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Gli animalisti di Palermo segnalano polpette avvelenate: la mappa delle zone e cosa fare

Un atto considerato reato, quello di spargere veleni: gli animalisti segnalano le zone di Palermo in cui ci sono polpette avvelenate e consigliano che fare se vengono ingerite

Balarm
La redazione
  • 22 febbraio 2018

Non è una novità: spesso si trovano in giro delle polpette, dei pezzetti di wurstel o anche di altre "goloserie" per cani e gatti che in realtà sono velenose, riempite con chiodi o vetro: un atto che è considerato reato, anche se e quando è compiuto per avvelenare la fauna selvatica e che pertanto è denunciabile alle autorità.

In questi giorni per esempio, le segnalazioni arrivano dalle seguenti zone di Palermo: l'area che circonda viale Strasburgo, compreso viale Strasburgo, la zona di via Ammiraglio Rizzo e dintorni, la zona di corso Calatafimi e dintorni, la zona di piazza Unità d'Italia e via Messina Marine.

A dare la notizia è il gruppo facebook "Amici degli Animali Città di Palermo" che segnala appunto il ritrovamento di polpette e di wurstel con chiodi e con vetro.

Che fare se il nostro amico a quattro zampe riesce a ingoiarne una o più? Contattare immediatamente il veterinario più vicino (o la guardia medica veterinaria) in modo da allertare preventivamente il medico dell’arrivo dell’animale.
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In caso di estrema necessità, e sempre sotto consiglio del medico, può essere utile far vomitare l’animale somministrando acqua calda molto salata, oppure della chiara di uovo montata a neve.

Cerca di mantenere calmo l'animale e non somministrare mai latte. È comunque sempre utile rivolgersi anche al Centro Veleni più vicino (a questo link l'elenco nazionale dei pronto soccorsi veterinari, dove trovi indirizzi e numeri di telefono).

Vediamo però anche quali sono i sintomi, intanto: la rigidità degli arti, la schiena incurvata, le orecche dritte, le labbra tirate all'indietro, le pupille dilatate e la secchezza delle mucose.

La sintomatologia naturalmente varia a seconda delle sostanze ingerite ma di base, il veleno agisce direttamente sul sistema nervoso centrale e di conseguenza sulla muscolatura, provocando i sintomi sopraelencati.

Il veleno topicida, in genere, svolge un'azione anticoagulante e il decesso dell'animale, in questo caso, avviene a causa di emorragie interne e non è immediato: pallore alle mucose, respirazione difficoltosa, stato di grave prostrazione, sono sintomi di questo tipo di avvelenamento.

Il fungicida, l’acaricida e l’ insetticida agiscono non solo per ingestione ma anche se viene respirato. Il veleno presente nei comuni liquidi antigelo provoca il blocco delle funzioni renali e poi la morte. Il cianuro agisce anche solo per inalazione e paralizza gli organi respiratori, provocando danni irreversibili al sistema nervoso centrale.

Ricordiamo a tutti che i casi di avvelenamento devono essere documentati e denunciati perché la legge è un importantissimo strumento a nostra disposizione per sconfiggere il fenomeno.

Anche la fauna selvatica è protetta dallo Stato: è espressamente vietato diffondere veleni dalla legge sulla caccia (L.N. 157/92 art. 21, che prevede un’ammenda fino a 1549,37 euro) nonché dalle leggi sanitarie (art. 146 T.U. Leggi Sanitarie, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da 51,65 euro fino a 516,46 euro).

Già che ci siamo, contro il maltrattamento e l'uccisione di animali è in vigore la legge 189 del 2004: nelle ipotesi di maltrattamento c'è anche l'animale tenuto a catena.
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