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Il referendum in Sicilia tra flop e sorprese: ecco la classifica dell'affluenza nei comuni

Il segretario generale della Cgil a Palermo analizza il voto: "Astensionismo? Nei piccoli paesi è colpa dello spopolamento. Palermo sopra la media regionale"

Anna Taibi
Laureata in Beni culturali
  • 10 giugno 2025

Chiusi i seggi elettorali è tempo di analizzare i risultati del referendum su lavoro e cittadinanza. Se il dato complessivo dell’adesione in Italia è del 30,58%, nettamente al di sotto del quorum, non è andata certo meglio in Sicilia, dove ha votato solo un elettore su quattro, per un’affluenza totale di appena il 23,10% degli aventi diritto.

Tra le nove città siciliane capoluogo di provincia, la partecipazione più alta è stata registrata ad Enna, dove si è attestata al 31,35%. Seguono Palermo con il 27,80%, Ragusa (27,05%), Siracusa (24,69%), Caltanissetta (24,05%), Messina (23,62%), Catania (23,09%) e Trapani (21,7%). La provincia che ha riportato il dato più basso è stata quella Agrigento, con il 20,53%.

Perché la Sicilia ha registrato un'affluenza così bassa, superata solo dal Trentino con il 22,5? «Quella siciliana è una realtà dove il lavoro è frammentato, precario, sotto ricatto, più che altrove - commenta Mario Ridulfo, segretario generale della Cgil Palermo -. A prevalere è stata l’idea che le cose non possono cambiare».

Il referendum, promosso proprio dalla Cgil, ha deluso le aspettative? «Noi abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità - aggiunge Ridulfo -, in Sicilia però si tratta di fare anche un lavoro di tipo culturale. I 900.000 siciliani che sono andati a votare per noi sono per noi la parte migliore di quest’isola».

In tutta la provincia di Palermo quasi il 25% degli aventi diritto si è recato alle urne. Se in città l'affluenza è stata del 27,80%, l'adesione è stata più alta a Isnello (37,87%), Prizzi (36,14), Piana degli Albanesi (35,51) e Petralia Soprana (34,80).

Maglia nera, invece, Sclafani Bagni (14,42), Roccamena (15,12) Borgetto (15,27) e Baucina (15,62). Per il primo quesito, relativo al diritto al reintegro in caso di licenziamenti illegittimi, in provincia l’affluenza è stata del 24,97%.

L'affluenza è stata, invece, del 25,01% per il secondo quesito su licenziamenti e limiti dell’indennità risarcitoria; del 25,09% per il terzo, che riguardava tutele per i contratti a termine; del 25,02% per il quarto, che estendeva le responsabilità delle aziende in caso di infortuni sul lavoro; infine, del 25,02% per il quinto, in materia di cittadinanza.

«Nella città di Palermo il dato è leggermente più alto della media siciliana. Positivo quello relativo all’affluenza nelle Madonie, che rappresenta un segnale importante di partecipazione politica» commenta Ridulfo. «Bisognerà capire perché in alcune province l’astensione è stata più forte».

E ancora: «Sicuramente, i dati più bassi vengono dai piccoli paesi, che si stanno sempre più spopolando: lì la popolazione è prevalentemente anziana e la disaffezione al voto sta diventando un tratto quasi patologico».

Poi conclude: «Il dato positivo su Palermo ci fa ben sperare. La campagna di mobilitazione per i diritti dei lavoratori non finisce qui».
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