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L'appello di Arcigay a Palermo dopo il raid vandalico: "Aiutateci, vogliamo ripartire"

Nei giorni scorsi un raid vandalico ha svaligiato la sede delle Officine Arcobaleno "Giuseppina Cacciatore”. L'appello degli operatori per rialzarsi e ricominciare tutti insieme

Balarm
La redazione
  • 4 dicembre 2020

Dopo il recente furto subito le Officine Arcobaleno "Giuseppina Cacciatore”, la sede dell’Arcigay a Palermo attiva da 40 anni, intesa più come una casa che accoglie tutti, lancia una richiesta di aiuto per continuare ad andare avanti.

Ad inizio dicembre, infatti, aprendo come ogni mattina la sede, tre operatrici de La Migration (sportello epr migranti LGBT) si sono trovate davanti uno scenario che mai avrebbero voluto vedere.

In poche parole la sede è stata svaligiata di quasi tutto: TV, proiettore, computer, ma anche soldi ricevuti grazie all'aiuto di sostenitori e sostenitrici, raccolti nei passati eventi di autofinanziamento.

La situazione, già difficile, oggi lo è ancora di più ed è per questo che, non volendo nemmeno considerare la possibilità di dover chiudere, le Officine Arcobaleno chiedono un ulteriore aiuto, in qualsiasi forma, per salvaguardare questo spazio sicuro, divenuto nel tempo approdo e conforto in città.
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Non solo luogo di ascolto in tema di storie LGBT, negli anni la sede ha avuto la capacità di farsi plasmare da ogni persona che ha voluto viverla.

Oggi in ogni stanza è possibile scorgere addobbi di feste passate, tracce di chi è solo passato, segni di chi ha investito lì energie, lacrime e sorrisi.

In definitiva è diventato un luogo dove incontrarsi, conoscere nuove persone, ritrovarsi, costruire e fare qualcosa per l’intera comunità.

Ma la forza e la speranza di chi è abituato a lottare non può lasciare spazio, anche in questo caso, all’abbattimento, nonostante la batosta emotiva che tutto il gruppo di lavoro ha ricevuto. Il grido degli operatori rimane sempre lo stesso: non fermarsi e ripartire con grande orgoglio, grazie anche al sostegno emotivo dei tanti volontari che li affiancano.

Marco Ghezzi, presidente di Arcigay di Palermo ha sottolianeato il particolare momento difficile.

«Proprio nel giorno in cui si celebre la giornata mondiale contro l’AIDS, abbiamo scoperto che la nostra sede, già a rischio chiusura causa covid, è stata scassinata. Vedere quello che per noi è stato un luogo pieno di tanti momenti importanti, emozionanti e felici messo a soqquadro ci ha colpiti profondamente.

Siamo ancora scossi ma non crediamo che sia un atto di matrice omofoba, riteniamo invece che sia frutto del periodo di profonda crisi che viviamo. Abbiamo attraversato numerose avversità, questa è solo l'ultima ma non sarà quella che ci fermerà, saremo presto operativi e più propositivi di prima».

Chi volesse donare qualcosa può farlo attraverso la campagna online di produzioni dal basso e, certamente, condividendo la raccolta fondi anche attraverso i canali social.
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