CINEMA E TV

HomeNewsCulturaCinema e Tv

Lo hai visto in film e serie tv, ora ha scelto la Sicilia: Lele Vannoli, da Roma a Favignana

All’inizio è una casa delle vacanze, aperta agli amici, una sorta di "buen retiro" da condividere. Poi, nel 2016, l’incontro con Giorgia cambia tutto. L'intervista a Balarm

Federica Dolce
Avvocato e scrittrice
  • 23 agosto 2025

L'attore Raffaele "Lele" Vannoli

Raffaele "Lele" Vannoli ha la voce profonda di chi la vita l’ha vissuta davvero e lo sguardo disarmato di chi ha saputo cambiare tutto per amore. Non solo quello per sua moglie, ma anche per un’isola che – a detta sua – «non è solo mare e turismo», ma uno spazio dell’anima dove le cose tornano a misurarsi con la lentezza, il silenzio, la luce.

Favignana, la più conosciuta delle Egadi, è diventata la sua casa. Dopo anni di carriera tra cinema, televisione e serie tv, da "Ferie d’agosto" a “C'e ancora domani” “Ovosodo”, "Moschettieri del re" “Squadra Antimafia- Palermo oggi”, “I liceali”, a “Braccialetti rossi”, Vannoli, ha deciso di fermarsi. E non a caso.

Parallelamente alla carriera di attore, Lele è stato anche figura attiva nella scena culturale romana, fondando il “Contestaccio” (locale underground) nel 2007, diventando così voce influente del circuito musicale emergente, ha ricoperto il ruolo di direttore artistico del “Caffeè latino” a Testaccio e poi ha gestito il Barattolo. Ma adesso vive a Favignana.

L’abbiamo incontrato al Marettimo Italian Film Fest e lui ci racconta la sua storia. «Nel ’95 giro Ferie d’agosto di Paolo Virzì nell’isola di Ventotene… da lì inizia la mia passione per le isole.

Ne giro molte per vacanze e altre per lavoro. Con Squadra antimafia arrivo in Sicilia e m’innamoro di questa terra», racconta. La scintilla con Favignana scocca quasi per caso, durante una vacanza con Daniele Silvestri: «Decidemmo di fare una vacanza in un’isola al tempo poco conosciuta, per l’appunto Favignana. Ne rimango colpito e nel 2006 faccio la follia di comprare casa».

All’inizio è una casa delle vacanze, aperta agli amici, una sorta di buen retiro da condividere. Poi, nel 2016, l’incontro con Giorgia cambia tutto: «Incontro la donna che poi è diventata mia moglie e decidiamo di alternare la vita caotica della capitale alla vita lenta dell’isola».

Nel 2022 si sposano proprio lì, consolidando anche la scelta di viverci stabilmente. Quella che sembra una storia romantica lo è davvero, ma non solo. È una dichiarazione d’amore per un modo di vivere diverso, più attento ai dettagli e ai gesti semplici.

Lele Vannoli lo sa: «Vivendo sull’isola e frequentando la gente del posto non da semplice turista ma da concittadino, mi capita spesso di assistere a delle cose o di ascoltare racconti della quotidianità isolana talmente unici che spesso mi viene voglia di sviluppare nuovi progetti».

Uno sguardo da artista, da osservatore, che sa cogliere poesia dove altri vedrebbero solo routine. Il legame con il cinema, naturalmente, non si è interrotto. Anzi: «Un progetto cinematografico è già in preparazione con il mio amico, socio, nonché attore palermitano Vincenzo Crivello. L’idea non nasce proprio qui a Favignana, ma è stata di ispirazione la provincia trapanese. È un progetto pensato per i giovani».

Il territorio, dunque, continua a generare storie e suggestioni, offrendo scenari e voci da raccontare, senza mai diventare sfondo passivo. E in questa nuova vita, che si divide tra natura, relazioni autentiche e lentezza, trova spazio anche l’impegno culturale.

