ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsCulturaItinerari e luoghi

L’ultimo caffè liberty di Sicilia: tra magnifici dolci nacquero poesie e (perfino) una rivista

Fu ritrovo di poeti, scrittori e artisti. Il luogo ideale per la nobile arte della conversazione, un "pensatoio" per intellettuali come Salvatore Quasimodo

Maria Oliveri
Storica, saggista e operatrice culturale
  • 14 marzo 2023

Dettaglio del quadro "Caffè Greco" di Renato Guttuso

“Il caffè Galante era un vero cenacolo. Era una sorta di Pedrocchi o di Florian nostrano (…) con i suoi tavolinetti dal ripiano di marmo di Carrara leggiadramente sostenuto da tralicci floreali in ferro battuto, le poltroncine di legno nero sobriamente avvolgenti, i lampadari dalla luce soffusa come abat-jour e le grandi specchiere alle pareti…”.

Così scriveva il professore Michele Angelo Mancuso nel volume “Una lontananza di anni luce”, ricostruendo atmosfere sofisticate e rammentando i personaggi che animavano quello straordinario “salotto letterario” di Patti (Me).

Il caffè Galante è l’ultimo caffè storico siciliano che conserva ancora gli arredi liberty degli anni ’20: nel piccolo e accogliente locale tutto è rimasto identico a quando l’attività commerciale è stata inaugurata nel 1929, al civico 15 di Via Regina Margherita.

Giuseppe Galante, il proprietario, fece realizzare quasi cento anni fa, dalle migliori maestranze cittadine, i tavolini in ferro battuto, la boiserie bianca, gli infissi in legno con semplici intarsi, le vetrinette, il lampadario a più bracci, il comodo bancone dove servire i clienti e sul fondo della parete la grande scaffalatura per i liquori, i bicchieri, piattini e tazzine.
Adv
In realtà la fondazione della ditta Galante, che produceva specialità di pasticceria, è ancora più antica, risale al 1901: Peppino Galante, cuoco mistrettese, aveva sposato Giovanna Manfrè, che proveniva da una famiglia di "pignatari" pattesi.

Da ragazza, Giovanna aveva imparato l’arte di far dolci aiutando le suore del monastero di clausura di Santa Chiara. Grazie alle ricette delle monache i coniugi Galante avevano potuto avviare un forno e poi nel 1918, nei locali di fronte al forno, avevano aperto il primo caffè, al numero 17.

Diversi anni dopo il locale si era spostato di qualche metro, nella stessa strada, ma più sopra, e i proprietari lo avevano dotato di arredi e decori in stile liberty.

L’inaugurazione del "nuovo" caffè dei Galante fu un importante avvenimento per tutta la città di Patti: il maestro Tindaro Panissidi compose persino un’ode, nel 1929, per celebrare il “nuovo magnifico caffè”.

Eccone alcuni versi: "A voi, o caro Don Peppin Galante, instancabile e buon lavoratore…A voi che co’ squisiti pasticciotti, solleticate tanto e tanto il gusto dei distinti paesani signorotti innalzeremo un dì un mezzo busto. A voi che, dell’està, ne’ l’ore afose, rinfrescate con splendidi gelati, con granite, cassate ed altre cose la bocca arsa degl’innamorati... ".

Alle pareti del caffè oggi fanno bella mostra di sé alcuni ritratti dei fondatori e un diploma incorniciato, che riporta la data del 28 Ottobre 1927 e che attesta che i pasticciotti di carne e i cardinali erano specialità tipiche della ditta Giuseppe Galante e figli.

I pasticciotti e i cardinali nascono tra le mura del monastero di Santa Chiara di Patti: le monache vi rimasero per quasi cinquecento anni, fino al 1891, quando a causa delle leggi eversive il monastero venne soppresso.

Le suore accoglievano spesso in convento alcune giovinette pattesi, che in tal modo ebbero l’opportunità di apprendere la preparazione di molti dolci e di tramandare in famiglia le antiche ricette della pasticceria conventuale. I cardinali sono dolci di pasta frolla, dalla forma allungata, ripieni di mandorla tritata; i pasticciotti, dalla forma tondeggiante sono dolcetti di pasta frolla (pasta tenera) ripieni di carne bovina tritata e di mandorle.

Sia i cardinali che i pasticciotti vengono ricoperti di zucchero a velo e poi vengono decorati in cima con un po’di zucchero cristallino di colore rosso. Il periodo d’oro del Caffè Galante abbraccia circa un ventennio: dalla fine degli anni Venti alla seconda guerra mondiale.

Il caffè era il luogo ideale per la nobile arte della conversazione, un vero e proprio “pensatoio” ritrovo di intellettuali come Salvatore Quasimodo (premio Nobel per la letteratura nel 1959), Salvatore Pugliatti (umanista e giurista), Vann’Antò (pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo, poeta ed esponente del futurismo siciliano), Michele Angelo Mancuso (intellettuale poliedrico): tutti membri dell’ “allegra brigata”, che si riuniva a casa Saggio, a casa Mancuso o al caffè Galante. Qui gli intellettuali erano soliti accomodarsi in un angolo, ad un tavolino tondo.

Tra un pasticciotto e un gelato, una battuta sagace e un’accesa discussione, un giorno i membri della brigata decisero di fondare una rivista, “Vita nostra”. Il giornale, ebbe purtroppo vita breve, fu stampato dal 1932 al 1936; oltre alla cronaca locale dava spazio alla poesia: lo stesso Quasimodo vi pubblicò alcuni componimenti come “Vento a Tindari”.

A gestire il caffè, dopo il signor Giuseppe Galante, fu il figlio Carmelo (1909–1996) che già ad 8 anni aveva cominciato ad aiutare il padre nell’attività di famiglia.

Nel locale si avvicendavano tanti clienti: al mattino arrivavano gli avvocati (il tribunale era poco distante) per sorbire il caffè espresso, che a quei tempi era nel circondario una rarità; mentre gli intellettuali, erano soliti arrivare alle 17 per andare via verso le 20; infine i facoltosi commercianti della zona, si presentavano dopo cena e trascorrevano le serate giocando al “tocco” e bevendo birra.

Tutti indistintamente si deliziavano con i dolci: non solo pasticciotti e cardinali, ma pure friciuletti, zuccarati, cuddureddi, ossa di morto, biscotti Umberto, cannoli, cassate, poncio al rum e all’arancia (molto richiesto soprattutto per i matrimoni), gelati al gelsomino e alla rosa e il famoso “riso di Paradiso”.

Dal 31 Dicembre 1992 il bar e la pasticceria del caffè Galante purtroppo non sono più attivi, ma il caffè rimane un punto di riferimento per la cultura pattese, grazie all’impegno profuso in questi anni da Antonino Galante (nipote del fondatore Giuseppe), che è riuscito a mantenere aperto il locale come luogo della memoria, come caffè letterario e come centro culturale.

Il 25 Novembre 2016 si è costituito il Comitato Pro Caffè Galante: obiettivo del Comitato è testimoniare con forza l’amore per il Caffè Galante, nella necessità di difenderne il valore e di salvaguardarne l’esistenza, per le sue caratteristiche storico culturali. Il caffè Galante, secondo alcune ricerche svolte dal proprietario, potrebbe infatti essere l’ultimo caffè in stile liberty rimasto in Sicilia.

Forse esistono altri caffè storici, anche più antichi, ma nessuno è riuscito a mantenere gli arredi liberty fino ai giorni nostri. A Caltanissetta c’era il caffè romano, aperto nello stesso periodo del caffè Galante, ma è stato sacrificato e trasformato in un negozio d’abbigliamento.

Dal 2008 a oggi il caffè Galante ha ospitato centinaia di eventi artistici e letterari, e non solo: iniziative che spaziano dal mondo digitale alle problematiche ecologiche. L’ultimo evento, il più recente in ordine cronologico, si è svolto lo scorso 8 marzo 2023: un reading dedicato a 4 donne, scrittrici e poetesse siciliane come Maria Messina, Livia De Stefani, Maria Costa e Maria Attanasio.

Il sogno del signor Antonino e di tanti cittadini di Patti rimane comunque quello di far rinascere il caffè Galante quale ritrovo di prelibatezze, tornando a produrre con le antiche ricette i dolci della tradizione pattese. L’attività dolciaria, che potrebbe attrarre visitatori e turisti, si inserirebbe inoltre in un progetto più vasto, di rinascita e valorizzazione del centro storico di Patti.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI