Fuochi d'artificio e risse nelle notti (anche) all'Olivella: "Presidi fissi come in Vucciria"
La Fiepet Confesercenti, sigla che raggruppa gli esercenti a Palermo, chiede maggiori controlli in piazze e luoghi della movida. L'intervista alla presidente Doriana Ribaudo
L'ingresso di "O Scrusciu", il locale della famiglia di Paolo Taormina, il giovane ucciso a Palermo mentre sedava una rissa
Quanto accaduto la notte fra sabato 11 e domenica 12 ottobre non è però un caso isolato nei luoghi di aggregazione giovanile. Ricordiamo quanto successo appena qualche settimana fa a Sferracavallo, durante la processione della festa patronale, o la strage di Monreale dello scorso aprile. A questi si aggiungono le costanti risse che hanno luogo negli spazi frequentati dai giovani. Spazi che si trovano ad essere vittime di eventi spesso delittuosi, portando per conseguenza la paura dilagante di frequentare il centro di Palermo, oltre che la rabbia e la tristezza che eventi del genere provocano.
«È da mesi, se non da anni, che noi avanziamo proposte», dichiara Doriana Ribaudo, presidente di Fiepet Confesercenti Palermo, sigla che riunisce i pubblici esercenti della città. «Al di là degli eventi che sono accaduti negli ultimi tempi, i segnali di allarme ci sono stati. A questi segnali di allarme si è risposto con operazioni chiamate ‘ad alto impatto’ che vedevano come oggetto dei controlli ad attività che nel 90% dei casi sono in regola, o controlli a famiglie che passeggiano per strada. Io stessa sono stata fermata con la famiglia alla vucciria, una sera d’inverno. Al contrario invece non sono state colpite le vere sacche di illegalità e di delinquenza».
«L’Olivella - spiega Ribaudo - è centro di eventi poco legali da tempo. Noi lo abbiamo fatto presente in tantissime occasioni. Nel momento in cui è stato istituito il presidio fisso alla Vucciria, abbiamo anche evidenziato che lì si erano calmate le acque, ma che la situazione di disagio si era spostata in altre piazze della città e che probabilmente servivano altri presidi, o un controllo più diffuso.
L’Olivella è a cento metri dal Teatro Massimo, dove in piena notte vengono esplosi fuochi d’artificio - non a caso ha preso fuoco un’auto - e noi che siamo rappresentanti di esercizi dobbiamo sottostare a un regolamento movida molto stringente che ci obbliga a non fare musica all’esterno dei nostri locali ad una certa ora, invece in quel quartiere questo accadeva ogni sera a volumi incredibili che difficilmente un presidio posto davanti al Teatro Massimo non poteva non ascoltare. Eppure questo si è consentito nel corso di questi mesi, quindi nessuno adesso deve dire che non sapeva, che non aveva percepito, perché non è cosi».
La situazione è infatti in crescita da settimane, si assiste ad un aumento costante delle violenze nei luoghi di aggregazione, che da spazi di socialità e svago, diventano luoghi da evitare perché associati a vicende come questa.
Le associazioni di categoria si mostrano volenterose di collaborare con l’amministrazione per risolvere il problema, a patto però di avere un supporto delle istituzioni. «Non vorrei essere né nei panni del prefetto, né nei panni del sindaco, che si trovano a gestire una situazione molto delicata con un numero di forze dell’ordine veramente esiguo», continua Ribaudo.
«Ma sta nel sindaco, sta nel prefetto, puntare i piedi per avere maggiori risorse. Martedì scorso noi siamo stati convocati dal prefetto e dal sindaco per discutere di un protocollo di intesa finalizzato alla collaborazione per il controllo del territorio. Già in quella seduta io ho fatto presente che un patto prevede in impegno da ambo le parti, noi c’eravamo e ci siamo ancora a dare il nostro contributo con i nostri sistemi di video-sorveglianza, che in un modo o in un altro, arrivano dove le forze dell’ordine non riescono ad arrivare».
La collaborazione dei commercianti, però, non può essere l’unica risorsa per far fronte al problema. «I sistemi di video-sorveglianza, però, servono a perseguire reati già compiuti. Noi è da mesi che diciamo che l’Olivella e altre piazze della città hanno bisogno di presidi fissi e ciò non è accaduto. Quindi, a questo punto, noi non firmeremo alcun protocollo se non verrà garantito che, su richiesta motivata degli esercenti o delle associazioni di categoria, siano istituiti dei presidi di sicurezza nelle zone più critiche della città. Se non partiamo da questo, non serve alcuna video-sorveglianza. Non possiamo più permetterci eventi di questo genere, dobbiamo prevenire e agire prima che accadano».
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