ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsTurismoItinerari e luoghi

Il mare ritrovato del Foro Italico a Palermo: 25 anni di storia, bellezza e visione urbana

Un luogo restituito dopo decenni di abbandono, di barriere fisiche e simboliche, di cementificazioni che ne avevano oscurato la vocazione originaria. Com'era e com'è

Federica Dolce
Avvocato e scrittrice
  • 11 luglio 2025

La nuova pavimentazione del lungomare al Foro Italico

«I primi fondatori di questa città sono stati i monti, la natura e il mare». È da questa consapevolezza che nasce la nuova stagione del Foro Italico, non solo come spazio urbano ma come anima pulsante della città di Palermo.

Un luogo restituito alla collettività dopo decenni di abbandono, di barriere fisiche e simboliche, di cementificazioni che ne avevano oscurato la vocazione originaria: quella di un affaccio sul Mediterraneo, carico di memoria, scambio e speranza.

Il 4 luglio 2025, a venticinque anni dalla sua liberazione, il Foro Italico è stato celebrato come straordinario bene culturale, in una giornata ricca di eventi: un convegno, la mattina, cui sono seguiti, nel pomeriggio, passeggiate letterarie e naturalistiche, mostre e spettacoli, con l’esibizione finale della Fanfara dei carabinieri al Palchetto della Musica.

Tutto promosso dal Comitato per il Centro Storico di Palermo, con il sostegno del Comune e della Settimana delle Culture. Una festa civile che diventa atto fondativo, non solo commemorazione.

Il convegno, ospitato a Palazzo Trinacria, ha tracciato le linee di una riflessione ampia: il Foro Italico non è solo un prato, ma il simbolo di una città che vuole riconciliarsi con il proprio paesaggio costiero.

Maurizio Vesco ha ricordato come, dalla “Strada Colonna” a oggi, il Foro Italico sia stato il cuore dei grandi progetti urbani palermitani. Oggi, finalmente, si torna a guardare il mare non da lontano, ma con il desiderio di toccarlo, di abitarlo, di viverlo.

Lo conferma l’Assessore alla Rigenerazione urbana Maurizio Carta: «C’è un piano, c’è un programma, fatto in silenzio con l’Autorità Portuale e il Comune di Palermo.

È stato bandito un concorso internazionale di idee, da cui sono arrivate venti proposte da tutto il mondo per ripensare il Foro Italico, per immaginare funzioni compatibili con la sua vocazione.

Dobbiamo superare la semplice fruizione visiva del mare. Non possiamo limitarci ad affacciarci dal prato. Serve un rapporto diretto, sicuro e sensoriale con l’acqua».

È forte l’orgoglio dei palermitani per aver liberato il Foro Italico da tutto ciò che era abusivo o inadatto alla bellezza del luogo. Ed è altrettanto viva la volontà di riconnetterlo alla città storica e al Parco del Mare, anche grazie all’apertura progressiva di palazzi prima chiusi alla fruizione pubblica.

«Stiamo lavorando affinché il Foro Italico non sia solo un luogo attraversato, ma vissuto. – commenta l’assessore Carta- Palazzo Butera, Palazzo Forcella De Seta, il restauro della Porta dei Greci sono esempi concreti di questa visione.

Significa rendere permeabili i margini, senza abbattere le mura, ma aprendole simbolicamente e culturalmente». Ma la rigenerazione urbana non può essere calata dall’alto. Deve nascere anche da una spinta civica, da una cittadinanza attiva che sappia prendersi cura del proprio patrimonio collettivo.

Carlo Pezzino Rao, avvocato e attivista impegnato da anni nella tutela del territorio e dei beni comuni a Palermo, guida il Comitato per il Centro Storico e coordina quello per la Rinascita della costa e del mare è stato il promotore nell’anno 1998, della liberazione del Foro Italico da tutte le strutture abusive che lo occupavano, realizzata poi nell’anno 2000, e ancora oggi continua a battersi per il suo pieno recupero.

È lui stesso a ricordare le difficoltà che hanno segnato il lungo cammino di tutela di questo luogo che ha una lunga storia: «Sino al 2010, dopo gli interventi fatti realizzare dal Commissario straordinario al Comune di Palermo, Guglielmo Serio, su richiesta del Comitato, il Foro Italico si mantenne in un discreto stato di manutenzione che consentì la coerente fruizione del bene storico, artistico e paesaggistico da parte dei cittadini e dei turisti.

L’obiettivo del Commissario era proprio quello di impedire che lo stato dei luoghi degenerasse di nuovo, come era già accaduto in passato. Tuttavia, a partire da quell’anno, piuttosto velocemente, tornarono il degrado e parziali occupazioni abusive.

Malgrado il Comitato avesse denunciato al Comune questo nuovo stato di illegalità – molto evidente – nei successivi 15 anni non venne adottato alcun progetto di risanamento radicale, fatta eccezione per la realizzazione di una nuova illuminazione pubblica.

Per il resto, ci si limitò a semplici promesse.

Oggi, in occasione del venticinquennale della “liberazione” del Foro Italico, il Comitato ha organizzato il convegno del 4 luglio chiedendo al Comune, come primo passo, il recupero delle lapidi storiche apposte su Porta Felice e lungo le Mura delle Cattive, che raccontano la storia del luogo.

Proponiamo di accompagnare le lapidi con la traduzione del testo dal latino, fruibile attraverso applicazioni sugli smartphone». L’avvocato Pezzino Rao aggiunge: «La Soprintendenza ai Beni Culturali, che il Comitato ha coinvolto, ha accolto con entusiasmo il progetto e ha già preso accordi con l’Assessorato al Centro Storico per procedere alla sua esecuzione.

Naturalmente, questo recupero dovrà essere affiancato allo sgombero di tutto il Foro Italico dalle strutture abusive e dalle relative attività commerciali, regolamentando quelle che vi insistono legalmente, così da consentire il libero transito pedonale.

Il Comitato, per garantire che gli interventi vengano realmente eseguiti – e nei tempi tecnici necessari – chiederà alla Soprintendenza di inviare al Comune una nuova nota, analoga a quella trasmessa nel 2000 su nostra richiesta, nella quale si ribadiva che il Foro Italico è un bene culturale vincolato, su cui non è ammessa alcuna attività commerciale senza specifica, preventiva autorizzazione della stessa Soprintendenza».

Nella visione dell’avvocato e attivista Carlo Pezzino Rao, il Foro Italico deve diventare un percorso culturale, non un semplice corridoio urbano: «Il futuro non solo ideale ma reale del Foro Italico dovrà essere quello di uno dei più importanti luoghi della città per storia, arte e paesaggio. Uno spazio di aggregazione sociale, certo, ma coerente al suo contesto, dove si possano anche svolgere eventi artistici».

E se il convegno del 4 luglio è stato un momento importante, non è rimasto fine a sé stesso. «È stato un punto di partenza per ottenere la definitiva riqualificazione del Foro Italico, che andrà mantenuta attraverso un controllo efficace del territorio e una manutenzione costante.

Il Comitato vigilerà in modo permanente, e fa ben sperare la notizia, data dall’assessore Carta durante il convegno, dei 25 progetti presentati dai professionisti che hanno partecipato al concorso di idee dell’Autorità Portuale.

Questi progetti saranno presto resi pubblici con una mostra, aprendo un confronto concreto sul futuro del luogo». Oggi, il Foro Italico torna a essere la vetrina sul mondo che Palermo merita.

Un luogo dove risuona la memoria, ma si affaccia il futuro. Un prato che guarda il mare, sì, ma anche una città che guarda avanti, con consapevolezza, bellezza e partecipazione.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI