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Lascia il lavoro da informatico in Sicilia e ce la fa: oggi scrive i testi per Maurizio Crozza

Quello che Gaspare Grammatico spiega è che autori si diventa a bottega, sul campo, perché non esiste una scuola o un’università per diventarlo. La sua storia

Jana Cardinale
Giornalista
  • 10 agosto 2023

Gaspare Grammatico

Si dice che la felicità non la si trova possedendo denaro, ma nella gioia del successo, o, come recita un detto pertinente, "nel brivido dello sforzo creativo".

Niente di più vero per Gaspare Grammatico, trapanese, autore televisivo, e oggi anche scrittore, che dopo anni vissuti nella sua città natale, da informatico e grafico, alle prese con la progettazione di portali web (per l’Ordine degli Architetti, degli Ingegneri, per l’Azienda sanitaria provinciale, tra gli altri), decide, per amore, di trasferirsi al nord e di inseguire allo stesso tempo i propri sogni.

Così, grazie a un percorso artistico tanto fortunato quanto fervidamente desiderato, dal 2017 è ufficialmente nello staff autoriale di Maurizio Crozza (ma già dal 2015 aveva mosso i suoi primi passi, lavorando da casa e mandando i testi), prima collaborando alla scrittura della copertina della trasmissione "Di Martedì" e dopo per i testi dello spettacolo televisivo ‘Fratelli di Crozza’, passando anche per un paio di altri programmi molto seguiti tra cui un varietà delle reti Rai.
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Tutto ha preso inizio dal trasferimento della moglie, Maria Cristina, a Torino, città che le ha consentito l’immissione in ruolo nella scuola primaria. Gaspare lo racconta con una serenità che nella sua indole si mischia in modo autentico ed immediato al sorriso e allo humour.

«Ho deciso di seguirla per amore della famiglia, per i miei due bambini, allora di 4 e 2 anni. Era il 2010, lasciammo Trapani e ci riunimmo per farli crescere più sereni senza privarli del contatto con la loro mamma, della cui assenza soffrivano.

È stato un periodo duro – dice – durante il quale ci siamo riabituati alla convivenza in una casa piccola, lontana dal nostro mondo, che però ci consentiva di stare di nuovo insieme. Torino è una delle patrie della scuola comica, così come Genova, come Milano, la Napoli classica, e tutta la Sicilia, e uno dei miei sogni è sempre stato quello di scrivere.

Per me scrivere è come respirare, è una necessità, e un’abitudine. Sono riuscito a contattare uno degli autori più noti del panorama televisivo e radiofonico, che mi rispose subito: Beppe Tosco, tra gli autori di Luciana Littizzetto.

Mi propose di dargli una mano per il libro che stava scrivendo per la Mondadori, e così ho lavorato con lui per 5 anni, iniziando in realtà dopo qualche mese di scrittura del suo diario, quando imparò a conoscermi e mi propose di collaborare con lui per altre cose.

In quell'occasione ho conosciuto Andrea Zalone, un altro autore televisivo, capo autore di Maurizio Crozza, che fu colui che in ultimo mi chiamò a far parte della squadra dopo un anno e mezzo di lavoro da casa per loro».

Quello che Gaspare Grammatico spiega è che autori si diventa a bottega, sul campo, perché non esiste una scuola o un’università per diventarlo. Occorre talento e un affinamento dei tempi comici.

Dal 2017, quindi da 7 anni, svolge il lavoro della propria vita con Crozza (‘Mauri’), facendo la spola tra Torino e Milano, andando il lunedì pomeriggio in redazione per la prima riunione, tornandoci martedì per cominciare a creare la narrazione della puntata, fino al mercoledì, quando però tutto è ancora incerto.

