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La favola di "Siciliano", iBeatiPaoli ricordano Lucio Dalla: storia di un incontro come pochi

Un brano figlio di una magica alchimia tra artisti. Un dono inaspettato che illumina e mette in primo piano nuovamente la grandezza indiscussa di un mito, Lucio Dalla

Balarm
La redazione
  • 10 agosto 2022

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Il racconto di una favola diventata realtà. "Siciliano" è un brano figlio di una magica alchimia tra artisti. Un dono inaspettato che illumina e mette in primo piano nuovamente la grandezza indiscussa di un mito, Lucio Dalla. Un amore mai spento che ora viene riproposto in occasione del decennale della morte.

«Quando mi chiedono come avvenne quel fatidico incontro, mi ritorna sempre in mente quel pomeriggio in fila alle poste ed il cellulare che squilla con insistenza. Telefonata da “numero sconosciuto"».

Così Alessandro Mancuso, voce de IBeatiPaoli inizia a raccontare una delle esperienze che segnerà la sua vita e la sua carriera: conoscere Lucio Dalla.

«In quel periodo non eravamo ancora assillati continuamente al cellulare - racconta - da offerte imperdibili di gas e luce o la possibilità di diventare milionari investendo sui bit-coin, così risposi curioso di sapere chi fosse....Una voce, in qualche modo familiare, mi disse dall’altro capo: “ciao sono Lucio Dalla”...».
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Qualsiasi persona sana di mente, a questo punto, avrebbe concesso quanto meno il beneficio del dubbio, ma lui no. Rispose senza neanche pensarci: «Sì, e io sono Napoleone».

Stava per riagganciare, ma la voce ripeté: "sono Lucio Dalla", e aveva qualcosa di «maledettamente familiare», con l’accento leggermente emiliano, così decise di ascoltare.

Dalla disse che aveva sentito Mancuso e il suo gruppo alla trasmissione radiofonica “Demo – l’acchiappatalenti” di Rai Radio Uno, e che aveva chiesto il nostro numero alla redazione.

«Nessuno però mi aveva avvisato che sarebbe arrivata questa telefonata, per cui ancora ero molto diffidente, pensavo a qualche scherzo di amici caini. Alla fine la storia mi sembrò credibile per cui cercai di scusarmi per la diffidenza e per le gaffe».

Il frontman dice che "Lucio" era estremamente divertito e non ci fece caso, passò invece subito al sodo e li invitò a suonare con lui alla Valle dei Templi di Agrigento, per la festa del cinquantanovesimo anniversario dello statuto siciliano, dove era stato invitato come ospite.

E così decisero di arrangiare due dei suoi brani più belli: "Com’è profondo il mare" e Siciliano, stravolgendoli completamente.

«Quando gli inviammo i provini eravamo molto in ansia aggiunge - pensavamo che il 12/8 di “Com’è profondo il mare”, le ritmiche e le armonie cambiate di "Siciliano", le strofe "abbanniate" in dialetto siciliano fossero un po’ troppo».

Invece Dalla fu entusiasta, e così concordarono di incontrarsi direttamente il giorno della esibizione ad Agrigento. Mario Tarsilla, bassista de ibeatipaoli ricorda che «Quel giorno ci ritrovammo sul palco a fare sound check aspettando il suo arrivo. Una vocina dentro di noi ancora diceva “È tutto uno scherzo, ma davvero vi aspettate che arrivi Lucio Dalla?”.

Invece Lucio arrivò eccome, e riuscì a metterci a nostro agio nel giro di qualche secondo. Da quel momento fu tutto estremamente naturale: musicisti che suonano insieme».

Eppure quando ripensa a quel giorno c’è una sensazione che torna ostinatamente, difficile da spiegare.

«Avevamo terminato la prova insieme e stavamo scendendo dal palco per lasciare Lucio a fare il suo sound check, mentre stavamo per scendere i gradini che ci avrebbero condotti al backstage alcune note nell’aria, lanciate come tanti cristalli: l’intro di “Caruso”, e subito un brivido lungo la schiena.

