MUSICA
Impara a suonare sulla "buatta" e incontra Ugo: Anime in musica tra Sicilia e Campania
La lingua siciliana e napoletana danno vita a un racconto in musica, girato tra Napoli e il paese di Buscemi, due luoghi che racchiudono questo legame
Tony Cercola
Il primo, pseudonimo di Antonio Esposito, nato nel paese vesuviano di Cercola (da li la scelta del nome d’arte), è il percussionista pioniere del Neapolitan Power che vanta prestigiose collaborazioni tra cui quella con Edoardo Bennato e Pino Daniele.
Ugo Mazzei è un cantautore siciliano originario di Solarino, in provincia di Siracusa, formatosi professionalmente tra lo studio milanese di Mauro Pagani e Roma, dove vive attualmente. Ugo è anche produttore musicale presso la Interbeat, stessa etichetta discografica di Tony.
Come cantautore vanta anche lui collaborazioni di tutto rispetto come quella con Luca Madonia e Derek Wilson. Tony agli inizi della sua carriera esordì proprio con le buattelle - strumenti a percussione realizzati con barattoli di vario genere, strumenti "poveri" spesso creati da lui stesso - arricchendo le sonorità dei suoi colleghi napoletani.
Oltre alle collaborazioni con noti artisti il "percussautore", come Tony ama definirsi, ha pubblicato diversi album come autore ed esecutore insieme ad altri artisti. Tra questi esiste ormai da tredici anni la grande amicizia e il sodalizio artistico con Ugo Mazzei, che racconta come il loro incontro sia avvenuto quasi per caso.
«Stavo per uscire con un disco nuovo e avevo bisogno di percussioni ritmiche, la mia attenzione fu catturata da un disco di Tony Cercola, prodotto dalla mia stessa etichetta. Tony, come tutti sanno, è stato uno dei più tecnici percussionisti della storia del Neapolitan Power, quindi ovviamente lo conoscevo già per le sue note collaborazioni.
Decido di contattarlo, iniziamo a collaborare sia dal vivo che in studio, realizziamo quel disco e viene fuori un bel lavoro. Così nasce l’amicizia tra me e Tony che va oltre il discorso professionale e musicale. Le collaborazioni nascono man mano che si lavora e diventano sempre più corpose. Tra noi musicisti, cantautori e soprattutto autori è così, una cosa simile mi è accaduta con Mogol».
Tony fu istintivamente portato ad accettare quell’invito. «Ugo mi contattò e mi chiese di raggiungerlo in Sicilia per collaborare a quel suo album in uscita. Io non lo conoscevo e all’inizio ero un po’ perplesso su cosa fare, poi d’istinto mi sono fidato, la sua voce gentile al telefono mi ha convinto ad accettare il suo invito».
Da allora la loro collaborazione non si è mai interrotta, Tony e Ugo decidono di iniziare a creare insieme delle cose nuove e nasce questa idea dei tre "dialetti", che poi sono tre lingue: il napoletano, il siciliano e lo spagnolo. Quest’ultimo rappresentato dalla bravissima Rosarillo (Ana Rita Rosarillo), grande artista argentina e compagna di Tony, la cui voce soprattutto in Almas diventa lo "strumento" di questo progetto.
Almas è appunto l’ultimo album di Tony Cercola. Oltre ad essere produttore insieme a Gino Magurno e Antonio Bruno, Ugo Mazzei in questo progetto è vocalist, chitarrista, arrangiatore e autore di alcuni brani. Senza rimanere ingabbiati nella canzone popolare dialettale, il disco rappresenta la rivalutazione della bellezza.
È un progetto di crescita ed evoluzione, una sorta di documentario che racconta storie di anime. Non nasce con l’idea di fare un disco, ma di mettere insieme brani creati in precedenza. Ad esempio il pezzo “Appassionata 1” nasce in un contesto particolare, «Io e Tony ci trovavamo in Sicilia insieme una notte di fine anno – racconta Ugo Mazzei - Ci siamo chiusi in due stanze, da una lato io scrivevo la mia parte in siciliano e dall’altro lato lui la sua in napoletano».
Nel brano "Almas", che da il nome all’album, cantano Tony, Ugo e Ana Rita rispettivamente in napoletano, siciliano e spagnolo. In "Appassionata 1" vediamo invece Tony e Ugo interpretare il pezzo, ognuno nella propria “lingua”, all’interno di un videoclip che racchiude questa fusione tra la Sicilia e Napoli.
Il video infatti è stato girato tra la Certosa di San Martino a Napoli e il centro storico e i ruderi del castello di Requesenz a Buscemi, in provincia di Siracusa.
Nelle due tracce si ritrova questo connubio tra la Campania e la Sicilia, una perfetta combinazione di bellezza mediterranea e metropolitana. La felice unione non va vista dal punto di vista dialettale, perché possiamo parlare di lingue vere e proprie.
La melodia e l’armonia di questi brani hanno infatti una connotazione internazionale. Altro brano da mettere in evidenza è “L’ombra mia” dove ritroviamo le voci di Tony e Ugo accompagnati da una splendida chitarra che incalza il ritmo. Le tracce di Almas variano l’una dall’altra, si passa dal momento introspettivo a quello ritmico con contaminazioni mediorientali e alla timbrica primordiale lucana di Antonio Bruno. Possiamo dire che è un album completo.
«Il progetto Almas per me rappresenta indubbiamente un deciso passo avanti – tiene a precisare Tony - mi permette di scrollarmi di dosso questo personaggio solo ritmico che mi identifica da sempre, qui finalmente uso la voce come dico io, con una timbrica personale, con melodie e testi nuovi. In questo disco c’è la Cercolana, le mie origini che partono dal Vesuvio e poi va a finire in Sicilia attraverso la Basilicata, d’altronde un uomo senza le sue radici non è nulla.
In questo lavoro è come stare all’interno di un docufilm che tocca vari luoghi con l’ausilio della melodia, delle strofe e dei pezzi. Ogni brano è una storia, quindi sono più storie di rinascita, più anime, ecco perché il titolo è Almas; l’accezione latina è stata un’idea di Ana Rita. Sono attratto da sempre dal Sud del mondo, dall’uso della lingua e caldeggio ostinatamente l’originalità».
Tony Cercola ama molto la Sicilia, dove spesso viene in tour. «Vedo la Sicilia come una terra colta, racchiude infinita bellezza e ha dato i natali a grandissimi artisti. In Sicilia oltre al grande patrimonio monumentale e paesaggistico esiste una cultura che andrebbe fatta conoscere a livello internazionale, ovviamente non mi riferisco a quell’aspetto folkloristico che spesso viene fuori, ma al suo aspetto culturale più profondo e alto.
Esiste una austerità nella sua lingua molto affascinante e interessante così come nella mia lingua, il napoletano. In Sicilia ci sono luoghi e aspetti che vanno approfonditi e fatti conoscere, è una terra preziosa, c’è una parte intellettuale molto forte, il pubblico è attento e curioso».
A proposito di Almas, è il caso di dire che la magia della musica ha fatto incontrare queste due anime.
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