ARTE E ARCHITETTURA
La cultura dello zolfo nelle opere d'arte (urbana): 6 murales sul tetto della Sicilia
Dipinte 6 superfici di grande dimensione con opere di importante impatto visivo che aggiungeranno una nuova identità contemporanea al paesaggio urbano
									Uno dei murales di Assoro
				Un progetto di creatività urbana nel centro storico di Assoro (Enna), una cittadina di 800 metri nel centro della Siclia caratterizzata, sin dal Settecento, dall’economia legata all’estrazione dello zolfo. Biodpi, Alessandra Carloni, Ligama e Vittorio Valiante sono i quattro noti muralisti che hanno realizzato grandi opere pittoriche nell'ambito del progetto di creatività urbana realizzato da Civita Mostre e Musei, in collaborazione con INWARD Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana, nell’ambito del “Progetto locale di rigenerazione culturale e sociale del Comune di Assoro – Assoro Borgo dello Zolfo” finanziato dal Ministero della Cultura con fondi del PNRR.
I quattro muralisti hanno dipinto 6 superfici di grande dimensione con opere di importante impatto visivo che aggiungeranno una nuova identità contemporanea al paesaggio urbano, in un percorso che giunge fino all’ingresso nel centro storico dove sono presenti gli elementi più rappresentativi del patrimonio culturale cittadino: la Badia di Santa Chiara, la Sala degli Scavi, il Municipio, il Palazzo Valguarnera, la Basilica San Leone e la Chiesa – Convento degli Angeli.
L’invidiabile posizione strategica di Assoro la rese ambita preda per greci, romani e cartaginesi, poi fu conquistata dagli arabi, dai normanni, dagli svevi, dagli angioini e dagli aragonesi: un vero crocevia di popoli, di lingue, di culture. La zona fu vocata alla produzione di frumento e olio che in grande quantità veniva esportato via mare verso l’Egitto, la Siria e la Grecia fino al Settecento quando a quel paesaggio si sostituisce quello dello zolfo: cunicoli, calcare, ferrovie, forni, ma soprattutto la vita misera dei minatori e dei carusi, rappresentata con la straordinaria crudezza dai pittori siciliani dell’Ottocento.
La recente capacità di sostituire lo zolfo con prodotti di sintesi ne ha cancellato la centralità, modificando definitivamente il paesaggio fisico e umano del centro della Sicilia. Da questa storia nasce l’idea guida del progetto di rigenerazione che comprende l’intervento dei muralisti: caratterizzare Assoro come centro di promozione della storia e della cultura legate all’estrazione dello zolfo, costruendo un’offerta di luoghi e di varie iniziative e garantendo una qualità complessiva del borgo che gli consenta di diventare meta di un turismo attento e responsabile, capace di apprezzare itinerari di scoperta di un passato poco noto, creando le condizioni per accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova imprenditoria, soprattutto giovanile e femminile, con percorsi di incubazione d’impresa prima e accelerazione poi, coerenti con la vocazione del borgo e con il tessuto imprenditoriale già esistente.
I quattro muralisti si sono quindi confrontati con questa affascinante complessità e hanno dipinto 6 superfici di grande dimensione con opere di importante impatto visivo che aggiungeranno una nuova identità contemporanea al paesaggio urbano, in un percorso che giunge fino all’ingresso nel centro storico dove sono presenti gli elementi più rappresentativi del patrimonio culturale cittadino: la Badia di Santa Chiara, la Sala degli Scavi, il Municipio, il Palazzo Valguarnera, la Basilica San Leone e la Chiesa – Convento degli Angeli.
Il percorso inizia da Via Martiri delle Miniere, dove il grande intervento di Vittorio Valiante dal titolo “Via Martiri delle Miniere” accoglie gli abitanti e li introduce verso il centro del paese, quale prima opera-manifesto del percorso. L’artista ha rappresentato con stile realistico e grande effetto scenico un momento di lavoro in miniera, con la presenza di minatori di età adulta che emergono da nuvole di zolfo; le espressioni dei volti dimostrano lo sforzo del lavoro duro e onesto e i corpi mostrano la fatica e la passione del minatore eroico.
