La svolta storica in Sicilia sul femminicidio: la Regione assume donne sfregiate e orfani
Si tratta di un primo tassello per l'inserimento lavorativo delle vittime di violenza, con danni permanenti e anche dei figli orfani di madre, causato dal femminicidio
Una misura che è destinata ad avere una risonanza anche a livello nazionale. In Sicilia le donne che hanno subito violenza che ha portato a una deformazione o ad uno sfregio permanente del viso, e gli orfani di femminicidi, potranno essere assunti per chiamata diretta dalla pubblica amministrazione. Lo prevede una norma della legge stralcio alla finanziaria, approvata stamani dall'Assemblea regionale siciliana.
Scendendo più nel dettaglio si tratta di una integrazione alla legge regionale che già prevede questi benefici per le vittime di mafia. A poter assumere sono la Regione, gli enti locali, le aziende sanitarie e gli enti o gli istituti dagli stessi vigilati.
Nella relazione tecnica alla norma, voluta dal gruppo di Sud chiama Nord, si legge: «La presente proposta, nasce della necessità di lavorare sia sul fattore culturale che sulla cosiddetta percezione del problema concernente la violenza sulle donne, considerato il continuo aumento delle vittime di femminicidio nel territorio regionale.
Si tratta di un primo tassello utile all'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, con danni permanenti e visibili, ma anche dei figli orfani di madre, causato dal femminicidio».
Una misura che porta la firma di un noto deputato parlamentare. «Da quando sono stato eletto al Parlamento - scrive sui social Ismaele La Vardera - forse questo è uno dei giorni più belli. Da stanotte grazie all’emendamento La Vardera, le donne vittime di violenza con danni permanenti, e i figli che hanno perso le loro madri perché vittime di femminicidio, avranno la possibilità di essere assunti dalla Regione».
E poi aggiunge: «Oggi per la Sicilia è un giorno storico, faccio un appello al premier Giorgia Meloni in modo che trovi il modo per estendere questa norma a tutto il territorio nazionale. Nelle prossime ore con la nostra presidente Laura Castelli porteremo questa battaglia a Roma grazie al nostro deputato alla camera Francesco Gallo».
Scendendo più nel dettaglio si tratta di una integrazione alla legge regionale che già prevede questi benefici per le vittime di mafia. A poter assumere sono la Regione, gli enti locali, le aziende sanitarie e gli enti o gli istituti dagli stessi vigilati.
Nella relazione tecnica alla norma, voluta dal gruppo di Sud chiama Nord, si legge: «La presente proposta, nasce della necessità di lavorare sia sul fattore culturale che sulla cosiddetta percezione del problema concernente la violenza sulle donne, considerato il continuo aumento delle vittime di femminicidio nel territorio regionale.
Si tratta di un primo tassello utile all'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, con danni permanenti e visibili, ma anche dei figli orfani di madre, causato dal femminicidio».
Una misura che porta la firma di un noto deputato parlamentare. «Da quando sono stato eletto al Parlamento - scrive sui social Ismaele La Vardera - forse questo è uno dei giorni più belli. Da stanotte grazie all’emendamento La Vardera, le donne vittime di violenza con danni permanenti, e i figli che hanno perso le loro madri perché vittime di femminicidio, avranno la possibilità di essere assunti dalla Regione».
E poi aggiunge: «Oggi per la Sicilia è un giorno storico, faccio un appello al premier Giorgia Meloni in modo che trovi il modo per estendere questa norma a tutto il territorio nazionale. Nelle prossime ore con la nostra presidente Laura Castelli porteremo questa battaglia a Roma grazie al nostro deputato alla camera Francesco Gallo».
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