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Lo chef secondo al mondo per il cous cous: "Rientro in Sicilia" dopo 10 anni in Svizzera

L'infanzia passata tra le cucine dei ristoranti ad aiutare papà Vito, l'alberghiero a Palermo e la volontà di trovare una strada da solo. Il giovane chef si racconta

  • 25 settembre 2023

La maglietta del Palermo sotto il grembiule e un braccialetto a forma di forchetta sul braccio destro come portafortuna.

Classe 1993, Benedetto Di Lorenzo è il campione italiano di cous cous 2023, secondo al mondo con il suo piatto "Rientro in Sicilia" in gara al Cous Cous fest di San Vito Lo Capo.

L'infanzia passata tra le cucine dei ristoranti ad aiutare papà Vito, l'alberghiero e la volontà di trovare una strada da solo. Dopo 10 anni in Svizzera, Benedetto torna nella sua Sicilia per avverare un sogno "d'adolescenza".

«Dodici anni fa ero uno di questi ragazzi - racconta, indicando i giovani collaboratori dell'istituto Pietro Piazza alle prese con il cous cous da impiattare - Quando andavo a scuola, a settembre venivamo per aiutare gli chef internazionali. I professori ci assegnavano una nazione e noi eravamo il braccio operativo. Sognavo di tornare un giorno non da semplice aiutante ma da chef, e partecipare con il mio piatto alla gara».
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Determinato, subito dopo il diploma Benedetto partecipa alle selezioni del festival ma non passa. Poi l'incontro con lo chef Stefano De Gregorio e la valigia da preparare, prima per Milano poi in Svizzera, direzione Saint Moritz.

«Ho lasciato la Sicilia perché volevo farmi strada da solo - spiega - io sono figlio d'arte, in famiglia dalla parte di papà sono tutti ristoratori. Sono nato nelle cucine e conosco bene il mestiere, ma non volevo andare a lavorare per gli amici di papà».

Un anno a Busto Arsizio da Rosso food and more, poi l'avventura in Svizzera cominciata "per gioco". «Io volevo andare in Australia - racconta lo chef - una sera con alcuni colleghi decidiamo di andare al Casinò di Campione e ci innamoriamo del posto, la Svizzera è una cartolina. Per caso, la settimana dopo viene a mangiare nel locale di Milano un ristoratore svizzero, gli piace come cucino e mi propone di lavorare per lui. Parto per fare il colloquio».

Il colloquio va molto bene e dopo qualche anno di gavetta Benedetto diventa lo chef dell'Hotel Salastrains, un albergo di lusso attivo nella stagione invernale a Saint Moritz.

D'estate ogni anno si sposta nella Svizzera italiana, a Locarno, dove è capo partita al Blu Restaurant e Lounge. «Quest'anno ho detto allo chef che a fine stagione - racconta - volevo tornare in Sicilia per presentarmi in gara al cous cous fest. A novembre faccio 30 anni, questo ritorno a casa per me è molto significativo, è una rivincita con il me adolescente».

La sfida (superata) con gli chef di tutta Italia e l'onore di rappresentare la nazione al mondiale del cous cous conquistando un secondo posto dopo la gara contro il Messico.

Il suo piatto, nato dalla fusione di due pietanze, ricalca la sua storia, si chiama Rientro in Sicilia ed è un cous cous bagnato con un brodo dashi allo zafferano a base di sashimi di tonno, bisque di gambero rosso di Mazara, capperi di Pantelleria in polvere e una jam di pomodoro a km 0. Per la finale Benedetto ha lavorato insiema allo chef Antonino Grammatico, un collega di Castelluzzo che in quell'occasione era anche capitano della squadra, apportando qualche modifica al piatto originale.

«All'indomani dalla finale ero bello carico ed emozionato - racconta - ci siamo presi un giorno di stacco e poi da questa collaborazione è nato "Terramare". Terra perché il cous richiama la terra e il mare perché c'è il gambero rosso, il re di Trapani».

Adesso il sogno di Benedetto è rientrare nell'Isola con un progetto tutto suo: «Non subito - spiega - ma appena sono pronto aprirò il mio ristorante, dove cercherò di puntare in alto».

Lo aprirà nella sua città, Palermo, per cui nutre un legame molto forte nonostante gli anni di lontananza: «Guardami - ride mentre indica la sua magliettina del Palermo calcio - ho questa maglietta da inizio gara, come portafortuna, la indosso sotto il grembiule».
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