Proseguendo su Via Pietro Nenni, Biodpi (con Nuru B) ha realizzato due scene figurative di grande impatto e di profondo significato su due pareti in dialogo intitolate “Discinnirìa e Acchianàta”: sulla prima, in prossimità di un sottopassaggio, una frotta di carusi vestiti come consegnati alla storia discende in modo dinoccolato le scale, con qualche attrezzo da usare in miniera; sulla seconda grande facciata della scuola primaria “I. Riccioli” che si trova di fronte alla prima, lo stesso gruppo di bambini vestiti da scolari escono dalla miniera e giocano come alla “piramide umana”, salendo uno sull’altro, sorridenti e gioiosi, fino a raggiungere l’altezza del primo piano della scuola. Sono qui presenti altri oggetti, come libri e simili. Uno dei carusi e quindi pure degli scolari ha il volto di un giovanissimo di Antonio Giurca, che fu attore nel film Rosso Malpelo.
Continuando verso Via Crisa, superata la curva a gomito, si impatta con l’opera “Oro del diavolo” di Ligama il quale ha realizzato due interventi su due pareti dello stesso edificio: una rappresenta lo zolfo nelle sue caratteristiche fisiche essenziali quali il colore giallo luminoso (“oro del diavolo”) e la struttura cristallina; l’altra accoglie tre asinelli che trasportano, con delle grandi ceste, lo zolfo come anche ad “allontanarlo” dal punto di visione dello spettatore.
Le figure sono dipinte con uno stile realistico e si sviluppano su un paesaggio naturale siciliano. Alessandra Carloni (con Orghone) ha realizzato, infine, un paesaggio minerario su tre pareti contigue ubicate su livelli diversi in via Vallone alta, ispirato a fonti fotografiche raffiguranti antiche strutture e attrezzi utilizzati per il lavoro nelle miniere.
Finalità della rappresentazione dal titolo “Terra Nera” è anche il sollievo visivo, attraverso un paesaggio più dolce, a tinte pastello, ottimale per poter contemplare senza il peso del post-industriale o dei penosi ricordi, uno scenario dialogico tipico, da attualizzare, tra l’uomo locale e la propria natura mineraria.
			
							I quattro muralisti hanno dipinto 6 superfici di grande dimensione con opere di importante impatto visivo che aggiungeranno una nuova identità contemporanea al paesaggio urbano, in un percorso che giunge fino all’ingresso nel centro storico dove sono presenti gli elementi più rappresentativi del patrimonio culturale cittadino: la Badia di Santa Chiara, la Sala degli Scavi, il Municipio, il Palazzo Valguarnera, la Basilica San Leone e la Chiesa – Convento degli Angeli.
L’invidiabile posizione strategica di Assoro la rese ambita preda per greci, romani e cartaginesi, poi fu conquistata dagli arabi, dai normanni, dagli svevi, dagli angioini e dagli aragonesi: un vero crocevia di popoli, di lingue, di culture. La zona fu vocata alla produzione di frumento e olio che in grande quantità veniva esportato via mare verso l’Egitto, la Siria e la Grecia fino al Settecento quando a quel paesaggio si sostituisce quello dello zolfo: cunicoli, calcare, ferrovie, forni, ma soprattutto la vita misera dei minatori e dei carusi, rappresentata con la straordinaria crudezza dai pittori siciliani dell’Ottocento.
La recente capacità di sostituire lo zolfo con prodotti di sintesi ne ha cancellato la centralità, modificando definitivamente il paesaggio fisico e umano del centro della Sicilia. Da questa storia nasce l’idea guida del progetto di rigenerazione che comprende l’intervento dei muralisti: caratterizzare Assoro come centro di promozione della storia e della cultura legate all’estrazione dello zolfo, costruendo un’offerta di luoghi e di varie iniziative e garantendo una qualità complessiva del borgo che gli consenta di diventare meta di un turismo attento e responsabile, capace di apprezzare itinerari di scoperta di un passato poco noto, creando le condizioni per accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova imprenditoria, soprattutto giovanile e femminile, con percorsi di incubazione d’impresa prima e accelerazione poi, coerenti con la vocazione del borgo e con il tessuto imprenditoriale già esistente.
I quattro muralisti si sono quindi confrontati con questa affascinante complessità e hanno dipinto 6 superfici di grande dimensione con opere di importante impatto visivo che aggiungeranno una nuova identità contemporanea al paesaggio urbano, in un percorso che giunge fino all’ingresso nel centro storico dove sono presenti gli elementi più rappresentativi del patrimonio culturale cittadino: la Badia di Santa Chiara, la Sala degli Scavi, il Municipio, il Palazzo Valguarnera, la Basilica San Leone e la Chiesa – Convento degli Angeli.
Il percorso inizia da Via Martiri delle Miniere, dove il grande intervento di Vittorio Valiante dal titolo “Via Martiri delle Miniere” accoglie gli abitanti e li introduce verso il centro del paese, quale prima opera-manifesto del percorso. L’artista ha rappresentato con stile realistico e grande effetto scenico un momento di lavoro in miniera, con la presenza di minatori di età adulta che emergono da nuvole di zolfo; le espressioni dei volti dimostrano lo sforzo del lavoro duro e onesto e i corpi mostrano la fatica e la passione del minatore eroico.
Proseguendo su Via Pietro Nenni, Biodpi (con Nuru B) ha realizzato due scene figurative di grande impatto e di profondo significato su due pareti in dialogo intitolate “Discinnirìa e Acchianàta”: sulla prima, in prossimità di un sottopassaggio, una frotta di carusi vestiti come consegnati alla storia discende in modo dinoccolato le scale, con qualche attrezzo da usare in miniera; sulla seconda grande facciata della scuola primaria “I. Riccioli” che si trova di fronte alla prima, lo stesso gruppo di bambini vestiti da scolari escono dalla miniera e giocano come alla “piramide umana”, salendo uno sull’altro, sorridenti e gioiosi, fino a raggiungere l’altezza del primo piano della scuola. Sono qui presenti altri oggetti, come libri e simili. Uno dei carusi e quindi pure degli scolari ha il volto di un giovanissimo di Antonio Giurca, che fu attore nel film Rosso Malpelo.
Continuando verso Via Crisa, superata la curva a gomito, si impatta con l’opera “Oro del diavolo” di Ligama il quale ha realizzato due interventi su due pareti dello stesso edificio: una rappresenta lo zolfo nelle sue caratteristiche fisiche essenziali quali il colore giallo luminoso (“oro del diavolo”) e la struttura cristallina; l’altra accoglie tre asinelli che trasportano, con delle grandi ceste, lo zolfo come anche ad “allontanarlo” dal punto di visione dello spettatore.
Le figure sono dipinte con uno stile realistico e si sviluppano su un paesaggio naturale siciliano. Alessandra Carloni (con Orghone) ha realizzato, infine, un paesaggio minerario su tre pareti contigue ubicate su livelli diversi in via Vallone alta, ispirato a fonti fotografiche raffiguranti antiche strutture e attrezzi utilizzati per il lavoro nelle miniere.
Finalità della rappresentazione dal titolo “Terra Nera” è anche il sollievo visivo, attraverso un paesaggio più dolce, a tinte pastello, ottimale per poter contemplare senza il peso del post-industriale o dei penosi ricordi, uno scenario dialogico tipico, da attualizzare, tra l’uomo locale e la propria natura mineraria.
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