Da poco, infatti, Vannoli è il direttore artistico del Trapani Film Festival, un ruolo che accetta con spirito di servizio più che di ambizione: «Vivendo ormai in Sicilia e amando questo territorio, ho deciso di accettare il ruolo sperando di avvicinare di più la gente a questa forma di arte».

Ma Lele Vannoli, com’è diventato direttore artistico, o come si definisce lui dire-attore artistico? Tutto nasce nel 1992 quando gira il film Il Grande Cocomero, di Francesca Archibugi, e per 15 anni stile John Belushi e Bruce Brothers, ha cercato fondi per un’associazione che ha deciso di occupare le location del film e ha cercato di fondare di un’associazione di volontariato, fondando un centro di aggregazione per adolescenti in difficoltà e non del quartiere.

Cosí ha cercato di creare una nuova associazione di volontariato riconosciuta dal Comune e ha fatto crowfounding, organizzando concerti, eventi, costruendo piano piano un centro, uno spazio che tuttora esiste, ormai da 33 anni ed è a San Lorenzo in via di Volsci.

Il Lele Vannoli che oggi abita Favignana è un uomo che ha scelto. Ha scelto di rallentare, di osservare, di ascoltare. E anche di tornare a fare ciò che ama nel modo più puro: raccontare il reale con rispetto, valorizzare le storie minime, immergersi nella luce intensa di un’isola che continua a sorprenderlo. Non ha rinunciato a nulla, ha solo cambiato prospettiva.

E in questo cambio di passo, forse, c’è il segreto di una nuova forma di felicità. Ma non è solo la dimensione domestica o contemplativa ad averlo conquistato.

Favignana per Lele Vannoli è anche un luogo di possibilità, dove il cinema può tornare ad avere radici, odori, persone vere. «Spesso basta una passeggiata al porto o un caffè in piazza per sentire una storia che meriterebbe uno script», dice. Il suo sguardo da attore si è fatto più ampio, più sensibile: osserva, raccoglie e custodisce.

E da queste suggestioni nascono idee, progetti, collaborazioni. Segnaliamo un docufilm “Nun ve trattengo” dall’8 al 10 settembre, al cinema, su Franco Califano a cui Lele Vannoli ha partecipato, dopo essere stato contattato da Francesca Massaro e Francesco Mondini che, facendo una ricerca su tutte le persone che conoscevano Califano, gli hanno chiesto informazioni.

Così Lele, avendo vissuto una esperienza di conoscenza profonda di Franco Califano dai suoi 58 ai 62 anni, ha cominciato a raccontare la sua esperienza di vita con il Califfo, fatta di condivisione di momenti, di pensieri, di idee… .

Lele è una guida e pilota questo tragitto di interviste proprio in macchina, ripercorrendo i luoghi dove Califano a Roma aveva vissuto, era stato, ospitato nei locali romani.

In questo docufilm, creato in occasione del decennale di Califano, all’interno dello stesso sono presenti diverse interviste e Radio Radicale propone questa iniziativa che vede partecipare tanti amici, colleghi e persone che l’hanno conosciuto, incontrato e seguito nella vita.

Quindi anche se lontano dagli studi cinematografici romani, sempre appassionato e affascinato dal cinema, non è escluso, anzi è molto probabile, che tra i prossimi set ci sia proprio l’isola: «Che si tratti di un documentario, di un corto o di un video musicale, voglio che Favignana non sia solo il luogo dove vivo, ma anche quello dove creo».

Le immagini della tonnara, i pescatori, le tradizioni locali, le feste e la vita semplice dell’isola potrebbero presto entrare in scena.

Perché questo è il nuovo cinema che Vannoli immagina: vicino alla gente, legato alla terra, capace di emozionare senza effetti speciali, ma con la verità dei volti, delle voci e con la bellezza di Favignana e il fascino senza tempo della Sicilia.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI