"La mafia si trasforma ma resta se stessa": Caterina Chinnici cita il padre 42 anni dopo
A Palermo la cerimonia in memoria delle vittime dell'attentato al magistrato Rocco Chinnici. La figlia lo ricorda: "Aveva una visione avanzata, ne abbiamo la prova"

Attentato a Rocco Chinnici, un momento della commemorazione in via Pipitone Federico
Appena arrivata in via Pipitone Federico a Palermo, dove il 29 luglio del 1983 una Fiat 126 carica di tritolo esplose davanti al civico 59, la figlia di Rocco Chinnici premette: «Il dolore non si cancella. Questo è il giorno di mio padre, non fatemi commentare altro».
Il riferimento è alla notizia della scarcerazione di Anna Patrizia Messina Denaro, sorella di Matteo, l’ex superlatitante morto il 25 settembre del 2023. Arrestata il 13 dicembre del 2013, è tornata nella sua Castelvetrano dopo aver finito di scontare la pena.
Ma di questo Caterina Chinnici preferisce non parlare nel giorno del ricordo della strage in cui oltre al padre persero la vita il maresciallo Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi.
«Mio padre aveva una visione avanzata - commenta la figlia - aveva la certezza che la mafia si sarebbe trasformata senza però perdere la sua vera identità. Oggi non è più quella che spara per strada e aggredisce, ma è una mafia che si muove dove c'è molto denaro, dove ci sono grandi interessi economici».
Ed è una mafia meno circoscritta al territorio locale. «Adesso ha collegamenti con altri Paesi, ha un volto molto più internazionale - spiega Caterina Chinnici -. Punta ai fondi europei e a reinvestirli». Lo dimostrano la mafia dei pascoli, le truffe agricole e le operazioni antimafia sui Nebrodi.
Oggi il contributo e la lungimiranza di Rocco Chinnici sarebbero preziosi nella lotta alla criminalità organizzata. «Mio padre non è stato solo un magistrato rigoroso e coraggioso, ma un uomo che ha scelto, con consapevolezza, di mettere la propria vita al servizio della giustizia, delle istituzioni e della democrazia. Ha dato l'avvio a un metodo che è sviluppato nel tempo, ha portato a risultati davvero importanti».
La sua grande invenzione fu la creazione del pool antimafia. «Fu un'innovazione totale rispetto al metodo precedente che nel tempo si è sviluppata e ha portato l'Italia a essere modello di riferimento per la legislazione europea di contrasto alla criminalità organizzata, tema su cui io lavoro a tempo pieno in Europa».
Sul luogo della strage, in via Pipitone federico, sono state deposte le corone d'alloro alla presenza dei figli del giudice, Caterina e Giovanni, del sindaco di Palermo Roberto Lagalla e dell'assessore regionale Nuccia Albano. Nella vicina chiesa di San Michele Arcangelo, invece, è stata celebrata una messa in suffragio delle vittime.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|