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L'eremita sull'Etna che aveva Battiato come amico: la vita (incredibile) di Juri Camisasca

La musica è anche compagna di viaggio, sia fisico che mentale e di certo è una compagna di viaggio anche per Juri Camisasca. Vi raccontiamo la sua storia

  • 27 agosto 2022

Juri Camisasca

«Live your dream, you will find your dimension live in your soul, you will find peace and freedom. Love is the angel of the world Love is the angel of the world».

Queste sono alcune delle parole che si ritrovano nel testo della canzone Love is the angel of the world, contenuta all’interno dell’ultimo album di Juri Camisasca dal titolo "Cristogenesi".

La musica, fin dalle origini dell’uomo, ha sempre avuto un ruolo catartico. Ha accompagnato e accompagna ancora oggi, la meditazione, lo scandire del tempo, delle stagioni, del giorno e della notte.

La musica è anche compagna di viaggio, sia fisico che mentale e di certo è una compagna di viaggio anche per Juri Camisasca. La storia artistica di Juri non è molto conosciuta.

È un artista controcorrente, lontano dalla commercializzazione della musica, originale per il suo pop religioso, dove il gregoriano si fonde con il minimalismo sacro e le sonorità della mystic music. Camisasca è un artista fuori dai canoni del consumismo discografico.
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È un cantautore e pittore di icone sacre, scoperto da Franco Battiato che lo ha introdotto nel mondo discografico.

Ascoltando le numerose produzioni musicali di Juri (Roberto) Camisasca, sembra che la sua carriera musicale si possa distinguere in due parti: da un lato il disagio esistenziale degli anni Settanta e dall’altro la spiritualità illuminata dei brani più recenti, ma in fondo c’è un fil rouge che tiene unite le due parti, ed è la ricerca continua e profonda per scoprire se stesso.

L’artista ha percorso un cammino che lo ha portato ad una "metamorfosi".

Juri nasce in una periferia di Milano e durante il servizio militare ad Udine incontra casualmente Franco Battiato. Da qual momento fra loro nasce non solo una collaborazione musicale, ma anche una profonda amicizia. Il suo esordio discografico è una sorpresa per la musica italiana degli anni Settanta.

Lo stesso cantautore dice di non riconoscersi nel suo primo album, composto quando aveva appena ventidue anni e lavorava come muratore per pagare le bollette.

Ne “La finestra dentro” (1974) Juri riesce a miscelare gli elementi propri del folk con allucinanti virate acid- prog, dipingendo storie e paesaggi inquietanti ma, nello stesso tempo, anche estremamente suggestivi. Ad aiutarlo nell'impresa c'è l'amico Franco Battiato, che diventa in breve tempo una sorta di padrino musicale.

Nel 1975 Juri entra a far parte del super-gruppo del Telaio Magnetico insieme a Franco Battiato, Mino Di Martino, Terra Di Benedetto, Roberto Mazza e Lino "Capra" Vaccina; il progetto tuttavia nasce e si esaurisce nell'arco di un piccolo tour nel Sud Italia, la cui unica testimonianza rimane il disco postumo "Live '75" (1995).

Negli anni successivi Juri Camisasca non incide nulla. Presta però la sua voce a Franco Battiato per "Clic" (1974) e "Juke Box" (1978), oltre a collaborare nei cori di Alfredo Cohen per l'album "Come barchette dentro un tram" (1976).

In quei giorni Juri continua a vivere inquieto nel capoluogo lombardo e per trovare conforto studia sui libri di filosofia orientale e si isola dagli amici, rientrando in società soltanto per lavorare come animatore negli asili. Quando gli capita tra le mani un libro di Santa Teresa d’Avila, inizia tuttavia a capire finalmente cosa manca nella sua vita.

Così, da seguace del mito di Woodstock e della bit generation, avviene l’incontro con Dio che gli cambia l’esistenza e alla fine degli anni ’70 sceglie di prendere i voti e di ritirarsi in un convento benedettino, inizialmente a Praglia (Pd) e poi a San Silvestro Abate sul Montefano, nelle Marche.

Uscirà da quei chiostri undici anni dopo alla ricerca di qualcosa di ancora più estremo. Si dedica alla meditazione e sceglie di ritirarsi a vita da eremita alle pendici dell'Etna. In questo periodo inizia a dipingere icone.

Il suo legame con Franco Battiato intanto non si è mai spezzato. Nel 1987 rompe il suo silenzio per partecipare ad alcune rappresentazioni dell'opera teatrale "Genesi" di Franco Battiato (come voce recitante).

Per avere un seguito a “La finestra dentro” bisognerà aspettare fino al 1988, anno di uscita di “Te deum”, opera sin dal titolo marcata da un forte influsso religioso, composta da una serie di canti gregoriani e brani originali arrangiati elettronicamente dallo stesso Camisasca.

Negli stessi anni Juri collabora come autore di canzoni di altri artisti scrivendo "Nomadi" per Alice ("Park Hotel", 1986), che sarà inclusa anche nell'album di Franco Battiato "Fiosognomica" (1988) e in "Voce prigioniera" di Giuni Russo (1998).

Proprio per Alice scriverà alcune delle sue più belle canzoni, in gran parte comprese all'interno del suo "Il sole nella pioggia" (1989) e, sempre nello stesso anno, firmerà anche una serie di brani per "Svegliando l'amante che dorme" di Milva (“Potemkin”, “Angelo del rock”, “Una storia inventata”).

Nel 1991 Camisasca ritorna ufficialmente con “Il carmelo di Echt”, testimonianza di fede in musica che vede la supervisione artistica di Mauro Pagani della Pfm, personaggio che influenza comunque poco il risultato finale, accostabile al rock elettronico e colto di Battiato.

L'album, permeato ancora da un grande misticismo contemplativo. Nel 1992 Juri presta la sua voce alla nuova opera di Battiato “Gilgamesh” e all’album “L’attesa” di Lino “Capra” Vaccina, con cui collabora anche nel 1995 per “In cammino tra i sette cieli”.

Nel 1999 è quindi il turno di “Arcano enigma”, disco dalle avvolgenti sonorità elettro-pop in cui l'ammirazione di Camisasca per Sant'Agostino. Oltre al ritorno alla produzione di Battiato, il disco vede la partecipazione in studio dei Bluvertigo. Negli anni Novanta e Duemila, Camisasca continua a scrivere brani per Giuni Russo e Alice e firma assieme a Battiato “Nuvole nere” per la Pfm, presente in “Serendipity” (2000).

Nel 2008 si ricongiunge proprio a Battiato cantando in duetto la sua “La musica muore”. l 2016 vede l'inaspettato ritorno di Juri al mondo musicale, assieme all'amico Rosario Di Bella.

Così, dopo 17 anni di silenzio discografico, Juri ritorna sulle scene incidendo la sua personale idea di "spiritualità", contrassegnata da sfondi elettronici e canti gregoriani, che invita alla ricerca della pace e all’armonia della natura.

Il suo lavoro è l’album “Cristogenesi”(2021), un’avventura intrapresa con le edizioni Paoline, ricco di sicilianità, sia nei contenuti sonori che nelle collaborazioni coi musicisti.

Solitudine, ascesi, ricerca interiore, sono temi cari all’artista che si ritrovano tra le note del disco e nel brano di chiusura, “La mia genesi” Juri Camisasca canta che un giorno “ci libereremo in volo nell’infinita Vita Divina”.
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