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L'allegria e la "saudade" di Vincenzo: il ricordo dell'artista che portò il Brasile a Palermo

La storia di un musicista che si lega a quella di una città, che resta orfana della sua leggerezza e spontaneità in tutti gli ambiti. Dai teatri, ai club, dalle piazze alle case

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 30 novembre 2022

Vincenzo Palermo

Vincenzo Palermo era un ragazzo tutto da scoprire, bello da morire, con due fossette che segnavano le guance di un viso solare e accattivante. Il più piccolo di tre figli, arrivato 9 anni dopo due figlie femmine, figlio di un noto antiquario e del soprano Anna Siviglia, si laurea in giurisprudenza conseguendo il titolo di avvocato.

Ma negli anni '80 in un viaggio in Brasile, respirando quell'aria da San Paolo a Salvador de Bahia, a Rio de Janeiro, e con la sua chitarra sempre con sè, si lascia prendere da quell'atmosfera frizzante e leggiadra, fino a farla sua. Suonando in portoghese e adottando quel ritmo unico e caliente, compirà una scelta, la sua scelta di vita, la musica brasiliana accompagnata dalla sua genialità.

L'avrebbe portata a Palermo fino a quel momento pressocchè sconosciuta. Infatti nel 1984, tornando a Palermo, crea la prima band brasiliana che prende il nome di "Brasil Batucada e Lea Costa insieme": Lea Costa (voce), Aldo Messina (basso), Riccardo Randisi (piano), Gianni La Rosa (percussioni), Sebastiano Alioto (batteria) e lui alla chitarra.
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Poco dopo, nel 1989 fonda l'associazione culturale Fala Brasil con un significato ben preciso: comunicare il Brasile a Palermo attraverso progetti musicali di ampio spettro. Nel 1991 la sua genialità raggiunge il suo massimo splendore: insieme alla brasiliana Ana Flora crea un supergruppo brasiliano chiamato "Viva Brasil" selezionando 11 percussionisti capoeristi provenienti da Rio, Bahia, Forteleza, tra cui i maestri: Zoi Nascimento e Bira Dos Santos e di cui il ballerino Macedo Costa Edimar ne fu il trade union.

Lo stesso Edimar ha dichiarato che quando lo incontrò per la prima volta in Brasile rimase abbagliato dalla sua bellezza, da uno sguardo di un palermitano che si sentiva brasiliano e che aveva una missione da compiere: diffondere quella musica nel sud dell'Italia.

E se oggi a Palermo, esiste una colonia di brasiliani, soprattutto bahiani, lo dobbiamo a lui e alla sua creatività artistica. Il gruppo "Viva Brasil" si esibirà al Malaluna, locale di assoluta notorietà per la movida palermitana di quei tempi. La Band si distinguerà per un suono stridulo ma coinvolgente della chitarra bahaiana e per un tipo di danza che riporta ad uno strumento di difesa per la lotta degli schiavi.

A mettere in luce la modernità brasiliana sarà il disco Tribal del 2005 che comprende dei brani inediti in collaborazione della vocalist Carioca Cristina Dias e di musicisti brasiliani come il percussionista Mestre Carcarà e il batterista Zè Carlos. Il 2014 ferma l'identità di Palermo brasiliana poichè la scuola di samba "Fala Brasil" viene colpita da un incendio, episodio che turba inevitabilmente Vincenzo Palermo fulcro degli innuerevoli amanti della percussione.

Con lui sono cresciuta fino a fare un progetto insieme in un incontro storico tra Brasile e Italia. Nel 2018 nasce Brasil fala Italiano, su iniziativa della sottoscritta. Così volli chiamarlo. Un'idea nata da un desiderio di ripercorrere la storia della musica brasiliana nell'incontro con i più grandi artisti del nostro paese che hanno eseguito magistralmente la poesia dei testi in italiano tradotta in maniera eccellente da autori come Sergio Bardotti, Sergio Endrigo e Bruno Lauzi.

Questa volta insieme a Vincenzo troviamo una giovane cantante Pamela Barone, Antonio Zarcone al piano, Gianni La Rosa al basso, Sebastiano Alioto alla batteria.

Un cuore, quello di Vincenzo Palermo, pieno di saudade un termine portoghese difficilmente traducibile in italiano. Lui mi insegnò il significato di questa parola, di quella malinconia intrisa di nostalgia, della cultura di Vinicius e che "la vita è l'arte dell'incontro" e "per fare un Samba con bellezza ci vuole un po' di tristezza".

Con lui ho fatto le cose più belle che mi sono accadute negli ultimi anni, ogni volta che c'era voglia e bisogno di far festa, c'era la musica brasiliana del maestro Vincenzo Palermo, pioniere di questa musica, la sua musica nella nostra città. Con lui c'era un'alchimia che abbracciava tutti, chiunque gli stesse di fronte, chiunque si lasciasse prendere da quella magia di quelle dita che danzavano nelle corde della sua amata chitarra.

Un artista sprovvisto di quel "divismo" che spesso è conseguenza di una certa popolarità. Anche dopo 40 anni di carriera, Vincenzo era leggiadro, attraversava tutti gli ambiti, i teatri, i club, le piazze, le case, le famiglie, con una spontaneità unica. E ogni volta veniva appaludito da folle siciliane che volevano suonare, cantare, in portoghese, ballare a ritmo di samba.

Il verde e il giallo sono stati i suoi colori di gran parte della sua vita, e chi ha voluto fare squadra ha indossato gli stessi colori della bandiera brasiliana con un tamburo a tracolla. A volte trionfava anche il bianco, un colore d'effetto per testimoniare la purezza di una musica e il cuore di un protagonista.

E tanta tristezza ha lasciato nelle strade di Palermo, nei luoghi dove si respira musica, nei posti dove chiunque abbia avuto l'onore di conoscere il nostro mestro, c'è un po' di solitudine.

Siamo tutti un po' orfani della nostra eccellenza del cuore venuta a mancare il 28 novembre 2022 e la musica tutta è a lutto. Buon viaggio Vicè colora della tua anima il Paradiso e ogni tanto mandaci una pioggia della tua "beleza", noi ti riconosceremo.
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