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La coltiva in Sicilia ed è una spezia che "vale oro": Luigi e una passione nata da un regalo

Vi raccontiamo la storia di un barista che si è innamorato per caso di una delle spezie più antiche e preziose esistenti al mondo, dalle mille proprietà. Ecco la sua storia

  • 16 novembre 2021

Luigi Baldi e i suoi fiori di zafferano

La sua azienda, nata circa due anni fa, si inserisce tra le poche certificate e registrate nella coltura di quello che viene riconsiderato (perché in passato già lo era) l’oro dei campi: stiamo parlando dello zafferano.

Siamo a Marianopoli, nel cuore della Sicilia nel Nisseno, zona incontaminata - le prime fabbriche in linea d’aria si trovano a circa 100 km di distanza - e qui il giovane Luigi Baldi ha deciso di impiantare, dal nulla, la sua coltivazione di zafferano appunto.

«Io ho un’altra attività - ci ha detto Luigi - un giorno è venuto un signore qui al mio bar che già coltiva zafferano e parlandomene mi ha regalato dei bulbi di fiori che ho piantato.

Tutto ciò che oggi esiste, la mia azienda che si chiama Arkania, è sostanzialmente frutto del mio innamoramento nei confronti dello zafferano. Dopo aver piantato i bulbi ho iniziato ad approfondire le informazioni in materia rimanendo letteralmente affascinato.
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Ho scoperto che è una delle spezie più antiche e preziose esistenti al mondo con dietro una lunga storia che è passata attraverso i secoli. Oggi viene impiegata principalmente nelle preparazioni alimentari ma i suoi usi, in passato, sono stati veramente molteplici».

La passione ha spinto Luigi, oltre a cercare notizie, ad ampliare la semina e la produzione che, dopo un anno circa, è entrata in commercio. La resa non è mai certa e predefinita, ci ha raccontato, ma quest’anno la sua produzione è stata di circa mezzo chilo di stigmi.

La vendita in stigmi, questo il nome scientifico di quei filini rossi preziosissimi (la quotazione è di 25 euro al grammo al dettaglio), assicura la purezza e la preziosità del prodotto, rispetto alle polveri colorate che si trovano nella grande distribuzione.

«Forse non tutti sanno che le prime tracce di zafferano risalgono a circa 3.000 anni fa e che Cleopatra lo usava per i bagni di bellezza o per colorare la pelle, così come Carlo Magno per tingere i capelli.

Ma non solo, era considerata un’erba medica a tutti gli effetti usata dai civili, soprattutto nobili e benestanti, e dai sacerdoti anche per rituali o per uccisioni nascoste. Insomma molto si sa ma molto, secondo me, c’è ancora da scoprire», aggiunge Luigi.

«In questi giorni - prosegue - abbiamo iniziato una collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo per approfondire aspetti scientifici ancora poco noti; sappiamo già che contiene molte proprietà salutari, come un altissimo contenuto di vitamina C ad esempio.

Io sono ancora agli inizi come produttore ma di sicuro voglio approfondire questa coltivazione, inoltre il mio progetto si integra già con delle iniziative sociali.

Nelle scorse settimane, infatti, ho ospitato alcune scuole del comune di Marianopoli e Vallelunga per far vedere ai bambini la mia coltivazione, sia per far conoscere la realtà dello zafferano ma soprattutto per sensibilizzare i più piccoli nella cura della natura in generale.

Nel frattempo cerco di espandere i miei contatti, al momento lavoro con singole realtà che mi richiedono il prodotto direttamente ma sono sicuro che l’impiego e l’utilizzo di questa preziosa spezia presto si incrementerà».
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