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Agrodolce: il rischio della chiusura della soap

A nome di attori e cast tecnico parla Vincenzo Ferrera: in forse un finanziamento totale di dodici milioni di euro che porterebbero a circa tre mila disoccupati

Balarm
La redazione
  • 12 maggio 2009

Andrà in onda fino a luglio la soap-opera tutta made in Sicily, in onda tutti i giorni su Rai 3 alle 20.10 dal settembre 2008, che ora rischia di chiudere. È forse infatti questo il destino di "Agrodolce", la fiction di lunga serialità interamente girata in Sicilia, con attori e tecnici dell'isola, che racconta gli amori e gli intrighi delle sei famiglie del paese inventato di Lumera. Ora queste sono le protagoniste di una nuova avventura, trasposta nella realtà: il rischio infatti è che la Rai, a causa del rallentamento degli accordi da prendere con la Regione, ceda la parte di finanziamenti destinati alla produzione di Agrodolce ad altri programmi per un totale di dodici milioni di euro, da provocare così, circa tre mila disoccupati, tra attori e cast tecnico. Il grande progetto, prodotto da Rai Fiction in collaborazione con Rai Educational e con la Regione Siciliana (Dipartimento per i beni culturali), realizzata da Einstein Fiction nel nuovo centro di produzione di Termini Imerese (realizzato all'interno di una ex scuola), infatti prevede il coinvolgimento di diverse figure professionali, dagli attori ai registi, dai cameraman agli elettricisti, fino agli operatori del montaggio e a tutti gli altri ruoli utili alla produzione, che in funzione del progetto Agrodolce, hanno eventualmente rifiutato altri lavori.

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Ad intervenire alla conferenza stampa organizzata in funzione di un dibattito circa l'agomento, tenutasi ai Candelai, c'era anche Vincenzo Ferrera, che nella soap ricopre il ruolo dell'ispettore Martorana, che si è presentato con alcuni tra i 19 attori principali: «I tempi del cinema non sono quelli della politica e della burocrazia. In quanto attori noi abbiamo scelto consapevolmente di fare la vita dei precari, ma oggi – continua – non è tanto una questione del posto di lavoro, ma rivogliamo Agrodolce perché è un progetto in cui crediamo, nato per la Sicilia e per i siciliani, che non spreme il territorio e prende il buono per poi andarsene di nuovo». Ancora: «Non possiamo più perdere tempo, la messa in onda è coperta sino a fine luglio. La produzione si è fermata a marzo e da gennaio non riceviamo lo stipendio».

Ad essere presente anche Luca Josi, presidente della Med Studios e della Einstein Fiction che dichiara: «Il gruppo Med Studios e la Einstein Fiction hanno creduto e credono fortemente nel progetto Agrodolce per il quale hanno promosso grandi investimenti sulle strutture di Termini Imerese credendo nella volontà delle istituzioni di sviluppare questo comparto che porterà (e già porta) tanto lavoro nella nuova Sicilia. Per questo siamo certi che presto giungerà una soluzione guidata dal presidente Raffaele Lombardo e dall’assessore Antonello Antinoro ai quali confermiamo la nostra piena disponibilità a sostenere lo sviluppo di questa nuova industria». Ancora incerto dunque il futuro della soap, ideata da Wayne Doyle, nata per mettere in luce la realtà della Sicilia di oggi, che ha attualmente l' 8 % di share, circa 2 milioni di spettatori ogni sera: dunque dati per nulla fallimentari, se attribuiti, tra l'altro, ad un prodotto posto all'interno di una fascia oraria dedicata di norma ai tg.

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