SCUOLA E UNIVERSITÀ
Idonei esclusi, docenti in piazza anche a Palermo: "Rispetto per il nostro futuro"
Scendono in piazza in tutta Italia a e Palermo gli idonei esclusi pnrr, gli idonei 2020, Esp, che si mobilitano per chiedere giustizia, stabilità lavorativa
La manifestazione a Palermo degli idonei esclusi
«Dopo mesi di silenzi e promesse disattese, è il momento di chiedere la risposta definitiva: graduatorie di merito sì o graduatorie di merito no. Scorrimento delle graduatorie ad esaurimento, quando e in quale misura? Non ci bastano più le dichiarazioni di circostanza degli esponenti del governo».
Queste le motivazioni che hanno portato in piazza in tutta Italia a e Palermo il 14 marzo alle 15.00, gli idonei esclusi pnrr, gli idonei 2020, Esp, si mobilitano per chiedere giustizia, stabilità lavorativa e «rispetto per le nostre vite, consapevoli che la nostra dignità, il nostro futuro, si gioca e passa da questa partita cruciale».
La protesta mira a denunciare ciò che migliaia di insegnanti stanno subendo: nonostante abbiano superato un concorso continuano a restare precari e senza alcuna prospettiva di stabilizzazione.
A Palermo la manifestazione si è svolta davanti all'ufficio scolastico regionale di via Fattori.
«Non possiamo più restare a guardare mentre il nostro futuro viene calpestato - aggiungono -. Facciamoci vedere, facciamoci sentire. Non c’è più tempo per lamentarsi da soli».
Queste le motivazioni che hanno portato in piazza in tutta Italia a e Palermo il 14 marzo alle 15.00, gli idonei esclusi pnrr, gli idonei 2020, Esp, si mobilitano per chiedere giustizia, stabilità lavorativa e «rispetto per le nostre vite, consapevoli che la nostra dignità, il nostro futuro, si gioca e passa da questa partita cruciale».
La protesta mira a denunciare ciò che migliaia di insegnanti stanno subendo: nonostante abbiano superato un concorso continuano a restare precari e senza alcuna prospettiva di stabilizzazione.
A Palermo la manifestazione si è svolta davanti all'ufficio scolastico regionale di via Fattori.
«Non possiamo più restare a guardare mentre il nostro futuro viene calpestato - aggiungono -. Facciamoci vedere, facciamoci sentire. Non c’è più tempo per lamentarsi da soli».
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