Quel pomeriggio nel backstage ciò che era sorprendente era la tranquillità con la quale un artista cosi noto si ponesse nei confronti di tutti gli altri ospiti. Era curioso, divertito parlando con tutti e ascoltando tutti.

Lo abbiamo anche visto imbracciare una darbouka per partecipare ad una performance improvvisata su brani siciliani tradizionali».

Un paio di settimane dopo, arrivò una seconda telefonata di Dalla. Stavolta il sospetto che fosse uno scherzo si era esaurito.

«Ci proponeva di dividere un concerto a Zafferana Etnea - continua il bassista - in quella occasione, di suonare almeno 4 o 5 dei suoi brani insieme con i nostri arrangiamenti. La sfida si riproponeva, ma ormai eravamo carichi e sicuri sul da farsi.

Arrangiammo alcune delle sue canzoni che amavamo di più e, tra queste, gli proponemmo una versione davvero audace di “Apriti cuore”. Sicuri sí, ma ansiosi ugualmente, dopo l’invio dei provini attendemmo l’esito.

Lucio chiamò dicendo che gli arrangiamenti erano bellissimi e che, addirittura, gli sarebbe piaciuto inserire "Apriti cuore" in una sua successiva uscita discografica suonandola con noi.

Purtroppo questo proposito non si realizzò mai, ma quella sua affermazione aveva in un istante ripagato anni di sacrifici e dedizione, eravamo riusciti a sorprenderlo».

Venne il giorno del concerto a Zafferana e, ovviamente fu un'esperienza bellissima.

«Il pomeriggio ci incontrammo nella sua casa di Milo - aggiunge il musicista - dove aveva invitato il suo amico e vicino Franco Battiato per fargli conoscere la band che aveva scoperto, ma Franco non era in Sicilia in quel momento. Concordammo alcuni dettagli della esibizione e parlammo un pò del nostro percorso.

Lí venne fuori una battuta che abbiamo poi riportato in un nostro brano. Lucio disse ‘ragazzi, siete davvero molto bravi. Ma voi non avete una casa discografica?”.

Il nostro sassofonista rispose audacemente in dialetto siciliano “Nuatri mancu i casi aviemu” (trad. “Noi neanche le case abbiamo”), con conseguente irrefrenabile risata, per primo proprio di Lucio. Il concerto fu bellissimo ed emozionante.

Lucio spese per noi, sul palco, parole molto lusinghiere. Dopo il concerto ci ritrovammo in hotel a festeggiare e rilassarci e, ad un certo punto, Lucio se ne uscì con una nuova idea, disse: "Ragazzi a settembre sarò ospite di Claudio (Baglioni) ad Oscià, mi piacerebbe andare con voi"....panico! "Certo Lucio, che problema c’è?"».

In realtà qualche settimana dopo ci chiamò dicendo che lui non sarebbe più andato, ma che mandava a suonare la band siciliana con Claudio Baglioni.

In quel momento di grande fermento e di esperienze straordinarie «dovevamo, però, anche concentrarci sul disco de ibeatipaoli, e cosí tra un concerto e l’altro iniziammo a lavorare sul nostro CD».

Purtroppo, ripercorre la band, la vita non segue i programmi che le detti, segue i suoi.

«Noi eravamo coinvolti in progetto di gruppo e progetti personali, Lucio era ovviamente impegnato su tanti fronti, e così si andò avanti aspettando...e aspettammo troppo.

Qualche tempo dopo la morte di Lucio iniziammo a caldeggiare l’idea di recuperare ciò era stato interrotto e in occasione del decennale della sua morte, ci stiamo facendo questo regalo, pubblicare il frutto di quella bellissima e indimenticabile parentesi della nostra vita: iBeatiPaoli e Lucio Dalla».

Il 18 agosto suonano a Marsala presso il complesso monumentale San Pietro e il 24 agosto sono allo Spasimo per la rassegna del Brass.
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