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Il mito di Xiphonia, la città scomparsa in Sicilia: un pezzo di storia avvolto nel mistero

Qui sono ambientate diverse leggende. Oltre alla storia d'amore tra Aci e e la ninfa Galatea, si narra che proprio nei pressi dell’antica polis greca sia approdato Ulisse

Viviana Ragusa
Graphic designer
  • 11 giugno 2023

Una ricostruzione dell'antica città di Xiphonia

Le leggende sulle antiche civiltà suscitano sempre grande curiosità, soprattutto quando si tratta di intere polis (città) scomparse misteriosamente. Sembra impossibile, infatti, che grandi centri abitati possano aver subìto un cambiamento radicale da un momento all’altro.

La storia e la mitologia sono ricche di aneddoti su città di cui oggi rimangono soltanto alcuni resti archeologici, tracce su documenti cartacei o addirittura unicamente leggende delle quali non si conosce l’origine.

Xiphonia rappresenta sicuramente un enigma irrisolto, una polis scomparsa all’improvviso e che rimane ancora oggi sospesa tra mito e realtà. Una prima ricostruzione storica viene fornita da Diodoro Siculo, il quale riteneva che la città fosse stata fondata nel VII secolo a.C. dai Greci nel territorio compreso tra Acireale, Aci Catena, Aci Castello e Aci Sant’Antonio.

Pare che il nome Xiphonia si ispiri a quello di un promontorio situato nelle vicinanze, anche se alcuni storici ritengono che il termine possa essere associato ai faraglioni di Aci Trezza, caratterizzati da punte aguzze.
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Successivamente Xiphonia venne conquistata dai Romani nel II secolo a.C. Sono presenti testimonianze di questi avvenimenti nei testi di Teocrito ed Eschilo, che descrivono la città con il nome di Acis o Akis. È proprio in questo luogo, infatti, che è ambientato il mito di Aci e Galatea tramandato da poeti come Virgilio, Teocrito e Ovidio.

La storia d’amore tra il pastorello Aci e la ninfa Galatea non è l’unico racconto al quale l’antica polis fa da cornice; infatti, l’aspetto che rende affascinante la storia di Xiphonia è il fatto di essere un luogo in cui sono ambientate diverse leggende. Si narra che proprio nei pressi dell’antica polis greca sia approdato Ulisse, imprigionato insieme ai suoi compagni da Polifemo.

Dopo aver accecato il ciclope, il protagonista della celebre Odissea dovette affrontare l’ira del suo nemico che tentava di impedire la sua fuga lanciando enormi massi identificabili con quelli appartenenti ai faraglioni di Aci Trezza. Xiphonia è anche l’ambientazione di un altro aneddoto legato alla mitologia, contenuto nel De raptu Proserpinae di Claudiano.

Dopo che i Giganti tentarono la scalata all’Olimpo, Giove li avrebbe puniti facendoli precipitare proprio nel territorio in provincia dell’odierna Catania.

Nel corso dei secoli, Xiphonia è stata terra di guerre, saccheggiamenti, fenomeni naturali violenti e ne è stato modificato il nome diverse volte.

Tutti questi eventi hanno inciso inevitabilmente sulla vita degli abitanti, costringendoli a lasciare la propria città e spostarsi in luoghi più sicuri. In particolare, esistono delle fonti storiche secondo le quali nel 396 a.C. una violenta eruzione vulcanica sconvolse la città e fu talmente impetuosa da indurre il generale cartaginese Imilcone e la sua flotta ad annullare lo sbarco sul territorio.

Oltre alle fonti scritte e ai racconti mitologici citati, esistono anche dei ritrovamenti archeologici che possono essere utili per effettuare una ricostruzione verosimile della storia di Xiphonia, della quale tuttora non si conosce l’esatta collocazione geografica.

Presso la Pinacoteca Zelantea di Acireale e il Museo Civico di Acireale sono custoditi diversi materiali rinvenuti nel corso degli ultimi decenni. A partire dalla seconda metà del secolo scorso, sono stati effettuati diversi scavi archeologici che hanno portato alla luce importanti tracce di antiche civiltà.

Nella zona Vigna vecchia di Aci Castello sono stati trovati resti di una necropoli ellenistica in base ai quali si ipotizza che quest’ultima si estendesse per almeno un ettaro.

È stato rinvenuto materiale anche sull’isola Lachea, nello specifico si tratta di oggetti fabbricati principalmente in ceramica, che testimoniano la probabile presenza di una civiltà romana sul luogo.

Nel territorio che oggi coincide con la frazione di Aci Trezza sono stati scoperti diversi reperti archeologici nel corso degli anni, come ad esempio colonne e cisterne ma, trattandosi di un luogo particolarmente soggetto a eventi naturali come terremoti ed eruzioni vulcaniche, molti di questi ritrovamenti sono stati eliminati dalla natura stessa.

Un’eccezione a quanto appena descritto è il mosaico di epoca romana il Pegaso, ritrovato nei pressi di Aci Trezza, che non è stato cancellato da eventi naturali. Nonostante i numerosi ritrovamenti nei territori della provincia di Catania e i racconti tramandati da poeti e storici, l’esatta collocazione di Xiphonia rimane sconosciuta.

Sebbene molti storici siano concordi sull’ipotesi che la città fosse situata nel territorio compreso tra Acireale, Aci Catena, Aci Castello e Aci Sant’Antonio, esistono dei pareri contrastanti. Secondo alcuni esperti è probabile che l’antica polis si trovasse nei pressi di Augusta, in provincia di Siracusa.

Questa supposizione deriva dalla certezza che nel territorio fosse presente la civiltà greca, oltre all’esistenza di una via Xifonia e del capo Xiphonio.

Malgrado siano stati compiuti diversi studi sull’origine di Xiphonia, ad oggi non risulta che sia mai stato organizzato un preciso piano di scavi archeologici e questa assenza, sommata alla forza degli eventi naturali sul territorio siciliano, ha inciso (e incide ancora oggi) inevitabilmente sulle probabilità di nuovi ritrovamenti che possano fornire dati certi e fugare ogni dubbio.
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