CURIOSITÀ

HomeNewsCulturaCuriosità

Il borgo in Sicilia che cambiò nome tre volte: quello che non sai del "Paese delle Robbe"

Uno dei nomi di questo borgo risale al Ventennio tanto che Sciascia, durante una visita in questa area della Sicilia propose che il nome tornasse quello di un tempo

Roberto Mistretta
Giornalista e scrittore
  • 14 aprile 2024

Borgo di Milena vista panoramica

Il 7 settembre del 1985 l’autore de “Il giorno della civetta” intervenne a Milena alla presentazione del libro dello storico locale, Arturo Petix, dal titolo “Da Milocca a Milena”.

Leonardo Sciascia arrivò a bordo di una Mercedes guidata dal suo autista e si avviò verso la sala consiliare del Municipio col bastone e l’immancabile sigaretta a fargli compagnia.

Dopo avere ricordato come lui e Arturo Petix erano stati quasi compagni di scuola a Caltanissetta ed entrambi avevano avuto come insegnante Vitaliano Brancati, Sciascia esaltò il ruolo dello storico locale citando Dante: "Poiché la carita del natio loco mi strinse, raunai le fronde sparte" (Inf. XIV) e paragonò lo storico locale appunto a chi raduna le microstorie e ci mette l’anima.

«Ecco, a questo proposito, io debbo dirti che amo più il nome Milocca, che è quello che sentivo nella mia infanzia e che poi ho veduto modificato in questo, quasi montenegrino, poiché mi pare fosse un nome della Regina Elena o della famiglia, questo nome Elena. Mi piacerebbe di più Milocca e mi interessa molto dai documenti che pubblica in appendice Petix, quel passaggio a Littoria Nissena e poi a Milena».
Adv
Un passaggio inedito a suo tempo recuperato da "La voce di Campofranco", mensile fondato nel 1960, per decenni un punto fermo della cultura nel Vallone.

Infatti, prima di diventare Milena, la Milocca immortalata da un altro grande della nostra letteratura come Pirandello nel romanzo “I vecchi e i giovani” e in due novelle, dal 4 agosto 1933 al 4 dicembre 1933, Milocca si chiamò appunto Littoria Nissena, in omaggio ai fasci littori del duce Mussolini.

Sciascia non mancò di aggiungere: «Io al vostro posto farei istanza perché questo paese torni a chiamarsi Milocca».

Che il "paese delle robbe" si chiamasse in precedenza Milocca, lo sanno un po’ tutti, da queste parti dove scorrono il Salito e il Platani, non fosse altro che i residenti in quella che oggi si chiama Milena, continuano a definirsi milocchesi da sempre.

In pochissimi però sanno che per un brevissimo periodo, durato appena quattro mesi, nel lontano 1933, in pieno regime fascista, Milocca prima di diventare Milena, fu denominata Littoria Nissena in omaggio ai fasci littori del duce.

In fin dei conti tutto normale, si potrebbe dire, visto che chi amava compiacere il duce non ci faceva scrupolo di dedicargli paesi e città.

Nel febbraio del 1933 era stato il podestà Carmelo Cipolla a proporre alle autorità provinciali la denominazione di Milocca in Villa Littoria, ma si convenne al cambiamento in Littoria Nissena. Ed ecco che nel maggio del 1933 fu quindi inoltrata la richiesta e, ottenuto parere favorevole dal Rettorato della provincia, fu statuito con Decreto Reale del 4 agosto 1933 n. 1177 che il Comune di Milocca, da quella data, cambiasse il proprio nome in Littoria Nissena.

Il 28 ottobre dello stesso anno, però, fu proposto un nuovo cambiamento ed ottenuto il parere favorevole dal Rettorato della provincia, il 10 novembre 1933 il Comune di Littoria Nissena cambiò il proprio nome in quello di Milena, con Regio Decreto del 4 dicembre 1933 n. 1794.

Il paradosso di pirandelliana memoria sta però nel fatto che tempo addietro vennero ritrovati dei documenti anagrafici di diversi cittadini di Milena che risultavano nati a Littoria Nissena ma, si badi bene, non solo in quel brevissimo arco temporale del 1933, quando Milocca si chiamò davvero Littoria Nissena, ma in anni completamente diversi.

Decine e decine di documenti che attestavano i cognomi e i nomi di molti cittadini nati a Littoria Nissena nel 1943, nel 1921 e finanche nel 1981.

Non si trattava certo di preziosi reperti d’epoca ma di errori informatici che avrebbero intrigato il genio di uno scrittore come Camilleri che magari avrebbe potuto ricavarci un altro dei suoi celebri libri storici come “Il birraio di Preston” o “Il nipote del Negus”, già ambientati nella provincia nissena in piena epoca fascista.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI