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La sua statua per 3 volte non volle lasciare l'Arenella: la festa del santo che dura 13 giorni

Quest’anno il programma si è arricchito di un evento raro: l’arrivo di una reliquia di Sant'Antonio di Padova, chiesta in occasione dei 90 anni della parrocchia

  • 14 giugno 2023

Festeggiamenti per Sant'Antonio a Palermo

Una diatriba durata per anni e che, ancora oggi, (ma solo scherzandoci sopra) continua. La festa di Sant’Antonio di Padova o Sant’Antonio dei pescatori, all’Arenella, a Palermo, è molto sentita dagli abitanti della borgata marinara che, ogni anno, l’attendono con ansia a giugno. Quest’anno, poi, c’è una grande novità: l’arrivo, in città, di una reliquia.

Ma non è sempre stato festeggiamenti e sorrisi. 13 i giorni interamente dedicati al Santo ma che, in passato, crearono una vera e propria contesa: «Secondo la tradizione, soprattutto orale, la statua di Sant’Antonio è stata trovata in fondo al mare dai pescatori di Vergine Maria – racconta Don Francesco Di Pasquale, parroco della Chiesta di Sant’Antonio all’Arenella -.

Tutti si chiesero come fosse finito in acqua. Le ipotesi sono due: o una mareggiata, durante la quale la statua cadde in mare, o dopo una processione».
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La statua venne trovata dai pescatori che guardarono al ritrovamento come ad un presagio di buona sorte. Portarono, allora, il Santo a riva e deciso che, da allora, la sua nuova dimora sarebbe stata un’antica chiesetta ricavata in una grotta detta "Torre del rotolo".

Tuttavia, essendo difficile e angusto il percorso per arrivare sin lì, pensarono di affidarla alla chiesa dentro il complesso dei Florio all’Arenella.

Da qui, però, cominciò la contesa tra le due borgate. «Una volta completati i lavori della chiesa di Vergine Maria – prosegue Don Francesco Di Pasquale - gli abitanti chiesero indietro la statua. Sorse, così, un'accesa controversia tra le famiglie delle borgate e fu necessario l’intervento dei Florio per l’Arenella e dei Bordonaro per Vergine Maria».

Era necessario, a tutti i costi, trovare un compromesso al più presto per riappacificare gli animi. Si decise che la statua doveva essere restituita. E ci provarono, è vero, ma senza successo.

Tre i tentativi per riportare Sant’Antonio ai pescatori e alle famiglie che lo avevano trovato in mare: vi fu una prima processione via mare, ma la cerimonia fu interrotta da un forte vento. Ci fu, allora, un secondo tentativo di restituzione con un percorso, stavolta, via terra, ma, anche in questo caso, non mancò un impedimento: scoppiò, infatti, un violento temporale.

Ma visto che "non c’è due senza tre", si provò ancora una volta e, per l’ennesima processione, il tentativo di riportare la statua a Vergine Maria fallì miseramente: i buoi, ai quali era stato affidato il compito di trasportare la statua si fermarono per strada, non volendo più andare avanti.

Un gesto interpretato come se il Santo non volesse abbandonare l’Arenella. «A quel punto – spiega Don Francesco - la statua rimase nella chiesa dei Florio. Venne, però, stabilito un patto: almeno una volta all’anno, si sarebbe svolta una processione via mare, verso Vergine Maria.

Oggi, la festa dura 13 giorni, un numero non casuale, se si pensa al giorno in cui morì Sant’Antonio, il 13 giugno, o alle varie tredicine proprio in suo onore.

Il sabato precedente il 13 giugno, inoltre, il Santo passa per le borgate vicine. Poi, sosta al cimitero per una preghiera ai caduti in mare. Al tramonto, invece, arriva a Vergine Maria, dove avviene un momento di festa con fuochi di artificio e cori che inneggiano al Santo».

Quest’anno, inoltre, il programma si è arricchito di un evento raro: l’arrivo di un reliquiario con una reliquia del santo di Padova, chiesta in occasione dei 90 anni della parrocchia di Sant’Antonio di Padova.

«Lo scorso 7 giugno – conclude Don Francesco Di Pasquale - abbiamo ottenuto dalla Capitaneria di Porto la possibilità di portare in processione il reliquiario da Mondello all’Arenella. È stata una grande festa per tutti e, soprattutto, un momento di fede. Adesso, il reliquario è custodito nella cappella di Sant’Antonio dei pescatori».
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