«Poi il venerdì magicamente la scaletta si forma – dice – e succede anche quando noi scriviamo senza sosta fino a un minuto prima. Occupandoci di satira politica, del resto, non si può programmare o definire nulla, perché tutto è in divenire fino alla fine. Scriviamo su De Luca, Zaia, Mauro Corona, Feltri, Briatore, lo abbiamo fatto anche con Berlusconi finché era in vita, assieme a Claudio Fois. Con lui mi occupo dei personaggi, mentre gli altri si concentrano sui monologhi, e Crozza è il primo autore».

Tanti aneddoti, tanti sorrisi e tanta emozione nel ricordo di questi anni complessi ma ricchi di soddisfazione per Gaspare, che non ha mai smarrito l’amore per la sua terra, dove conta di tornare.

«Trapani è nel mio cuore e so che torneremo – dice – il mio lavoro, d’altronde, posso farlo da qualunque luogo, anche da lontano, da remoto, spostandomi e viaggiando. I miei figli oggi al nord sono tranquilli, ma Trapani mi manca molto».

E proprio da questa nostalgia profonda è sgorgato un altro lavoro, culminato in un romanzo giallo che la Mondadori ha voluto pubblicare senza esitazione, e i cui diritti cinematografici sono già stati opzionati da BiBi Film, la società che ha coprodotto la serie "Le indagini di Lolita Lobosco" e il film "La stranezza", con Ficarra e Picone e Toni Servillo.

Il libro si intitola ‘Una questione di equilibrio’ ed è un tributo alla città di Trapani, un omaggio che si disvela pagina dopo pagina, nella descrizione minuziosa dei luoghi e degli odori, dei cibi e della dolcezza di una città indimenticata, dove l’autore trascorre al momento le proprie vacanze con la famiglia.

«Racconto la prima indagine del commissario Nenè Indelicato, un uomo empatico che cresce da solo una figlia adolescente – racconta – attorniato da una squadra di lavoro affiatata e di successo, e non potevo che ambientare questa storia a Trapani, per esserci vissuto, per conoscerla in ogni suo angolo, per essere credibile come non sarei stato raccontando qualunque altro posto.

Ho scritto questo libro per prendermi una pausa, un permesso, un sorta di periodo di villeggiatura dal mio lavoro abituale. Non mi aspettavo questo successo, ma ne sono felice.

E lo sono soprattutto di quello che, dopo averlo letto, mi ha detto Carla Signoris, la moglie di Crozza, che io definisco campionessa mondiale di gentilezza acrobatica, cioè che adesso la curiosità è tanta, e non le resta che venire a conoscere la mia città, da cui è rimasta affascinata».

Non è l’unica, peraltro, dal momento che un gruppo di lettori provenienti dal nord, coordinati da una veneta che ormai vive a Trapani da anni, ha organizzato una sorta di tour con letture e giri nei luoghi di ‘Nenè’, il commissario che Gaspare Grammatico ha battezzato così per rendere al contempo omaggio anche ad Andrea Camilleri.

Ma com’è Maurizio Crozza dal vivo?

«È il primo ad arrivare, a salutarci tutti, a chiedere se abbiamo bisogno di qualcosa. Una persona che ci è molto vicina, gentile, disponibile, che però, ovviamente, pretende il massimo. E noi scriviamo velocemente per lui: una battuta ogni rigo e mezzo. Io scrivo i personaggi, c’è chi fa i monologhi, siamo divisi in tre squadre».

Un ricordo particolare, dello spettacolo che settimanalmente viene proposto al Teatro Italia (che ha una capienza di 500 posti situato all’interno di una casa di produzione)?

«Sì, ce ne sono tanti, ma in questo momento ricordo una partecipazione di Sergio Marchionne, che era appassionato di Crozza. Venne a vederlo con la sua scorta; Intorno a lui c’erano sei persone.

Si sedette dietro di me, in seconda fila, perché gli autori sono sempre in prima fila, e lui, che aveva una risata sonora, fragorosa, a un certo punto, letteralmente con le lacrime agli occhi per quanto era divertito, mi disse: "Questo l’ha scritto lei?" E mi strinse la mano per farmi i complimenti».
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