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In Sicilia c'è una (piccola) Silicon Valley che punta al Metaverso: che cos'è il "G55"

La struttura si trova all’interno di un edificio degli anni ’30 che è stato reso più efficiente. Questa città ha deciso di investire sullo sviluppo e sull'occupazione

Jana Cardinale
Giornalista
  • 11 dicembre 2022

Il centro G55 a Partanna

A Partanna, nel cuore della Valle del Belìce, c’è una struttura nata per far incontrare aziende e giovani lavoratori digitali. È il G55 Coworking/Fablab, realizzato dall’Amministrazione comunale e dedicato a studenti, inoccupati, freelancer, professionisti, aziende e StartUp che vogliono formarsi, sperimentare, lavorare e creare sfruttando le potenzialità di un ambiente aperto all’innovazione e costantemente proiettato allo sviluppo delle reti relazionali.

La struttura si trova all’interno di un edificio degli anni ’30 che è stato reso più efficiente, nelle cui stanze c’erano un tempo gli uffici comunali. La città ha deciso di investire sullo sviluppo economico e occupazionale dei giovani, grazie alla realizzazione di un coworking, un fablab e un coderdojo, ossia uno spazio con servizi comuni, un laboratorio e un club per avvicinare i più piccoli alla programmazione.

La "G" di G55 sta ad indicare la via Garibaldi, dove si trova l’edificio, mentre 55 è il vecchio numero civico ai tempi del periodo fascista. Come è nato il tutto? Grazie a un finanziamento iniziale di un milione e 100 mila euro, da parte del Ministero dell’Ambiente per l’efficientamento energetico di palazzi storici, cui si sono aggiunti fondi del bilancio comunale per l’investimento in arredi e macchinari (pc, stampanti 3D, scanner 3D…). I successivi investimenti e le spese di gestione sono sempre state autogestite dal G55, con gli abbonamenti annuali di coloro che utilizzano il coworking e il fablab.
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Chi si abbona ha accesso a una serie di servizi comuni quali sale riunioni, uno spazio ristoro con un bar, e laboratori. Un giovane che arriva a Partanna, ha però anche la possibilità di sviluppare una propria idea, di trovare il supporto all’interno della struttura da parte di professionisti che possono dare delle consulenze gratuite e capire come attingere a un finanziamento di Invitalia, l’agenzia pubblica per lo sviluppo d’impresa che ha uno sportello all’interno dell’edificio.

E su un altro piano del G55 c’è il Fablab, costituito da una serie di laboratori e macchinari aperti a chiunque come spazio dove realizzare un prototipo, tramite stampanti e scanner 3D, macchine o utensili vari che servono per tagliare o incidere sui vari materiali. Il coderdojo, invece, è fornito di tutta la robotica di casa Lego.

Si tratta di una comunità a livello mondiale nella quale dei professionisti mettono a disposizione gratuitamente le proprie competenze per avvicinare i giovanissimi al coding. Un luogo dove si fa programmazione a partire dai sei-sette anni fino al diploma; all’interno di questi laboratori orbitano, grazie anche all’alternanza scuola/lavoro, circa quattrocento ragazzi su diversi moduli formativi.

Grazie alla struttura di Partanna dodici giovani hanno già trovato lavoro. I numeri non sono altissimi, ma sono di certo incoraggianti. All’interno del G55 è arrivata anche l’Accademia italiana dei videogiochi, che ha sedi a Roma e a Milano.

A ideare il G55 è stato Nino Zinnanti, assessore comunale, con delega anche alle Innovazioni Tecnologiche, che in rappresentanza dell’Amministrazione comunale partecipa periodicamente a diversi eventi a carattere nazionale per illustrare l’esperienza partannese: alla “Level up”, ad esempio, la maratona di tre giorni dedicata interamente all’innovazione creativa che si svolge a Roma, dove studentesse e studenti di più scuole sono impegnati annualmente in attività dimostrative di automazione e building automation, realtà virtuale e game jam.

L’esempio del G55 vuole richiamare l’attenzione sul fatto che le istituzioni, nazionali e regionali, non possono mostrarsi sorde alla necessità di nuove opportunità da dare ai giovani, e che l’innovazione, il web e la rete nel suo complesso sono ambiti dalle infinite possibilità di sviluppo per i quali uno spazio va trovato e incentivato.

La città di Partanna ha ospitato lo scorso anno una cinquantina di alunni di tre classi di un Istituto Superiore di Erice, accompagnati dai docenti, che hanno seguito a rotazione dei laboratori incentrati sulle seguenti discipline: stampa 3d, programmazione web, programmazione con linguaggio C# e uno per la creazione e la gestione di un canale televisivo digitale. Entusiasti, i ragazzi, hanno apprezzato la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie.

Intanto a breve, dopo la partecipazione di Partanna all’edizione siciliana di Didacta, il più importante appuntamento fieristico sul mondo della scuola, in città verrà organizzata una nuova edizione di SITA, il percorso tematico che si snoda tra Scienze, Innovazione, Tecnologia, e Ambiente, curato dal Comune assieme all’associazione Apice.

A Catania è stato presentato un Panel dal titolo: “Il curricolo rinnovato con il digitale: Edutech district superamento mismatch scuola lavoro”, che riguarda il trasferimento di tecnologia applicata alla preparazione dei giovani, allo sviluppo di competenze e professionalità, alla formazione specialistica pre e post lavorativa e allo sviluppo di iniziative fra scuola, start up, imprese e istituzioni per immaginare un nuovo ecosistema che è già realtà. Ma non è tutto.

Il G55 Coworking “Fablab” del Comune di Partanna, infatti, è diventato partner del progetto di rigenerazione culturale e sociale che riguarda i borghi interni, finanziato con decreto del Ministero della cultura e dell’Unione europea per un importo pari a un milione e 700 mila euro.

Tra gli obiettivi più interessanti c’è anche il progetto ‘MetaSicani’, che vuole essere un punto d’arrivo per l’intera realtà territoriale, e che darà vita a una rappresentazione dei borghi nel metaverso digitale, in cui tramite molteplici elementi tecnologici i visitatori potranno vivere delle esperienze virtuali a partire dalla realtà locale, compresa l’attivazione di un Osservatorio sul patrimonio culturale immateriale del territorio e di un sistema di monitoraggio della sostenibilità sui Sicani, con la creazione di spazi smart inclusivi.

Lo scorso anno, a causa della pandemia, l’edizione di SITA si è svolta on line sulla piattaforma StreamYard: a ragazze e ragazzi è stata proposta una carrellata di professioni del futuro, mediante esempi virtuosi e best practice, con sguardo rivolto soprattutto alle realtà del Sud Italia, e alle opportunità messe a disposizione dalla digitalizzazione in atto.

«Quest’anno, nel mese di marzo - dice Zinnanti - la nuova edizione si svolgerà in presenza, e ancora una volta Partanna sarà metà di appassionati, studenti, studiosi e tecnici, che racconteranno, grazie alla tecnologia, le realtà imprenditoriali del futuro».
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