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Il loro nome è strano ma il gusto conquista tutti: i dolci siciliani che forse non conosci

Secoli di commistioni e di incontri di culture hanno portato a questa cucina dell'immaginazione e della fantasia che nei dolci della tradizione

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 27 agosto 2023

I "cucchiteddi" di Sciacca

La cucina siciliana è indubbiamente una delle più gustose e aromatiche che esistano: la sua caratteristica principale è la vivacità dei suoi sapori che viene fuori dagli accostamenti di ingredienti spesso opposti che, inaspettatatamente, danno vita a vere sorprese, rivelazioni di gusto originali e irresistibili.

Per questo motivo i piatti tipici sono espressione di unicità e identità, sapori che non è possibile riconoscere in altri luoghi, che riescono a conquistare anche i più scettici.

Secoli di commistioni e di incontri di culture hanno portato a questa cucina dell'immaginazione e della fantasia che nei dolci della tradizione sono il frutto di questa esperienza custodita in ricette dai nomi più strani che si possono trovare sparsi per l'isola.

La "famiglia gastronomica dolciaria" ha un ruolo fondamentale nella nostra tradizione culturale e per questo motivo possiamo affermare che con i dolci, la nostra cucina da veramente sfoggio dalle ricette più note a quelle scognite per pochi estimatori.
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Quindi mettiamoci in viaggio e iniziamo a "gustarne" alcuni che abbiamo scelto nei luoghi nativi e scopriamo le loro storie, partendo dalla stranezze dei nomi, o almeno di alcuni di questi visto che per scriverli tutti non basterebbe una enciclopedia.

La preparazione corrisponde a vere e proprie alchimie e nomi stranissimi che qualche volta hanno un aspetto che tradisce la loro bontà, non bellissimi ma buonissimi! I cucchiteddi di Sciacca. Andiamo nella antica "al-shaqq" affacciata sul mare del canale di Sicilia, per assaggiare questi pasticcini glassati di pasta di mandorla con cuore di zuccata, la caratteristica confettura di zucchine verdi di origine araba diffusa in molte zone in Sicilia.

Il nome di questi dolcetti si rifà alla loro caratteristica forma a cucchiaio, hanno una storia antica che racconta di questi pasticcini inventati dalle suore di clausura della Badia Grande di Sciacca fondata nel 1371, che li vendevano a chi poteva permetterseli così da provvedere al proprio sostentamento e del monastero.

I muccunetti di Mazara del Vallo Proseguendo arriviamo nella assolata città della kasba e troviamo i muccunetti preparati con ingredienti locali e semplici come la zuccata, le mandorle, lo zucchero e le uova e preparati dalle monache benedettine del convento di San Michele di Mazara del Vallo, con lo scopo di avere qualche entrata e economica.

Per renderli più eleganti e allegri venivano avvolti in carta velina con la forma di una caramelle. Ancora oggi è possibile trovarli e acquistarli proprio presso il convento o nelle pasticcerie locali.

Ragusa perla del nostro barocco più sfarzoso e originale ci fa trovare le piccole "esse" farcite dei nucatoli, che aperte mostrano il cuore dolce che custodiscono. l termine nucatoli ha due spiegazioni: forse deriva dal latino “nucatus”, che vuol dire “condito con le noci” ossia gli ingredienti principali della preparazione originaria, ma anche dall’arabo “naqal”, che significa “frutta secca” comunque, quale delle due sia la versione, questi piccoli biscotti aperti in racchiudono l’impasto di fichi secchi, miele, noci, mandorle e aromi agrumati che fuoriescono e diventano un piacere mistico per il palato.

Nucatolo - si pronuncia nnucatulu o nnucatuli - con frutta secca, mandorle e noci, i fichi secchi e cotognata amalgamate con miele: una vera e propria apoteosi tra le spezie che danno un gusto inimitabile, un grande classico gastronomico siciliano.

La Città dello Stretto dove il mare fa da ponte o da spartiacque, sotto lo sguardo della Madonna della lettera troviamo la pignolata messinese uno dei dolci più amati della tradizione in città che si fa in occasione del carnevale, ma lo si trova anche durante il resto dell'anno e deve il suo nome alla particolare forma simile ad una pigna mentre le sue origini risalgono a qualche secolo fa.

La sua storia inizia come dolce con ingredienti semplici: uova, farina e strutto ma le origini trovano radici nella dominazione araba, delle palline di pasta fritte e ricoperte di miele; la variante glassata siciliana risale al 1516, anno nel quale Carlo V nominato re di Spagna e di Sicilia che era parte del suo impero diede seguito ad una richiesta dei nobili spagnoli che desideravano sul dolce una glassa che si divise al cioccolato e al limone al posto del tradizionale miele.

E per ultimo ma non ultimo andiamo a Barrafranca paese interno della Sicilia dove due sorelle per "sbaglio" creano una piccola rivoluzione, o meglio una grande soddisfazione: i compaesani non hanno più dubbi nel portare come dono con orgoglio la Foglia Allegra nata proprio nel loro borgo e in generale tutti i clienti apprezzano molto l’effetto sorpresa di un dolce che ancora in tanti assaggiano per la prima volta, ma mai per l’ultima.

Forse il più originale tra i dolci: una foglia di limone con un croccante di mandorle, noci, uva sultanina e miele. Un dolce che invade la bocca e rilascia quell’aroma al limone che lo rende perfetto, geniale, destinato a marcare la storia della gastronomia locale.

La scelta del nome, familiare e lineare, è un omaggio più che dovuto alla mamma che di cognome fa Allegro, in quanto prima assaggiatrice e poi sostenitrice della creazione. Se non fosse stato per lei, la Foglia Allegra non esisterebbe.
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