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Le 10 rovine di Sicilia che devi conoscere: castelli, borghi e la tonnara più grande d'Italia

Con questo articolo vi portiamo alla scoperta di 10 ruderi che se vivi (o vieni) in Sicilia devi proprio vedere. Luoghi dal fascino decadente e dal paesaggio unico

Balarm
La redazione
  • 17 marzo 2023

Borghi e castelli un tempo abitati e di cui oggi restano solo massi e ruderi, avvolti dal fascino di leggende che si tramandano nei secoli; anfiteatri, eremi che furono meta di pellegrini in cerca di consolazione e persino quella che in passato venne considerata la tonnara più grande d'Italia, oggi esempio unico di archeologia industriale.

Con questo articolo vi portiamo alla scoperta di dieci rovine che se vivi (o vieni) in Sicilia devi proprio conoscere. Luoghi che, grazie alla loro storia gloriosa, continuano a mantenere il loro fascino decadente e la loro maestosità.

Abbiamo scelto quelli che, secondo noi, sono i più interessanti ma di edifici simili l'Isola ne è piena. Non una classifica, piuttosto una lista di ruderi così affascinanti da essere inseriti dalla Regione Siciliana nella nuova Location Guide di Sicilia Film Commission, la guida dei luoghi considerati set ideali per produzioni cinematografiche (ne fanno parte 9 su 10).

Borgo Poggioreale
È il borgo fantasma più grande (e affascinante) della Sicilia. Qui, tra le sue rovine, il tempo si è fermato la notte tra il 14 e 15 gennaio 1968, quando un forte terremoto ha distrutto la valle del Belice. Nonostante rievochi una pagina tragica della nostra storia, oggi è una delle località suggestive più amate dagli appassionati di fotografia e cinema, dato che è stata set anche di diversi film.
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Rocca di Aci Castello
Siamo nel Catanese. Il maniero si erge su una rupe di origine vulcanica e ha tutto l’aspetto di una vera e propria fortezza sul Mar Ionio, che, nel corso degli anni, ha mutato di destinazione diventando prigione e poi museo civico.
Il castello, distrutto dall’emiro arabo Ibrahim fu poi riedificato nello stesso punto dal califfo Al Moez, fu comunque opera della dominazione normanna e per primo ricevette le reliquie di Sant’Agata di ritorno da Costantinopoli.

Alla fine del Cinquecento fu adibito a carcere diventando luogo di morte per poi passare durante la seconda guerra mondiale a luogo di salvezza, quando le sue segrete furono adibite a rifugio antiaereo.

Anfiteatro romano della Biblioteca Liciniana - Termini Imerese
Accanto alla Biblioteca Liciniana, la biblioteca comunale di Termini Imerese, tra via Garibaldi e via San Marco, si trovano le tracce dell’anfiteatro romano. Di forma ellittica e di modeste dimensioni, fu realizzato scavando nel suolo, difatti l’arena si trova tre metri sotto il livello del portico esterno.

A seguito degli scavi di inizio Novecento, sono oggi visibili, nella parte settentrionale dell’area, alcuni resti e i due ingressi.
Merita di essere visitata anche la vicina biblioteca che possiede un patrimonio di 102.000 volumi e un archivio di atti risalente al XVI secolo, oltre a materiale non librario come videocassette, cd-rom, dvd, disegni, incisioni, foto storiche, carte geografiche, topografiche e planimetrie originali.

Tonnara di Portopalo di Capopassero
In provincia di Siracusa c'è quella che per secoli venne considerata la tonnara più grande d'Italia. Oggi è senza dubbio un’importante testimonianza di archeologia industriale oltre che un monumento di una tradizione scomparsa.

La loggia, la grande fornace, le mura dei magazzini e i resti della chiesa risalenti al XVII secolo testimoniano un simbolo che ha sostenuto l’economia di Portopalo fin dall’antichità. Come quella di Marzamemi anche quella di Portopalo era una tonnara di ritorno.

Accanto alla Tonnara sorge l'antico Castello Tafuri opera progettata dall’architetto Crotti di Firenze, in completo stile Liberty, famosa per essere stata realizzata con il solo materiale della cava di pietra dell’Isola delle Correnti e portata a termine nel 1935. Commissionato dalla famiglia Belmonte, che non lo abitò mai, dopo aver cambiato diverse proprietà e destinazioni d'uso, dal 2015 è un resort di lusso sul mare.

Castello di Mazzarino
In provincia di Caltanissetta, viene chiamato anche Castelvecchio, ma per la gente del luogo è "U Cannuni", per la sua unica torre cilindrica, che sembra quasi un cannone che punta verso il cielo. Conserva l’aspetto di un nobile decaduto e continua a dominare la cittadina.

Il “Cannone” rappresenta oggi il monumento maggiormente rappresentativo di Mazzarino, sebbene rimangano ben definite, solo la parete sud ed in parte le cortine a nord ed ovest. In origine le torri di forma cilindrica erano quattro, ed al loro interno erano presenti ambienti abitativi e di servizio, oltre ai vari cortili interni.

