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Il mistero della Madonna che pianse in Sicilia: dov'è il santuario a forma di lacrima

Vi raccontiamo cosa avvenne nell’agosto del 1953 nella città della Trinacria. Un prodigio ricordato alla fine dell'estate, che attrae pellegrini da tutto il mondo

Federica Puglisi
Giornalista
  • 5 settembre 2022

Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa

Siracusa, città greca per eccellenza, luogo magico da visitare in ogni sua parte. Ma la città di Archimede da oltre cinquant’anni è meta di turismo religioso.

Perché in questo luogo ogni anno, a fine agosto, viene ricordato un prodigio che avvenne nel 1953, in una piccola casa alla Borgata della città: un quadretto in gesso raffigurante la Madonna pianse lacrime umane.

Ma il turismo religioso a Siracusa non è paragonabile a quello di altre città, luogo di apparizioni o di eventi misteriosi legati alla cristianità, come Lourdes, Fatima, Medjugorje.

Qui si recano tanti credenti ogni anno, per visite ricche di curiosità ma silenziose e meditate. E forse per questo che in pochi conoscono il mistero della lacrimazione del quadretto. Pochi sanno che a dominare la città di Siracusa c’è un grande santuario a forma di lacrima, costruito proprio per ricordare quel fatto di ben 69 anni fa.

Facciamo allora un passo indietro e raccontiamo cosa avvenne nell’agosto del 1953 nella città siciliana. In via degli Orti di San Giorgio nella modesta casa dei coniugi Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusti c’era un quadretto in gesso che raffigurava la Madonna.
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La signora Antonina era in attesa del primo bambino, ma la gravidanza ebbe alcune complicazioni, che le procurarono abbassamento della vista.

Il mattino del 29 agosto, dopo una lunga notte di sofferenze, alzò lo sguardo verso il quadretto e con grande stupore si accorse delle lacrime che scendevano dal viso della Madonnina.

In poco tempo la notizia si sparse in città e la piccola casa dei Iannuso divenne meta di pellegrinaggio. Il quadretto pianse fino a giorno 1 settembre. La chiesa, in un primo momento prudente, avviò un’indagine. In via degli Orti si recarono esperti, tra cui il dottor Michele Cassola, dichiaratamente ateo.

E davanti a loro il quadretto riprese a piangere. Le lacrime furono così raccolte per essere poi analizzate. Il prodigio venne considerato inspiegabile. Dalle accurate analisi di laboratorio fatte, dalle immagini raccolte, anche dai video, si capì che davvero il quadretto aveva versato lacrime, considerate, dagli studi fatti, umane.

Certo destò molto stupore tra la popolazione del tempo: le lacrime della Madonna, in una casa e tra persone così semplici. Ma ben presto il prodigio si diffuse in tutta Italia e nel mondo.

Il quadretto venne sistemato in una stele di pietra bianca in piazza Euripide. Il culto si diffuse e la zona divenne luogo di grande pellegrinaggio. Finché venne costruito il santuario. Completato negli anni Novanta e consacrato da Papa Giovanni Paolo II.

Cosa si può visitare dunque. L’itinerario inizia da via degli Orti di San Giorgio. La casetta della famiglia Iannuso è diventato un oratorio, luogo di preghiera e di celebrazioni.

Ci sono ancora gli antichi mobili della famiglia e una cappella con un altare e una copia del quadretto della Madonna. Uscendo e recandosi nella vicina piazza Euripide si può ammirare la nuova lapide che quest’anno, in occasione del sessantanovesimo anniversario, è stata inaugurata in ricordo del periodo in cui venne custodito il quadretto su una stele in pietra.

Il percorso continua verso il Santuario. La grande goccia, la cui costruzione iniziò nel 1989. A realizzarlo gli architetti francesi Andrault e Parat.

Il santuario ha una capienza di 11 mila posti in piedi e 6 mila a sedere. Presenta sedici cappelle. È visitabile anche la Cripta. Le lacrime sono state raccolte in un reliquario realizzato da Biagio Poidimani di Siracusa e custodito all'interno.

Attorno al Santuario ci sono anche diversi musei. Da quello sui paramenti a quello sulla Lacrimazione, dove si può compiere un viaggio nel tempo e ripercorrere i giorni del prodigioso evento. E ancora il museo degli ex voto, con grandi teche che contengono le testimonianze di guarigioni avvenute, come placche d’argento a forma di cuore, o stampelle, bastoni.

La struttura è un esempio di architettura moderna che quasi stride con la classicità dei resti che Siracusa conserva. Ma la sua monumentale grandezza è proprio il segno visibile a chi arriva nella città di un fatto che l’ha resa celebre nel mondo tra i credenti e non. Dunque vale la pena essere visitata.
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