Gli scavi di Unipa svelano una nuova statua: la scoperta in Sicilia nel sito del "Giovinetto"
La statua conferma la presenza nella città fenicia dell’arte greca e aiuta a ricostruire un quadro di strette connessioni culturali nella Sicilia antica
Mozia. Missione archeologica dell’Università degli Studi di Palermo
L’opera è stata rinvenuta all’interno del “Ceramico” di Mozia (Area K), una delle più grandi officine ceramiche puniche del Mediterraneo centrale: giaceva su una vasca contenente l’argilla usata per la produzione di vasi e terrecotte figurate nel V secolo a.C., il periodo di massimo splendore e vigore produttivo della città.
La missione archeologica dell’Università degli studi di Palermo opera sull’isola di Mozia dagli anni ‘70, in provincia di Trapani, grazie a una convenzione stipulata con la Soprintendenza dei Beni culturali di Trapani.
Commenta così la scoperta l’assessore Scarpinato: «Ancora una volta la Sicilia si conferma crocevia di civiltà» «Questo ritrovamento – dice l’assessore regionale ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – conferma l’importanza del lavoro di ricerca e tutela che portiamo avanti ogni giorno.
Una scoperta importante che testimonia, ancora una volta, quanto la Sicilia sia stata nei secoli un crocevia di civiltà, ma soprattutto quanto l’isola continui a restituirci testimonianze preziose che meritano di essere conosciute e condivise».
La dismissione della scultura e la sua deposizione sono attribuibili all’ultima fase d’uso dell’officina, probabilmente in concomitanza con l’inizio dell’assedio di Dionisio I di Siracusa del 397 a.C.
È inoltre possibile ipotizzare una sua collocazione originaria all’interno della stessa officina, in connessione con le nuove strutture murarie riportate alla luce nel corso della campagna.
La statua conferma la presenza nella città fenicia di capolavori dell’arte greca e aiuta a ricostruire un quadro di strette connessioni culturali nella Sicilia greco-punica.
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