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Alea: la storica associazione apre le porte

L’associazione, nata alla fine degli anni ‘70 e diretta dal musicista antropologo Pippo Catanzaro, ha inaugurato un nuovo spazio all’interno di Palazzo Pantelleria

  • 11 gennaio 2010

Fare cultura a Palermo diventa sempre più un atto di resistenza. Il contesto cittadino, se da un lato sembra essere animato da un certo fervore diffuso, dall’altro, se si gratta sotto la patina dorata che lo avvolge, nasconde qualcosa di stantio. Per gli operatori culturali non è facile avere accesso ai già scarsi finanziamenti e se si vuole investire di tasca propria, quasi sempre ci si rimette. Insomma, la cultura sembrerebbe ormai solo una merce da vendere al miglior offerente, che, quasi sempre, alla fine non paga. Questa non di certo rassicurante premessa è d’obbligo se si vuole presentare l’attività dell’associazione musicale Alea, una delle poche isole di resistenza culturale che si trovano in città.

L’associazione, nata alla fine degli anni ‘70 e diretta dal musicista antropologo Pippo Catanzaro, ha da poco inaugurato un nuovo spazio di lavoro all’interno dello storico Palazzo Pantelleria, in piazza Giovanni Meli 5, alle spalle della chiesa di san Domenico. É una sala con cento posti e un piccolo accogliente palco attrezzato di service audio e luci che gli organizzatori hanno voluto chiamare “Despite”, ovvero, tradotto dall’inglese, “nonostante”. Come a voler dire: “a dispetto di tutti, siamo ancora qui”. L’intenzione degli operatori culturali di Alea è quella di utilizzare il nuovo spazio, oltre che per i tradizionali concerti della rassegna musicale, giunta quest’anno alla 34ª edizione, anche per seminari, mostre, incontri, corsi di musica e laboratori. Ma, dal momento che parliamo di Alea, un chiarimento è necessario.
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«Tutte le volte che a Palermo apre un nuovo spazio per la cultura - afferma il direttore artistico, Pippo Catanzaro (nella foto) - si tende a pensare che dietro ci sia una realtà imprenditoriale. Nel caso di Alea, non è così. Noi vogliamo fare cultura, non vendere “panini”. La nostra realtà esiste da più di trent’anni e, con enormi sacrifici, stiamo cercando di portarla avanti con coerenza». L’associazione Alea, che ha portato a Palermo grandissimi nomi del jazz e del blues, è nata dall’incontro di un gruppo di artisti ed intellettuali che hanno messo insieme le loro esperienze per dare vita ad una struttura che, attraverso principalmente la musica, potesse diffondere una cultura “alternativa” per quegli anni. Ne hanno fatto parte, all’inizio, personalità come l'artista - antropologo Francesco Carbone, il regista Franco Scaldati, il musicista Vittorio Luna, il poeta Giacomo Giardina e lo scultore Disma Tumminello.

Gli operatori culturali dell’associazione hanno dato vita, fin dai primi anni ‘80, ad un vero e proprio Centro didattico musicologico e di documentazione per musicisti e studiosi: una vera e propria “oasi” di cultura con biblioteca, videoteca, discoteca, emeroteca, sala prove e didattica. Da allora Alea non ha mai smesso, nonostante le difficoltà, di offrire al pubblico palermitano concerti con musicisti del calibro di Enrico Rava, Rita Marcotulli, Lee Konitz, Franco D’Andrea, Paul Motian, Peter Erskine e Arturo Stalteri, tanto per citarne alcuni. Annualmente l’associazione prevede due cicli di concerti, dalla classica al jazz e, negli ultimi anni, anche un Festival del blues. Per informazioni sulle attività dell’associazione, telefonare allo 091.322217 oppure al 360.535316.
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