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24 Grana, suond partenopeo all’Ex Carcere

Balarm
La redazione
  • 26 gennaio 2005

Il loro sound é un mix esplosivo di rock, punk, dub e reggae, arricchito da una forte propensione alla melodia e da una sensibilità musicale che affonda le radici nella tradizione napoletana. Stiamo parlando dei 24 Grana che sabato 29 gennaio alle 22.30 saliranno sul palco del Centro sociale Ex carcere di Palermo (via Mongitore 77, ingresso 5 euro), per un concerto organizzato dall’Ex carcere in collaborazione con Balarm. Ad aprire la serata ci penseranno i Sottocosto, Coska Loska e Finger Band, tre band palermitane, due delle quali (Sottocosto e Coska Loska) attive già da qualche anno. Ma andiamo ai 24 grana. Ecco alcune note tratte dal sito della band partenopea. Affacciatisi su una scena napoletana verso la metà degli anni '90, i 24 Grana hanno subito avuto dalla loro una capacità di coinvolgimento e un potere comunicativo su cui avrebbero fatto leva anche in seguito. Un dub denso di tensione già caro agli Almamegretta, una scrittura di testi da cui si intravedevano affascinanti immagini, la personalità del front-man Francesco Di Bella, la miscela tra la propria musica e la tradizione popolare napoletana furono alcuni degli ingredienti che imposero all'attenzione di molti la giovane formazione.

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Che, nel 1997, giunse alla pubblicazione di Loop, primo album ufficiale preceduto solamente da un acerbo mini-cd contenente quattro pezzi. In Loop la maturazione è palpabile pur non giungendo, specie dal punto di vista esecutivo, a toccare picchi altissimi. Ma quanto emerge dal prodotto dei 24 Grana è qualcosa che può essere definito solo positivo; nient'altro che un antipasto a qualcosa che, ci scommisero in molti, sarebbe stato ben più succoso. Tra i brani di Loop si intrecciano colori e sensazioni: il celeste che attraversa gli occhi mentre si indugia a pensare al moto circolare delle onde, il rosso fuoco di Vesuvio, gli schizzi pastello visibili dai finestrini di Treno, il buio delle Patria Galere contrapposto all'accecante luce di Perso 'into 'o cavero. Senza dimenticare una profonda versione di Lu Cardillo, eseguita a fil di nervi. Le performance dal vivo restano tra le esperienze più interessanti offerte dall'ensemble napoletano; una testimonianza è contenuta in Live (1998), che fotografa Di Bella & Co sul palco del Teatro Nuovo.

Un lavoro da cui evince urgenza e passionalità, trasporto e poesia. Una registrazione ritoccata pochissimo in studio e l'essenza pura di suoni e feedback fanno di esso un disco live tremendamente vero. In cui le note si mischiano al sudore, al fumo, alle facce della gente che scandiscono i testi; in cui un'unica onda avvolge la band riversandola in una platea mai sazia di emozioni. Il 1999 è l'anno di Metaversus; probabilmente a tutt'oggi l'opera più importante dei 24 Grana. Definibile tale non solo per la sua grossa qualità e per il successo ottenuto ma anche perché le sue ombre fecero luce sui quattro artisti napoletani e sulle loro reali capacità. Metaversus scacciò via le ingombranti presenze degli Almamegretta e fu testimone di voglia di rimettersi in discussione e di resettare il proprio sound in favore di un altro ben più ossessivo, duro e nervoso. Il dub viene lasciato a riecheggiare in molti angoli del lavoro mentre chitarre di matrice rock, con ammiccamenti punk, fanno la parte del padrone nei brani dell'album. La scrittura si fa nervosa e, a tratti, maggiormente provocatoria, la conflittualità nel rapporto con le droghe sale prepotente dall'anima per insinuarsi in mille altre, l'oscurità imperante di alcune tracce mette ansia e timore, i disagi giovanili sono cantati con impressionante lucidità.

Una tempesta la cui quiete è puntualmente rappresentata da K-Album (2001) in cui le liriche si avvicinano alla speranza e all'amore, alle riflessioni malinconiche condite da candidi sorrisi. Inevitabilmente la musica subisce una ulteriore svolta; qui si fa più lineare e morbida, più struggente e attraversata da un pathos che ha i suoi punti di maggiore bellezza quando le dinamiche si intrecciano su sé stesse in ripetute ed intriganti giravolte. Le nuove canzoni diventano manifesti di una pacata intensità che è linea dominante anche dell'ultimo, recentissimo, Overground Live 2002, testimonianza dell'ultimo tour che ha portato la band di Napoli su e giù per l'Italia. Una storia, quella dei 24 Grana, che, seppur breve, reca con sé già molte cose da raccontare. Tanti ancora potrebbero i cambi di tendenza e le sorprese lungo un cammino che si preannuncia ancora lungo e radioso. Da percorrere con i colori negli occhi ed una melodia in testa; inseguendo sogni e respirando l'odore del mare, senza mai abbassare la testa né tenere chiuse a chiave nel cuore le proprie emozioni.

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