Giusto Catania torna in pista sulle ciclabili: "La maledizione degli assessori a Palermo"
L'ex assessore comunale alla Mobilità entra nel dibattito sulla pista ciclabile in corso Calatafimi e si sfoga: "Ci hanno contestati ma oggi ripropongono le nostre stesse cose"
L'ex assessore comunale Giusto Catania
«Le piste ciclabili, a Palermo, sono la maledizione degli assessori alla Mobilità». Provare per credere, si legge tra le righe. E come non crederci se a dichiararlo è proprio un ex assessore comunale in persona: Giusto Catania, che ha guidato gli uffici comunali della Mobilità durante l'amministrazione di Leoluca Orlando.
Il riferimento è chiaramente all'acceso dibattito che si è generato sulla questione della ciclovia da realizzare in corso Calatafimi. Progetto che ha ricevuto contestazioni e critiche da ogni parte, a cominciare da tutta la Quarta Circoscrizione e anche da pezzi della maggioranza che sostengono l'amministrazione Lagalla, così pure la Terza Commissione Consiliare, che ha chiesto al Rup, l'architetto Giovanni Sarta, di rivedere il progetto per venire incontro alle richiesta di residenti e commercianti.
Giusto Catania è uno che sa bene cosa significa "mettere mano" alle strade di Palermo. Alcuni dei provvedimenti entrati in vigore durante il suo mandato e che hanno cambiato l'assetto del centro storico - vedi Ztl e isole pedonali - e del trasporto pubblico (tipo il tram), sono stati oggetto di asperrime critiche da più fronti e in alcuni casi sono finiti persino in tribunale (un esempio su tutti i ricorsi contro la Ztl).
Dopo tre anni e mezzo, oggi Catania si inserisce nel dibattito sulle piste ciclabili e, con l'occasione, si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. «Possiamo dire che avevamo ragione?», dice a Balarm. «All'attuale assessore è bastato dire sottovoce che voleva progettare la pista ciclabile di corso Calatafimi per beccarsi gli insulti e gli attacchi dei consiglieri della sua maggioranza, le proteste dei cittadini, le agitazioni dei commercianti, le preoccupazioni dei professionisti della doppia fila. È un film già visto!».
Anche sulle piste ciclabili l'ex assessore è stato molto contestato a suo tempo: «La pista ciclabile di via Dante e quella bidirezionale che collega via Villafranca con via Praga sono stati oggetto di attacchi da destra e sinistra, sabotaggi, potreste, derisione sulle prime pagine dei giornali».
«L'opposizione - attacca - ha promesso di eliminarle fino al giorno prima di vincere le elezioni. Ebbene, quelli che erano all'opposizione hanno vinto le elezioni e non solo non hanno abolito le piste ciclabili realizzate (si sono limitati a non fare la manutenzione - dichiara ironico - ma addirittura, adesso, vogliono dare attuazione ai percorsi ciclabili previsti dal piano della mobilità dolce, quello deliberato dalla precedente amministrazione, a partire da Corso Calatafimi».
Evidentemente i palermitani non sono proprio inclini ai cambiamenti? O semplicemente sono ostili alle piste ciclabili. «No, quando mai. Il problema non sono i palermitani ma le istituzioni che devono fare un investimento educativo sulle ciclovie e sulla mobilità sostenibile. I cittadini, in generale non solo i palermitani, vanno abituati gradualmente» spiega l'ex assessore.
«Vogliamo ricordare le "rivolte popolari" contro le aree pedonali? E oggi tutti, per primi i commercianti, chiedono le isole pedonali, che negli anni sono diventate aree commerciali. Posso dire, oggi, che avevamo ragione noi?».
Catania non risparmia attacchi: «Quelli che tre anni fa hanno fatto la campagna elettorale contro il nostro piano di mobilità dolce, oggi lo ripropongono uguale. Le uniche cose a essere cambiate sono i nomi di sindaco e assessori in carica. Il resto è identico. Col risultato che il clima ostile che hanno seminato gli si rivolta contro».
«Mi auguro - prosegue - che il sindaco e l'assessore alla mobilità abbiano la stessa caparbietà del sindaco e dell'assessore della passata amministrazione cosi da riuscire a resistere alla nuova campagna contro le piste ciclabili. Magari, dopo tre anni e mezzo dal loro insediamento, potranno realizzarne almeno qualche chilometro. Ci riusciranno?».
Alla domanda segue una risata ironica.
