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Il nome è "pungente", un duca li adorava: la delizia (siciliana) al pistacchio di Raffadali

Erano i preferiti del Duca di Cesarò. Nella loro ricetta (segreta) custodiscono un'antica storia che si intreccia con quella del duca e un garzone del posto

  • 21 settembre 2023

I ricci al pistacchio di Raffadali

Verdi come il pistacchio che contengono nell'impasto, i ricci sono dei biscotti tipici di Raffadali, un borgo di dodicimila anime celebre per il suo oro verde dalle striature viola. Si chiamano così per la forma (rotondeggiante) che presentano appena sfornati.

Questi buonissimi dolcetti custodiscono nella loro ricetta un'antica storia che si intreccia con quella del Duca di Cesarò, Giovanni Antonio Colonna, ministro delle poste e telecomunicazioni del primo Novecento.

Botanico per passione, il Duca possedeva un feudo nelle campagne di Joppolo Giancaxio, a dieci minuti da Raffadali. Lì fece piantare centinaia di alberi di pistacchi. La sua residenza primaria si trovava a Palermo, dei feudi si occupava infatti un garzone del posto, Girolamo Virzì insieme alla moglie, Caterina, che curava la villa del duca.

I due erano i bisnonni di Francesco Nocera, oggi vicepresidente del consorzio pistacchio di Raffadali DOP, che racconta: «Bisnonna Caterina curava il castello e quando il duca ritornava, due, tre volte l'anno, lo andavano a prendere alla stazione dei treni con le carrozze e i cavalli. Lo accompagnavano al castello e poi la sera si inbandiva una grande tavola dove si festeggiava il suo arrivo. Si invitava il sindaco, il notaio e così via, i personaggi più autorevoli di Raffadali».


La bisnonna Caterina si metteva quindi ai fornelli: «Era lei che si occupava della cena, preparava anche i dolcetti per gli ospiti, con i frutti della terra che coltivava il marito nella tenuta del duca, quindi: mandorle, pistacchio e ricotta fresca».

Dolcetti che il duca apprezzava particolarmente «Addirittura li voleva spediti a Palermo - racconta Nocera - si dilettava ad offrire questi dolcini, frutto della sua terra nel Circolo nobiliare della città».

Il duca era un appassionato di botanica e spesso invitava nei suoi terreni specialisti da tutta Europa. Da Londra e Parigi nobili ed esperti venivano a Raffadali per ammirare gli alberi di pistacchio secolari del duca. «Erano così grandi che rimanevano a bocca aperta - spiega il vicepresidente del consorzio - Mio nonno era piccolino, mi raccontava che erano altissimi: raggiungevano e superavano i 12 metri».

Ogni visita si concludeva con un dolce assaggio: ricci, al pistacchio e mandorle.

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