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Giorni decisivi contro il virus: i siciliani non stanno a casa, chiesto l'aiuto dell'esercito

Nei prossimi giorni atteso il picco dei contagi nell'Isola, per questo è necessario rimanere in casa: il presidente della Regione scrive al ministro dell'Interno

  • 19 marzo 2020

I siciliani sono indisciplinati, in molti non riescono proprio a stare a casa. Fioccano le multe, arrivate a quota duemila da quando si è scatenata l'emergenza, elevate a chi esce per strada senza motivo. A Palermo, come se non bastasse, sono state accese ben 18 vampe per San Giuseppe, il tutto è davvero troppo visto che si attende il picco di contagi proprio in questi giorni.

Per questo motivo è stato richiesto e ottenuto l'intervento dell'Esercito nelle strade delle città siciliane come spieghiamo in questo approfondimento.

Intanto ieri i nuovi positivi sono stati 45: finora l’aumento maggiore era stato il più 32 di domenica, ma negli ultimi giorni l’aumento medio si era aggirato intorno a 25 tamponi.

Adesso, dunque, è il momento in cui restare a casa ed evitare i contatti. Le misure diventano più restrittive: Palermo ha chiuso i giardini pubblici fino al 2 aprile, limitato il numero di passeggeri che possono salire a bordo degli autobus, bloccato tutti i mercati all’aperto e proposto al presidente della Regione di vietare l’ingresso in città per gli ambulanti provenienti da altri Comuni.
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In previsione del picco e mentre gli ospedali si preparano a fronteggiarlo al meglio con nuovi posti letto, creando nuovi spazi di terapie intensive, reclutando nuovi medici ed infermieri, il presidente della Regione ha chiesto e ottenuto maggiori controlli al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.

Il governatore, nella lettera inviata al responsabile del Viminale, ha sottolineato come l’Isola sia «una Regione dove il tasso di crescita dei soggetti positivi al contagio, in questo momento, si rivela superiore a quello della media nazionale».

Musumeci ha chiesto di «valutare la necessità di impartire disposizioni affinché sia potenziato il numero delle pattuglie delle Forze dell’Ordine», ricorrendo, ove ritenuto necessario, anche ai «militari dell’Esercito impegnati in Sicilia nell’operazione “Strade sicure”».

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