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Il suo destino era segnato sin da bambino: Antonio, lo scienziato-naturalista di Sicilia

La sua storia ha come filo conduttore la meraviglia, la scoperta e la fantasia. Insieme formano l’avventurosa vita di un appassionato interprete, innamorato della Sicilia

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 15 marzo 2022

Antonio Mirabella

C’era una volta Antonio, un bambino curioso che arrivando davanti ad un bosco si innamorò così tanto della natura da diventare da grande un famoso e appassionato naturalista.

Allora Antonella, Sara, Rosalba, Mimmo e Gaetano i cugini più grandi che, cedendo alle sue insistenze, lo portavano fino a Poggio San Francesco - dove oggi risiede parte della riserva di Serre della Pizzuta, non lontano da Palermo - non avrebbero mai potuto immaginare di cotribuire a realizzare la carriera e, soprattutto, la vita avventurosa di quello che sarebbe diventato uno dei naturalisti più importanti nel panorama internazionale: Antonio Mirabella.

È l’inizio di una storia bellissima che ha come filo conduttore la meraviglia, la scoperta e la fantasia che unite insieme compongono l’avventurosa vita di questo interprete appassionato e vulcanico, delle scienze naturali.

Antonio è un instancabile narratore con capacità di empatia che coinvolge e trascina chiunque a seguirlo nelle sue attività in natura, costruite con la stessa meticolosità dello scienziato ma realizzate per essere comprese semplicemente, come una esperienza emozionale.
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«Avrò avuto forse dieci anni quando seguendo mia mamma a Poggio San Francesco scoprivo cosa era il bosco rimanendo folgorato da quel paesaggio - racconta -, fino a desiderare di tornarci e, ogni volta che era possibile, coinvolgevo i miei cugini per accompagnarmi e vivere con me qui momenti.

Sono nato lì, ecco, in senso professionale ovviamente, iniziato come se avessi scoperto la stessa vocazione paragonabile a quella religiosa, qualcosa dalla quale non ti puoi più separare perché ti ci rivedi dentro. Esserci tornato anni dopo da scienziato e avere inaugurato con incarico del sindaco la sala della Riserva naturale della Pizzuta presso il museo "Nicola Barbato" di Piana degli Albanesi fu per me la rivelazione di un destino, di un percorso tracciato».

Descrivere Antonio non è una cosa facilissima perché, si rischia di non cogliere pienamente il suo lavoro e la sua vita da ricercatore, l’essenza del suo lavoro. Il suo amore smisurato per la Sicilia che afferma avere paesaggisticamente molti dei riferimenti che si possono trovare sul resto del pianeta: dalle cristalline acque caraibiche, ai vulcani attivi del sud, dalle isole tropicali di origine vulcanica ai deserti africani, fino ad arrivare alle vette montane che si affacciano su depressioni e orizzonti a perdita d’occhio, dandone contezza durante le sue escursioni lasciando i suoi ascoltatori senza parole.

«Quando, durante le mie escursioni, descrivo tutti i collegamenti tra la Sicilia e il resto del mondo, tra i panorami e i luoghi che sulla terra si possono rivedere qui - aggiunge -, lo faccio perché le persone che mi seguono possano rendersi conto della nostra completezza, oltre che della bellezza».

«E con questo possano emozionarsi, scoprire come viviamo in uno dei luoghi più straordinari del pianeta e attraverso questa scoperta suscitare l’emozione e la presa di coscienza che da la conoscenza e ritengo che raccontare le piante sia come raccontare le persone, la loro identità, la loro storia come la storia di qualcuno».

Dobbiamo fare un sunto per forza per dare seguito e definire l’uomo Antonio e l’Antonio scienziato.

Naturalista specializzato nella fruizione delle aree naturali protette, si è laureato in Scienze Naturali all’Università degli Studi di Palermo dove ha successivamente ha conseguito il PhD in Risorse Vegetali presso l’Università.

Nel 2001 salendo al Vallone Madonna degli angeli sulle Madonie, è il primo a rendersi conto del pericolo di ibridazione e conseguente scomparsa di un patrimonio botanico rarissimo in Sicilia: l’abete delle Madonie - Abies Nebrodendis - relitto dell’ultima glaciazione, per il quale invia una lettera all’Ente Parco chiedendo immediati interventi di protezione che, in seguito, porteranno proprio la gestione del parco ad affidargli le impollinazioni manuali sulla specie per scongiurarne l’estinzione.

Sarà lui stesso a curare sempre su incarico dell’Ente la sala Life dedicata all’Abete delle Madonie presso la sede di Petralia Sottana. La sua attività di ricercatore lo porterà a toccare luoghi che nell’immaginario collettivo sono simbolo di meraviglia e straordinarietà: dalle Ande alla Patagonia e in Antartide, studiando da vicino agli effetti del Riscaldamento Globale.

Si imbarca su un rompighiaccio per una campagna antartica e immerso nell’habitat del continente antartico oltre a lavorare alla ricerca, inizia a scrivere un diario giornaliero che successivamente diventerà una pubblicazione dal titolo "Antartide, un continente in equilibrio precario", associando una mostra fotografica di successo allestita all’Orto botanico di Palermo, un percorso di scoperta geologica, botanica, zoologica, glaceologica e paleontologica, arricchita da tanti scatti catturati dallo stesso autore in Antartide.

Il libro edito da Kalos è une bellissima e accurata narrazione che porta con un linguaggio immediato, semplice e accessibile a scoprire la storia e le caratteristiche dell’Antartide: fauna e flora che vivono in uno dei posti più ostici del mondo fino alle ricerche scientifiche condotte dai paesi di tutto il mondo.

Lo stesso successo viene replicato nel 2012, presso l’Oceanografico di Valencia (Spagna) e per questa iniziativa ha riceverà il prestigioso riconoscimento del presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.

Suoi sono gli allestimenti museali curati in Sicilia e all’estero su richiesta delle amministrazioni e degli enti pubblici: la sala della "Riserva naturale della Pizzuta" presso il museo Nicola Barbato di Piana degli Albanesi; il Museo didattico del Parco di Rucamanque dell’Università de la Frontera, a Temuco nella Patagonia cilena; le vetrine del Museo delle Palme dell’Orto Botanico di Palermo.

Naturalista, ricercatore e, non va dimenticato, anche guida, per la precisione Antonio Mirabella è una guida ambientale escursionistica associata AIGAE.

Dal 2001 accompagna gli studenti dei vari Istituti scolastici – ai quali trasmette innanzitutto la sua voglia di scoperte ed entusiasmo – dentro il Parco delle Madonie inventandosi una formula vincente: lo “stage naturalistico”, un percorso di Educazione Ambientale di tre giorni dove sperimentare escursioni, osservazioni astronomiche, laboratori di scienze ed estrazione del DNA che coinvolgono i ragazzi un una esperienza indimenticabile, una vacanza studio con escursioni, lezioni frontali, osservazioni astronomiche notturne e molto altro.

Nel 2017 riceve il premio “Uomo dell’anno” Città dei Mosaici di Piazza Armerina, per avere messo in evidenza attraverso la mostra Antartide al museo Diocesano, la città dei mosaici, contribuendo alla sua crescita culturale.

«Però i riconoscimenti più belli li ricevo dallo sguardo delle persone che accompagno - conclude Antonio -, quando mi ringraziano vedo in loro l’apprezzamento per il mio lavoro, per la mia professione, mi rende pieno di gioia, realizzando con i miei racconti un viaggio dentro il viaggio».
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