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I nomi da non dimenticare quando parliamo di Mafia: la giornata dedicata alle vittime

Nel mondo, il 21 marzo si celebra la Giornata in memoria delle vittime innocenti delle mafie e della criminalità: leggiamo i loro nomi ad alta voce in centro a Palermo

  • 21 marzo 2019

Una bambina ricorda Giuseppe Di Matteo morto a 13 anni, ucciso dopo 25 mesi di prigionia

Il 21 marzo per molti è semplicemente il primo giorno di primavera. Per molti altri, invece, è un giorno carico di tristezza e dolore sì, ma soprattutto di tenacia, costanza e impegno verso le vittime delle mafie e della criminalità.

È grazie all'associazone Libera contro le mafie che dal 1996 ogni anno in moltissime città d'Italia, Europa e America Latina si celebra la "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie", approvata con voto unanime alla Camera dei Deputati il primo marzo 2017 e oggi, quindi, riconosciuta per legge.

Chiamata semplicemente "Libera" l'associazione è una rete che unisce associazioni, cooperative sociali, movimenti, gruppi, scuole, sindacati, diocesi, parrocchie e gruppi scout coinvolti in un impegno non solo contro le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma soprattutto per la giustizia sociale, la ricerca di verità, la tutela dei diritti, una politica trasparente, una memoria viva e condivisa.
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Così tutta Italia si stringe in un grande abbraccio ai familiari di chi ha perso qualcuno - genitore, figlio, amico - a causa delle stragi e del terrorismo solo perchè impegnati a compiere il proprio dovere, un dovere prima di tutto morale ed etico.

La storia della giornata organizzata da Libera nasce dall'urlo di dolore di una piccola ma grande donna, da una madre che vedeva
negato al figlio morto nella strage di Capaci il diritto di esser ricordato con il proprio nome: la madre di Antonino Mortinaro.

In una calda giornata estiva nell'autostrada tra Palermo e Punta Raisi si celebrava il primo anniversario della strage in cui perse la vita il giudice Falcone e Carmela era lì, nel suo abito nero e con il volto segnato dalle lacrime. Fu in quell'occasione che la conobbe don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, profondamente colpito dalle parole della donna.

«Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto
come gli altri».

Dal grido di questa madre, da un'identità negata nasce la "Giornata della Memoria e dell'Impegno": da quel momento nessun nome avrebbe mai più dovuto esser dimenticato, ma pronunciato ad alta voce.

Così nelle città in cui opera Libera, compresa Palermo, il 21 marzo di ogni anno vengono recitati uno per uno, come un interminabile rosario civile, i nomi e i cognomi di chi ha vissuto, lottato e ci ha lasciati in nome della giustizia.

Cosa c'è da fare: a Palermo un corteo di familiari, scuole e cittadini partirà alle 9.45 da piazza Bologni proseguendo lungo la via Maqueda fino in piazza Verdi dove sulla scalinata del Teatro Massimo - contemporaneamente alle altre città e in collegamento diretto con Padova, scelta quest'anno come piazza nazionale dell'evento - saranno letti i mille nomi delle vittime innocenti delle mafie (leggi qui per saperne di più).

Semplici cittadini, magistrati, giornalisti, membri delle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali: Libera ha creato un elenco consultabile online in un archivio multimediale con i nomi e le storie di ognuno di loro, frutto della raccolta paziente dei volontari che negli anni hanno scavato a fondo per raccogliere tutte le informazioni necessarie.
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