All’esterno del maniero, nella parte sud-est, è stato costruito un teatro cha ha come scenario il vasto panorama che, nelle giornate senza foschia, arriva fino all’Etna. Nel teatro è stata girata anche una puntata della fiction TV “La Piovra” e si sono esibite diverse compagnie teatrali.

Eremo del Calvario - Palma di Montechiaro
All'ingresso del paese in provincia di Agrigento, dopo il parco archeologico della Zubbia, si scorge la collina detta "Calvario" con i ruderi dell'antica chiesa di Santa Maria della Luce.

Il Calvario segna spiritualmente l'ambiente e la storia di Palma. Infatti, Giulio Tomasi volle riproporre nella realtà locale il percorso di Gesù dal palazzo di Pilato al Golgota collegando, in un itinerario ideale segnato da stazioni, il centro abitato con la solitudine della collina del Calvario.

Il Santo Duca otteneva l'indulgenza plenaria per quanti avessero percorso il tragitto sino alla collina del Calvario. L'eremo fu inizialmente abitato dai preti Romiti e successivamente dall'ordine dei Mercedari, preposto al riscatto dei cristiani prigionieri dei pirati.

Inoltre, per la sua possente struttura, quasi di fortezza e per la sua posizione dominante, serviva come punto privilegiato di osservazione della costa da eventuali attacchi nemici.

Il fortino arabo e il Lago Arancio a Sambuca
In provincia di Agrigento, fra Santa Margherita del Belice, Sambuca e Sciacca, c'è un luogo unico e sorprendente: è il Lago Arancio. Si tratta di un bacino artificiale costruito negli anni Cinquanta e nel 2000 è diventata un'oasi naturalistica assegnata alla Lipu.

Attrazione unica è il fortino arabo, il Castello Mazzallakkar , che riemerge più o meno ogni sei mesi dall'acqua placida del lago. Si tratta di una costruzione fortificata di origine araba con una struttura quadrangolare realizzata in pietra calcarea. Negli anni Ottanta, inoltre, nel Lago Arancio si disputarono i campionati mondiali di sci nautico, di canoa e di windsurf.

Il lago è inoltre il regno di molte specie di uccelli. Qui si possono trovare anche esemplari di falco pescatore, il germano reale e i cormorani. Tutto intorno si nascondono anche rospi, rane, tartarughe e bisce d’acqua, lucertole e ricci, volpi e conigli selvatici.

Castello di Calatubo - Alcamo
Situato su un rilievo roccioso di circa 152 metri che si affaccia sul golfo di Castellammare e sull'entroterra fino a monte Bonifato con le relative fortificazioni, il Castello di Calatubo è un suggestivo complesso architettonico pluristratificato di notevoli dimensioni, che comprendeva un villaggio.

Dopo l'abbandono del villaggio, durante il periodo della guerra antimusulmana condotta nell'isola da Federico II, il Castello, cessata la sua funzione militare, si trasformò in masseria a controllo del vasto feudo, con infrastrutture rimaste in buono stato fino agli anni '60 del secolo scorso.

L'azione distruttiva degli animali, il terremoto del 1968 e l'assenza d'interventi ha condotto al crollo dei solai e infine delle murature. A ciò si aggiunse l'opera degli scavatori di frodo che s'intensificò nell'area intorno al Castello, interessati ai reperti archeologici.

Dopo anni di abbandono, è tornato per la prima volta visitabile a ottobre scorso in occasione dell'ultima edizione del festival "Le Vie dei Tesori".

Rovine di Occhiolà - Grammichele
Occhiolà è un antico borgo medioevale, oggi abbandonato, posto sui tre crinali della collina di Terravecchia, circa 2 km a nord di Grammichele, in provincia di Catania. Sulla sommità si trovano i resti del castello. L'abitato venne completamente distrutto dal terremoto del 1693.

Dell'abitato è ancora possibile vedere i resti del castello, delle chiese e delle abitazioni e altre rovine che si estendono verso Santo Spirito. Negli scavi condotti dal 1890 l'archeologo Paolo Orsi (1859-1935) rilevava, dove terminano le rovine medievali, la presenza di ulteriori resti più antichi ma manomessi dalla riduzione in colture dei campi dove sorgevano e dall'asportazione di materiale per le successive ricostruzioni di Occhiolà.

Borgo Carcaci - Centuripe
Nel cuore della Sicilia c'è un borgo segreto. Un villaggio disabitato ma incantato, tra le sue amabili rovine. Ci troviamo a pochi passi da Centuripe, in provincia di Enna. Si incontra percorrendo la strada che da Catania va verso Adrano.

Già esistente nel XII secolo, si narra che i Normanni, nel 1061, vi si accamparono per preparare l'assedio della vicina Centuripe. È stato uno dei feudi più importanti e apprezzati da famiglie aristocratiche siciliane, soprattutto per la sua posizione strategica vicina alla "regia trazzera", che collegava Adrano a San Filippo di Agira fino a Palermo.

Oggi il borgo è disabitato, ma è incredibilmente affascinante per le sue viuzze strette, la sua architettura rurale, il suo castello e una piccola chiesa in pietra lavica dedicata a Santa Domenica. Un luogo magico da visitare assolutamente se vi trovate da quelle parti.
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