva tra il XIV e il XV secolo. Alla fine del XVII secolo le opere di cera, grazie a tecniche innovative, saranno sempre più caratterizzate da un macabro realismo.

In Sicilia un esponente di questa corrente sarà Zumbo (o Zummo), non si sa se sia siracusano o palermitano. Zummo rappresentava con maestria gli effetti distruttivi del tempo. Si sa che in Sicilia siamo degli allegroni. L'allegro Zummo fu probabilmente uno dei maestri di Anna Fortino, che nacque a Palermo nel 1673; molte fonti dicono sia stata allieva di un'altra artista donna, Rosalia Novelli.

La Fortino proveniva da una famiglia benestante, infatti il nome dell'artista era sempre preceduto dall'appellativo "donna", pratica che in quegli anni indicava uno stato sociale elevato.

Anna si dedicò alla musica, alla poesia, alla pittura e alla cera - non si faceva mancare niente -. La principessa Annetta Turrisi Colonna, in "Effemeridi Scientifiche e letterarie per la Sicilia", scrive così.

«Fra i migliori artisti che trattarono la molle cera; dico, fratel mio, di Anna Loforte, volgarmente chiamata La Fortina. Le figure di costei, sono sì belle, sì vere, che gli artisti, meravigliati di tanto ingegno, fra i modellatori la vantano».

La principessa temeva che si perdesse la memoria sul suo genio artistico a causa del suo essere donna, ma fortunatamente questo non è accaduto - ogni tanto una gioia anche per le donne. Le opere di Anna Fortino sono tante.

L'artista donò un presepe a Re Filippo V di Spagna, che lo custodì con cura: «I suoi lavori in cera sono stati assai in pregio per la grazia e diligenza; e in parte sono stati portati via dagli stranieri, Filippo V di Spagna avea in tanta stima un di lei presepe, che tenealo nella sua stanza da dormire», scrive Agostino Gallo.

Oggi noi regaliamo il decanter per il vino, Alexa, robot vari ed eventuali, mentre un tempo regalavano presepi. Svariati furono i monasteri, le case aristocratiche, dove gli ospiti ammiravano le statue di cera della Fortino. Tante le rappresentazioni: santi, arcangeli, la Madonna, il Bambinello e altre figure religiose.

Un'opera a lei concordemente attribuita è il Cristo deposto custodito presso il Museo Diocesano di Palermo, caratterizzato da un intenso realismo macabro. Anche lei, come il suo maestro, doveva essere molto solare. Anna Fortino si sposò due volte, perché la prima volta rimase vedova.

Morì l'8 ottobre 1749, a settantasei anni. Nel XVIII secolo, in Europa iniziarono ad essere inaugurati i primi Musei delle Cere, che incutevano grande timore, proprio come i ceroni mal riusciti dei nostri giorni.

Occhio! L'effetto mummia è sempre dietro l'angolo.
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