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La "pianta degli dei" svela il sesso del bambino: l'erba spontanea cresce in Sicilia

Diffusa un po’ ovunque e usata da sempre fin dai tempi più remoti, già per gli antichi era più di un'erba spontanea, usata oggi come aroma o condimento

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 3 settembre 2022

Una pianta di finocchietto selvatico

In Sicilia cresce una delle specie vegetali più “mitiche” del Mediterraneo il cui nome, e l’aroma, aprono uno scenario che riconduce al nostro territorio in maniera istantanea, tra verità e leggenda, usanze e ricettari ecco come il nostro finocchietto selvatico non è una semplice erba spontanea.

Diffusa un po’ dovunque e usata da sempre fin dai tempi più remoti già per gli antichi non era semplice verdura come noi la usiamo in genere, come aroma o condimento.

Stiamo parlando del Foeniculum vulgare elemento immancabile nella nostra tradizione siciliana in cucina e non soltanto: al sud e centro Italia sono molte le regioni nelle quali questa specie vegetale è presente sulla tavola ma anche nella fitoterapia casalinga che si è trasformata oggi in quella diffusa medicina omeopatica.

Un'erba, così per semplificare, che vive quasi tutto l’anno, dalla primavera dove inizia a spuntare fino alla coda dell’autunno, il finocchietto si trasforma più volte ed ogni volta l’uso diventa diverso.
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Ma quello che lo rende inconfondibile è il suo profumo persistente, aroma intenso e dolciastro del suo gusto, i suoi colori che degradano dal verde brillante del ciuffo, al giallo sole dei fiori, l’argento dei semi che arrivano alla fine del ciclo vegetale che ricomincia nella primavera successiva.

Ma andiamo alle numerose curiosità che lo accompagnano e che coinvolgono il lato ancestrale e magico del contesto antropologico.

Veniva usato perennemente in cucina - soprattutto nel medioevo dove la conservazione dei cibi era alquanto difficoltosa - per coprire i cattivi odori che si generavano quando le pietanze non erano più freschissime.

A proposito di questo si racconta una leggenda: Gesù mandando Pietro a comprare del vino, al ritorno quello che portò era diverso da quello che aveva assaggiato, si presentava con una punta di acidità simile all’aceto e alla domanda se prima di assaggiarlo gli avessero fatto mangiare qualcosa, Pietro rispose pane e finocchio.

Da qui il detto di infinocchiare proprio per la capacità del finocchietto di simulare i sapori, addolcirli e stemperarne alcune note “dolenti”.

Altra storia è quella legata alla mitologia greca: a dare il nome a Maratona - la Marathon della famosa battaglia - è proprio il Foeniculum vulgare che in Grecia si chiamava marathon e nel luogo ne cresceva così tanto da dargli addirittura il nome.

Pianta degli dei, la preferita di Adone e il godereccio e allegro Dionisio doveva averla sempre presente alle feste voluttuose e baccanali. I gladiatori ne masticavano semi prima di andare a combattere per il suo potere energetico così come pure i soldati romani lo usavano per le lunghe marce, mentre i cristiani per affrontare il digiuno.

Veniva appeso fuori dalla porta per impedire al diavolo di entrare, i semi si mettevano a chiudere il buco della serratura per la prosperità della casa, e non ultimo per la fecondità della famiglia.

E forse, ma proprio forse, in un gambo cavo di questa pianta il coraggioso Prometeo nascose il fuoco rubato a Zeus, donandolo agli uomini che ne scoprirono la potenza e cambiando la loro vita per sempre.

Andando alla verità, questa incredibile pianta spontanea e aromatica cresce in molte zone oltre i 1000 metri di quota, appartenente alla famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere) conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà, una pianta perenne, dal fusto ramificato, che può raggiungere anche 2 metri di altezza.

Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti, impropriamente chiamati "semi", emana un profumo fresco e gradevole che ricorda l’anice e si presta ad arricchire e rendere speciali piatti di molte ricette regionali del sud.

Ma è, soprattutto, un medicamento naturale importante per le sue proprietà diuretiche, aiuta ad eliminare i gas e anti spasmo, aiuta a fermare il vomito e il singhiozzo, profuma l'alito, ha qualità rinfrescanti e rigeneranti.

Il fiore del finocchio è a ombrello e diventa giallo a fine estate, si riesce a raccogliere i semi come i contadini erano soliti fare, quando il fiore inizia a sfiorire prima che il seme matura completamente, si chiude intorno all'infiorescenza un sacchetto di carta perché così i semi non si disperdono.

È usato per profumare le olive in conserva e i semi vengono usati speso sul o dentro il pane, aggiunti ad alcuni dei nostri formaggi stagionati e nella nostra famosa salsiccia che è immancabile sulle tavole delle scampagnate e dei pranzi tipici in Sicilia.

Ma sono le foglie del ciuffo sminuzzate e cotte per la pasta con le sarde, uno degli ingredienti essenziali senza il quale non è possibile nemmeno pensare di farla, già calando gli spaghetti nella stessa acqua di cottura della verdura.

E per chiudere in dolcezza: era usanza, qualcuno se lo ricorda ancora, usare i semi di finocchio ricoperti di zucchero rosa o azzurro come ben auguranti per annunciare la nascita di un bambino o di una bambina in famiglia.
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