Insomma, Giusto Catania, l'ex assessore che oggi è preside all'Istituto comprensivo Giuliana Saladino del Cep, si è tolto più di qualche sassolino dalla scarpa. Ma se gli si chiede se tornerebbe in politica: «Non ci penso proprio. Ho guadagnato 10 anni di vita. Sono felice del lavoro che faccio e, per come intendo l'attività politica io, fare il preside significa fare politica tutti i giorni. La politica vera, quella che ti fa lavorare per e nel territorio, tra la gente. La politica non è solo elezioni. E le elezioni non mi interessano più».
Il riferimento è chiaramente all'acceso dibattito che si è generato sulla questione della ciclovia da realizzare in corso Calatafimi. Progetto che ha ricevuto contestazioni e critiche da ogni parte, a cominciare da tutta la Quarta Circoscrizione e anche da pezzi della maggioranza che sostengono l'amministrazione Lagalla, così pure la Terza Commissione Consiliare, che ha chiesto al Rup, l'architetto Giovanni Sarta, di rivedere il progetto per venire incontro alle richiesta di residenti e commercianti.
Giusto Catania è uno che sa bene cosa significa "mettere mano" alle strade di Palermo. Alcuni dei provvedimenti entrati in vigore durante il suo mandato e che hanno cambiato l'assetto del centro storico - vedi Ztl e isole pedonali - e del trasporto pubblico (tipo il tram), sono stati oggetto di asperrime critiche da più fronti e in alcuni casi sono finiti persino in tribunale (un esempio su tutti i ricorsi contro la Ztl).
Dopo tre anni e mezzo, oggi Catania si inserisce nel dibattito sulle piste ciclabili e, con l'occasione, si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. «Possiamo dire che avevamo ragione?», dice a Balarm. «All'attuale assessore è bastato dire sottovoce che voleva progettare la pista ciclabile di corso Calatafimi per beccarsi gli insulti e gli attacchi dei consiglieri della sua maggioranza, le proteste dei cittadini, le agitazioni dei commercianti, le preoccupazioni dei professionisti della doppia fila. È un film già visto!».
Anche sulle piste ciclabili l'ex assessore è stato molto contestato a suo tempo: «La pista ciclabile di via Dante e quella bidirezionale che collega via Villafranca con via Praga sono stati oggetto di attacchi da destra e sinistra, sabotaggi, potreste, derisione sulle prime pagine dei giornali».
«L'opposizione - attacca - ha promesso di eliminarle fino al giorno prima di vincere le elezioni. Ebbene, quelli che erano all'opposizione hanno vinto le elezioni e non solo non hanno abolito le piste ciclabili realizzate (si sono limitati a non fare la manutenzione - dichiara ironico - ma addirittura, adesso, vogliono dare attuazione ai percorsi ciclabili previsti dal piano della mobilità dolce, quello deliberato dalla precedente amministrazione, a partire da Corso Calatafimi».
Evidentemente i palermitani non sono proprio inclini ai cambiamenti? O semplicemente sono ostili alle piste ciclabili. «No, quando mai. Il problema non sono i palermitani ma le istituzioni che devono fare un investimento educativo sulle ciclovie e sulla mobilità sostenibile. I cittadini, in generale non solo i palermitani, vanno abituati gradualmente» spiega l'ex assessore.
«Vogliamo ricordare le "rivolte popolari" contro le aree pedonali? E oggi tutti, per primi i commercianti, chiedono le isole pedonali, che negli anni sono diventate aree commerciali. Posso dire, oggi, che avevamo ragione noi?».
Catania non risparmia attacchi: «Quelli che tre anni fa hanno fatto la campagna elettorale contro il nostro piano di mobilità dolce, oggi lo ripropongono uguale. Le uniche cose a essere cambiate sono i nomi di sindaco e assessori in carica. Il resto è identico. Col risultato che il clima ostile che hanno seminato gli si rivolta contro».
«Mi auguro - prosegue - che il sindaco e l'assessore alla mobilità abbiano la stessa caparbietà del sindaco e dell'assessore della passata amministrazione cosi da riuscire a resistere alla nuova campagna contro le piste ciclabili. Magari, dopo tre anni e mezzo dal loro insediamento, potranno realizzarne almeno qualche chilometro. Ci riusciranno?».
Alla domanda segue una risata ironica.
Insomma, Giusto Catania, l'ex assessore che oggi è preside all'Istituto comprensivo Giuliana Saladino del Cep, si è tolto più di qualche sassolino dalla scarpa. Ma se gli si chiede se tornerebbe in politica: «Non ci penso proprio. Ho guadagnato 10 anni di vita. Sono felice del lavoro che faccio e, per come intendo l'attività politica io, fare il preside significa fare politica tutti i giorni. La politica vera, quella che ti fa lavorare per e nel territorio, tra la gente. La politica non è solo elezioni. E le elezioni non mi interessano più».
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