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Il fiore magico che d'estate "ubriaca" la Sicilia: si mangia, si beve (e porta fortuna)

Anche i suoi frutti sono commestibili e ricchi di proprietà benefiche e rinfrescanti. In alcune zone è anche detto "legno stregonio" e piantato come augurio davanti casa

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 15 giugno 2022

Il fiore di Sambuco

Cresce in Sicilia, ha un profumo che ubriaca, un aroma che ammalia, fa bene alla salute e ha una dolcezza delicatissima tutta da assaporare, in più come se non bastasse, sembra abbia poteri magici, o almeno così si racconta.

Stiamo parlando del mitico fiore di Sambuco, una delle piante che in questo momento profuma l’aria estiva iniziando a sbocciare nella tarda primavera con i suoi ombrelli candidi, eleganti e delicatissimi fiori che somigliano a piccole stelle bianche e il cui nome è legato a storie di streghe e riti sacri, usi di cucina e fitoterapia che risalgono alla notte dei tempi.

I frutti di sambuco, esattamente come i suoi fiori, sono commestibili e ricchi di proprietà benefiche e rinfrescanti quindi, care donne, tanto per cominciare sappiate che la tisana ai fiori di sambuco è un toccasana per linea e salute, quindi già questo dovrebbe farvi correre in campagna a farne incetta e imparare come usare questo minuscolo fiore della bellezza, oltre al fatto che dona un tocco all’arredamento molto chic se lo mettete in un vaso come centro tavola.
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Iniziando dal nome: "legno stregonio" in alcune zone, in altre detto anche albero gentile, veniva piantato come augurio davanti casa in quanto protettore dagli spiriti maligni, utilizzato come viatico per l'aldilà, veniva svuotato ricavandone un flauto il cui suono scioglieva incantesimi e sortilegi, ispirazione per la storia che ha ispirato il Flauto magico di Mozart, e nella realtà greci e romani lo usavano per costruire uno strumento musicale chiamato sambykè.

Se volete protezione e fortuna - se siete superstiziosi o vi piace comunque l’idea di avere qualcosa di naturale con voi che vi porti bene – prendete un pezzetto del suo legno, legatevi un filo rosso e portatelo con voi, come si faceva un tempo come amuleto portafortuna.

In passato veniva anche legato alle donne gravide e anche alle bestie per proteggere la mamma e il nascituro, e in Sicilia addirittura la credenza voleva che i bimbi battezzati con il succo di sambuco sparso sugli occhi avrebbero visto le streghe, o ancora che il bastone di sambuco colpisse a morte serpenti e respingesse ladri.

Le sue origini sono antichissime addirittura risalgono al Neolitico, epoca alla quale vengono fatte risalire alcuni resti di bacche ritrovati in insediamenti umani dell’epoca.

La credenza sui suoi poteri magici usando legno, fiori e frutti per scopi terapeutici, le fecero dare anche l’appellativo dai popoli germanici di farmacia degli dei.

Tornando ai nostri giorni l’uso che se ne fa è molto vario, dalla fitoterapia al benessere passiamo ai peccati di gola della cucina, dove questo fiore rappresenta veramente un ché di originalità che sa quasi di sensuale. Se passiamo alle bevande, esiste un famoso drink detto “Hugo” che sarebbe la versione dello spritz addizionata proprio da questi fiori, ma ancora più famoso è lo sciroppo.

L’aroma intenso si aggiunge o mette in risalto gli ingredienti di alcune ricette che diventano subito raffinate: macedonie, dolci, pani salati, carni e pesce che acquistano subito un aroma esotico. E sopra ogni cosa, la famosa “Sambuca”, uno dei distillati più famosi che in Italia spicca ancora tra le bevande storiche della nostra tradizione nazionale.

L'originale ricetta del liquore prevede l'uso di alcool, acqua, zucchero, diverse combinazioni di anice e, ovviamente, il distillato di fiori di sambuco.

Un’altra preparazione molto originale è quella dei fiori fritti in pastella immergendoli nell’impasto liquido e tenendoli per il gambo e poi immersi in olio, non appena dorati e fatti asciugare su carta assorbente salati o zuccherati.

In Sicilia un o degli usi più antichi era quello dei pani "cu Savucu", o la focaccia ai fiori di sambuco, spesso servita a Pasquetta, farcita con ricotta o fette di tuma senza sale. Un uso più moderno è quello della confettura di fiori di sambuco che accompagna formaggi stagionati come i pecorini.

Che questa pianta sia magica o meno non lo possiamo assicurare, ci piace crederlo per divertimento, ma che in se porti un pezzo di storia e di tradizioni antiche che ancora oggi resistono è sicuro, e per questo vale tutta la sua bellezza, il suo aroma che rallegra e dà un sapore buono, sano e dolce alle piccole cose della vita.
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