ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsTurismoItinerari e luoghi

Il suo nome significa (anche) confine: il borgo in Sicilia dei "venti murales"

Il suo centro storico fa scoprire una antica bellezza con luoghi di culto che custodiscono pregevoli tesori d’arte sacra al loro interno, come la Chiesa Madre

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 8 maggio 2025

Il borgo di Limina

Era l’arcaica Limen per i greci e la Limne per i latini, posta a 550 metri sul livello del mare e affacciata sul panorama mozzafiato della Valle D’Agrò, questo piccolo borgo che risponde al nome odierno di Limina ha una storia antichissima che intreccia insieme bellezza paesaggistica, tesori d’arte e devozioni sacre, personaggi taumaturgici e vicende epiche.

Nel territorio messinese dei Monti Peloritani affacciati sullo Ionico, sporto sulla Valle attraversata dal Torrente Agrò precisamente ai piedi del Monte Kalfa, qui regna l’atmosfera tipica dei piccoli borghi popolati da pochi abitanti.

Siamo dentro una vallata suggestiva popolata da paesi caratteristici di cui Limina fa parte insieme alla vicina Roccafiorita, Savoca, Forza d'Agrò, Santa Teresa di Riva, Casalvecchio Siculo, Antillo, Sant'Alessio Siculo, distribuiti dentro la valle e sui promotori rocciosi, la cui posizione particolare sulla fiumara ha reso poco accessibili, nonostante la presenza di insediamenti risalga addirittura al Neolitico.

Una terra dove si conservano le tracce di antichi abitanti dai Sicani e i Siculi, i Fenici con le Phoinix commerciali e i coloni Greci, i Bizantini cui seguirono gli Arabi che implementarono l’agricoltura e vennero sconfitti dai Normanni nuovi dominatori scesi dalla Puglia e dalla Calabria.

Di Limina si parla addirittura all’epoca della Prima Guerra Punica, dove sembra si combatté una decisiva battaglia tra romani contro i Cartaginesi che furono respinti indietro durante la loro avanzata.

Nel corso dei secoli le sorti di Limina furono decise dalle alterne vicende di famiglie nobiliari ma con l'abolizione del feudalesimo nel Regno di Sicilia del 1812, come tanti altri centri urbani si proclamò comune autonomo.

La curiosità del nome: due le versioni di cui una fa riferimento alle paludi dovute alla presenza del torrente Agrò con il termine greco limne che significa palude, e un'altra all’essere posto sulla linea di confine tra il territorio di Messina e quello di Taormina, dal latino limen, divenuto Limina.

Nei secoli l’importanza economica di questo piccolo centro fu dovuta alla presenza di miniere con annessa una piccola fonderia e grazie alla comunità ebraica che praticava il commercio e la lavorazione della seta.

Oggi il suo centro storico fa scoprire una antica bellezza con la presenza di luoghi di culto che custodiscono pregevoli tesori d’arte sacra al loro interno, come la Chiesa Madre dedicata al patrono San Sebastiano e la Chiesa di Santa Maria delle Preci, tanto per citarne alcune.

La Chiesa di San Filippo di Agira con lo stile a capanna e a fianco la torre campanaria, è affacciata su un panorama mozzafiato da cui si domina la vista sulla valle del torrente. La vicenda curiosa racconta di questo sacerdote che fu un vero e proprio personaggio inquietante quanto sapiente, la cui effige è sempre rappresentata di colore scuro, come il simulacro qui custodito.

La storica devozione legata al culto di San Filippo d'Agira racconta che sia arrivato in Sicilia proveniente dall’Africa dalla regione della Tracia, la cui fama era dovuta a quella di taumaturgo e di esorcista, una figura forte per carattere che in qualche modo ricordava un potente mago più che un prelato, e ritratto sempre con il colore della pelle scuro non tanto per le origini africane, quanto per il fatto che fossero i fumi demoniaci di cui era investito durante gli esorcismi a scurire la sua pelle!

Sempre dedicata al Santo c’è anche la Chiesa e Santuario di Passo Murazzo eretta per ricordare il passaggio di San Filippo detto Siriaco, che passando a Limina per andare ad Agira vi fondò nel 66 d.C. una comunità cristiana.

A proposito della statua di San Filippo d'Agira questa viene rappresentata con simbolo degli esorcisti ovvero il Vangelo nella mano sinistra, ma la parte più espressiva è gli occhi che in origine erano in vetro.

Proprio nel mese di maggio e con esattezza il 12 cade la festa del Santo con le suggestive celebrazioni a partire dalla caratteristica Processione con momenti e folkloristici dove si mescolano insieme fede e tradizione della comunità, durante la quale il simulacro del Santo portato a spalla attraversa il paese omaggiato con lanci di strisce di carta colorata detti “nzareddi”, oltre che una notevole partecipazione che richiama visitatori e fedeli da tutta da tutta la Sicilia.

Nel 1985 ad opera di dieci pittori peloritanii vennero eseguiti "Venti Murales", dipinti sui muri di alcuni edifici del paese. Il panorama naturalistico è mozzafiato ed offre una visuale quasi ad arco sulle tre vette più alte dei Peloritani da Monte Vernà, Rocca di Novara a Montagna Grande mentre proprio sotto Limina si trovano le gole dell'Aranciara, o di Granciara dette anche gole di san Giorgio, in territorio di Antillo che formano un affascinante paesaggio scavato nella roccia soprattutto quando le acque del torrente sono abbndanti.

Per arrivare a Limina bisogna percorrere l’autostrada A18 Messina-Catania e uscire allo svincolo per Roccalumera, proseguendo in direzione Catania fino al bivio per Sant'Alessio Siculo.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI