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L'orgoglio di essere isolani e l'amore per la propria terra: Maria, memoria storica di Favignana

Maria è stata l’anima del fervore culturale di Favignana. Dietro a ogni cosa che ha fatto, e fa, c'è l'amore della sua Isola e per ricordare a ogni isolano il senso vero di questa parola

Jana Cardinale
Giornalista
  • 3 dicembre 2021

Maria Guccione

Una testimone di vita, esperta del suo territorio, conoscitrice della gente e della bellezza che risiede nelle isole e che le circonda. Maria Guccione è memoria storica di Favignana, con un obiettivo che costantemente l’ha accompagnata negli anni: esaltarne le tradizioni, la cultura, il mare, l’archeologia, il turismo.

Da sempre il suo sguardo pa rla più delle parole e rende chiaro il suo legame con questi luoghi. Con la sorella Giovanna ha gestito per oltre trent’anni un ristorante dove chi arrivava mangiava la cucina della tradizione. «Noi spiegavamo alle persone cosa stavano per mangiare – ha sempre detto - ma nel fare questo, in realtà, raccontavamo la nostra vita. E così il nostro cliente, nel mangiare la polpetta di tonno che noi preparavamo con tonno di prima qualità, entrava in sintonia con l’isola, con la sua storia.

Non era un mangiare per saziarsi, era una gioia dello spirito, un arricchimento della conoscenza, un nutrimento attraverso il territorio. Giovanna programmava il menù e io le cercavo i prodotti sull’isola. Eravamo abituate a mangiare piatti fatti con i prodotti locali, conoscevamo soltanto quei sapori e quelli volevamo proporre ai nostri clienti. Io volevo essere qualcosa di più di un’albergatrice o di una ristoratrice. Ero nata insegnante, ho continuato a occuparmi di cultura e ho messo la mente al servizio delle braccia».
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Maria è stata l’anima del fervore culturale di Favignana negli anni e artefice di uno degli eventi più importanti della Sicilia “La Settimana delle Egadi”, da cui sono scaturiti progetti altrettanto onorevoli per l’isola, come l’Area Marina Protetta, i piani paesaggistici per limitare la speculazione edilizia e la cementificazione, i progetti di conservazione delle Cave. Potrebbe parlare senza limiti della cultura dei tonnaroti, del termine Rais, «uno sciamano, che non parlava, faceva segni con le mani e con gli occhi. Un mediatore tra il cielo e la terra, come si canta nell’Aiamola, la cialoma di Favignana».

A lei si devono tantissime cose: da assessore è riuscita a siglare un accordo con la Questura di Trapani per poter far arrivare a Favignana l’orchestra nazionale della Polizia di Stato, formata da oltre 100 elementi, che è stata sull’isola a proprie spese per uno spettacolo di qualità, durato alcuni giorni, lasciando al Comune di Favignana i fondi raccolti e non utilizzati.

Con quei soldi è stato realizzato il centro ricreativo presso Cava Sant’Anna, diventato poi un punto di ritrovo e aggregazione per i giovani. Il suo è un impegno che parte da lontano e che non si ferma: proprio nei giorni scorsi è stata ospite della Lega navale di Trapani dove ha tenuto una relazione su "Cave e schifazzi". Tantissimi i ricordi delle belle cose fatte a Favignana: un’iniziativa con Musica e Poesia, in cui i poeti di Favignana raccontavano con la loro Arte un’isola da scoprire.

Un evento "tutto favignanese", per offrire ai turisti una visione delle Egadi inconsueta, una descrizione in versi dialettali delle bellezze e degli elementi più identitari delle isole, intramezzata da brani di prosa (Il mare, le cave, Zu Sarinu, la tonnara, i rais, la grotta del Genovese, l'incanto di Marettimo, il duro lavoro dei pescatori): temi che alcuni poeti locali hanno declinato nelle loro liriche con una carrellata di immagini che ha toccato le corde più profonde del sentimento e delle emozioni.

Maria è anche autrice di un E-book dal titolo ‘Mangiamo a Favignana’: quattordici ricette che provano come la ristorazione locale si stia evolvendo positivamente, in armonia con le aspettative globali di un maggior rispetto verso l'ambiente e di un saggio utilizzo delle risorse. Cosa che, in senso lato, riguarda tutti e tutte e tre le isole Egadi; in tutte le ricette pubblicate c'è un attento e ben dosato utilizzo delle erbe locali, spesso spontanee, che rappresentano la vera anima di un territorio perché il loro profumo differisce da luogo a luogo a seconda del calore del sole o del salmastro del mare che il vento depone su erbe e frutti rendendo più intenso il loro sapore e il loro profumo.

«Da ex ristoratrice, sempre attenta a un saggio uso delle materie prime – aveva detto - non posso che rallegrarmi del nascere di questa nuova sensibilità alimentare che non sfuggirà ai fruitori più attenti dei servizi che il territorio offre, di cui la gastronomia è componente essenziale».

L’idea era quella di interpretare la cucina isolana a quattro mani, con lo chef Peppe Giuffrè, grazie a un ‘display’ di prodotti dell’agro trapanese incrociati con le ricette tipiche, gli odori e i sapori isolani, proponendo, in modo rivisitato, quello che già c’è. “Mangiamo a Favignana”, insomma, puntava a un’alimentazione consapevole e a quanto la ristorazione può offrire alla sostenibilità.

Tra i progetti di Maria anche la piattaforma internazionale izi.TRAVEL (equivalente al Tripadvisor dei beni culturali nel mondo) dove era possibile scoprireì gratuitamente la storia e le collezioni dell'ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica grazie alla voce narrante di due speciali ed autorevoli ciceroni: con lei, infatti, anche il compianto Sebastiano Tusa.

L'audio guida è stata suddivisa in diverse sezioni per ripercorrere il percorso museale e storico dell'ex Stabilimento Florio, per ascoltare al suo interno anche i racconti di Giuseppe Grangrasso, "zio Peppe Nue", custode della Tonnara, oltre a frammenti audio della videoinstallazione Torino con le voci narranti degli ex operai dello Stabilimento Florio.

Un progetto realizzato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Trapani e dal Comune di Favignana – Isole Egadi, coordinato da Renato Alongi. Così come non si può parlare di isole Egadi senza collegarle al tonno, alla sua storia plurisecolare, alla pesca sanguinosa eppur affascinante, alla lavorazione complessa legata indissolubilmente alla storia dei Florio, alla bontà delle sue carni capaci di ispirare ricette uniche, così non si può parlare delle Egadi senza pensare a Maria Guccione. L’ultimo omaggio alla sua Favignana si intitola: “Io e l’isola: una storia d’amore”.

Un lavoro che apre le pagine al lettore con una dicitura ineccepibile: «In un’isola sospesa tra passato e futuro. Per decidere cosa vogliamo essere dobbiamo prima sapere cosa eravamo». L’autrice sostiene che si tratta di un libro senza pretese, scritto più per ricordare a se stessa che agli altri, ma chi lo ha già letto dichiara che è stato come essere in un salotto ad ascoltarla mentre raccontava, e che avere la capacità di descrivere ottant'anni di vissuto, sintetizzando tutto in solo centodieci pagine, foto comprese, non è semplice.

Un libro che riporta indietro nel tempo e permette di ricordare i tanti isolani che ora non ci sono più. Perché ‘isolani si nasce, e ci si rimane. Ovunque si è. «Il fine di questo breve lavoro era proprio questo – dice - far conoscere alcuni accadimenti a chi per necessità è dovuto andar via o comunque non ha avuto modo di seguire ciò che succedeva. Avrei potuto scrivere di più ma non ho voluto appesantire ciò che avevo scritto di getto e che inizialmente avrei dovuto tenere solo per me».
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